giovedì 2 gennaio ’20

    nell’immagine un dipinto di Plinio Nomellini

     

    Proverbio del giorno

    «Il cielo parla talvolta per bocca dei folli, degli ebbri e dei bambini (India)»

     

    Iniziamo la Giornata Pregando

    Nel primo chiarore del giorno, vestite di luce e silenzio, le cose si destano dal buio, com’era al principio del mondo. E noi che di notte vegliammo, attenti alla fede del mondo, protesi al ritorno di Cristo, or verso la luce guardiamo. O Cristo, splendore del Padre, vivissima luce divina, in Te ci vestiamo di speranza, viviamo di gioia e d’amore. Al Padre cantiamo la lode, al Figlio che è luce da luce; e gloria allo Spirito Santo, che regna nei secoli. Amen.

     

    BASILIO e GREGORIO NAZIANZENO.

    Basilio nacque intorno al 330 a Cesarea. Dopo gli studi, si dedicò all’ascetica, costruì un monastero, compose 2 regole: per questo è considerato organizzatore della vita monastica. Il suo vescovo lo volle come collaboratore e alla sua morte venne chiamato a succedergli. Basilio diede un contributo decisivo alla precisazione del dogma trinitario; denunciò gli abusi, lottò contro la miseria e organizzò istituzioni di beneficenza aperte a tutti. Gregorio di Nazianzo, a Basilio legato da amicizia, amore allo studio e dignità episcopale, era poco dotato per il governo. Viene chiamato “il teologo” per il profondo senso del mistero di Dio

     

    La Parola di Dio del giorno (Gv 1,19-28)

    Questa è la testimonianza di Giovanni, quando i Giudei gli inviarono da Gerusalemme sacerdoti e leviti a interrogarlo: «Chi sei tu?». Egli confessò e non negò, e confessò: «Io non sono il Cristo». Allora gli chiesero: «Che cosa dunque? Sei Elia?». Rispose: «Non lo sono». «Sei tu il profeta?». Rispose: «No». Gli dissero dunque: «Chi sei? Perché possiamo dare una risposta a coloro che ci hanno mandato. Che cosa dici di te stesso?». Rispose: «Io sono voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, come disse il profeta Isaia». Essi erano stati mandati da parte dei farisei. Lo interrogarono e gli dissero: «Perché dunque battezzi se tu non sei il Cristo, né Elia, né il profeta?». Giovanni rispose loro: «Io battezzo con acqua, ma in mezzo a voi sta uno che voi non conoscete, uno che viene dopo di me, al quale io non son degno di sciogliere il legaccio del sandalo». Questo avvenne in Betania, al di là del Giordano, dove Giovanni stava battezzando.

     

    Riflessione del Giorno (COME CI VEDONO GLI STRANIERI)

    del Bangladesh: L’Italia è un bel paese, mi piace molto. Questo paese ha tante cose bellissime, ad esempio la politica è buona. Mi piacciono le stagioni. Le stagioni sono quattro, mi piace la primavera perché non fa caldo. L’Italia è un grande paese, ci sono tante fabbriche, c’è tanto lavoro. Però a me dispiace perché non ho lavoro. Io amo l’Italia. Solo una cosa non mi piace, in questo paese c’è la cacca di cane per strada. M. della Bolivia: Quando sono arrivata in Italia non sapevo il prezzo dei biglietti: ogni volta che dovevo salire su un treno o autobus la sorella della mia amica mi chiedeva 5 euro. Un giorno sono uscita a fare un giro da sola e ho scoperto che il biglietto non costava tanto…la mia amica è stata imbarazzata quando le ho detto che ho comprato un settimanale per 7 euro. A. del Perù: A me piacciono le ragazze italiane. Mi piace il cibo che si mangia, come gli spaghetti e la pasta. Mi piace tutto dell’Italia…ma non mi piace l’inverno perché fa troppo freddo e c’è la neve, al mio paese non fa mai troppo freddo. E poi non mi piace il razzismo e i razzisti. A scuola ci sono tanti ragazzi che discriminano i neri d’Africa. A. della Costa d’Avorio: Mi piace molto l’Italia perché è un paese che mi piace. Le persone sono cortesi. La cucina è buona. Sono felice di un tale paese. L’Italia è un paese ricco d’arte e ha tanti beni artistici italiani. 

     

    Intenzione del giorno

    Preghiamo perché durante questo anno possiamo diventare strumenti di pace e di consolazione

     

    Don’t forget: “1.000 quadri più belli del mondo

    DAVID RIJCKAERT 3°: L’ALCHIMISTA

    1649 – olio su tavola – 58 x 86 cm – Madrid – Museo del Prado

    David Rijckaert III noto anche come il Giovane (1612 – 1661) fu un pittore fiammingo noto per la sua predilezione per la pittura di genere. Godette del patronato di eminenti mecenati e fu pittore di 

    Corte del governatore dei Paesi Bassi meridionali. Membro della famiglia di artisti Rijckaert, era il figlio di David Rijckaert II, il nipote di David Rijckaert I. Lavorò per l’intera sua carriera ad Anversa, dove si sposò nel 1647, con Jacoba Palmans con la quale ebbe otto figli. Le sue opere raffigurano interni con professionisti: alchimisti, ciarlatani, ciabattini, pittori, o locande con contadini. Dipinse anche bambini che giocano, celebrazioni con la musica e scene immaginarie di streghe e fantasmi. Il quadro che oggi presentiamo raffigura proprio un alchimista. Nata in modo clandestino nel Medioevo, l’alchimia divenne una disciplina particolarmente seguita a partire dal Rinascimento, poiché l’uomo, sottomesso per secoli alla forza della natura, incominciò a desiderare di dominarla. L’obiettivo di questa disciplina era quello di trasmutare i metalli di base in oro, simboleggiando pertanto il tentativo di arrivare alla perfezione e superare i confini ignoti dell’esistenza. Il nostro dipinto rende bene l’atmosfera di uno studio di alchimia del tempo, con un ragazzo, probabilmente il garzone, che tiene un’ampolla tra le mani mentre attende gli ordini dell’alchimista tutto concentrato nello studio dei testi antichi alla luce della candela. Gli esperimenti alchemici di solito si conducevano di notte, come si nota dalla luna che occhieggia tra le nuvole, perché se grande era l’interesse che circondava questo ambito di ricerca, anche solo per le mirabolanti promesse della produzione di oro da metalli vili, grande era anche il sospetto che lo circondava. Nella stanza buia gli oggetti sono collocati alla rinfusa un po’ ovunque: dietro l’alchimista (il cui tavolo è ingombro di libri, brocche e tele) il fuoco arde nella stufa sul cui piano sono collocati gli indispensabili strumenti di lavoro, alambicchi e pentole, mentre il laboratorio protetto dalle tenebre diventa il simbolo del luogo misterioso in cui sono conservate le leggi segrete dell’universo e in cui si distilla la sapienza estrema.

     

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