giovedì 20 maggio ’21

    Settima Settimana di Pasqua

     

    Proverbio del giorno

    Prendi soldi a chi si lamenta e danne a chi sorride.

     

    Preghiera del giorno

    Fa’, o Signore, che io abbia le mani pure, pura la lingua e puro il pensiero. Aiutami a lottare per il bene difficile contro il male facile.

    Impedisci che io prenda abitudini che rovinano la vita. Insegnami a lavorare duramente e a comportarmi lealmente quando tu solo mi vedi.

    Perdonami quando sono cattivo ed aiutami a perdonare coloro che non mi trattano bene. Rendimi capace di aiutare gli altri, anche quando ciò mi è faticoso.

    Mandami le occasioni di fare un po’ di bene ogni giorno per avvicinarmi al tuo Figlio Gesù. Amen.

     

    Santo del giorno

    BERNARDINO DI SIENA: nato nel 1380 a Massa Marittima, dalla nobile famiglia senese degli Albizzeschi, rimane orfano in giovane età ed è allevato da due zie.

    Frequenta lo Studio senese fino a 22 anni, quando veste l’abito francescano. Diventa uno dei principali propugnatori della riforma dei francescani osservanti.

    Devoto al santo nome di Gesù, ne fa incidere il monogramma «YHS» su tavolette di legno, che dà a baciare al pubblico al termine delle prediche.

    Stenografati con un metodo di sua invenzione da un discepolo, i discorsi in volgare di Bernardino sono giunti fino a noi. Ha parole durissime per chi «rinnega Dio per un capo d’aglio» e per «le belve dalle zanne lunghe che rodono le ossa del povero».

    Anche dopo la morte, avvenuta alla città dell’Aquila, nel 1444, Bernardino continua la sua opera di pacificazione: il suo corpo dentro la bara comincia a versare sangue e il flusso si arresta solo quando gli Aquilani si rappacificano. E’ canonizzato nel 1450 a soli 6 anni dalla morte.

     

    La Parola di Dio del giorno – Giovanni 17,20-26

    In quel tempo [Gesù, alzati gli occhi al cielo, pregò dicendo] «Non prego solo per questi, ma anche per quelli che crederanno in me mediante la loro parola: perché tutti siano una sola cosa; come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch’essi in noi, perché il mondo creda che tu mi hai mandato.

    E la gloria che tu hai dato a me, io l’ho data a loro, perché siano una sola cosa come noi siamo una sola cosa. Io in loro e tu in me, perché siano perfetti nell’unità e il mondo conosca che tu mi hai mandato e che li hai amati come hai amato me.

    Padre, voglio che quelli che mi hai dato siano anch’essi con me dove sono io, perché contemplino la mia gloria, quella che tu mi hai dato; poiché mi hai amato prima della creazione del mondo.

    Padre giusto, il mondo non ti ha conosciuto, ma io ti ho conosciuto, e questi hanno conosciuto che tu mi hai mandato.

    E io ho fatto conoscere loro il tuo nome e lo farò conoscere, perché l’amore con il quale mi hai amato sia in essi e io in loro».

     

    Riflessione del giorno

    L’amore vuol sentirsi dire le cose che sa già. L’amore dev’essere un’eterna confessione.

    Alle coppie che si sposeranno e a quelle che leggono questa riflessione, dedichiamo due aforismi: il primo è di Victor Hugo (1802-1885) es esprime una verità evidente e cioè che l’innamorato ama la ripetizione.

    Il «ti amo» reiterato non è mai superfluo e non è mai identico. Ha sempre sfumature diverse: «Mai la stessa onda – cantava David M. Turoldo – si riversa nel mare e mai / la stessa luce si alza sulla rosa: / né giunge l’alba / che tu non sia già altro».

    Eppure, la realtà è sempre la stessa: sono le sue potenzialità segrete che ininterrottamente sbocciano e fioriscono davanti ai nostri occhi.

    È questa la stessa logica della ripetizione nella preghiera: si pensi alla liturgia nel suo cuore costante o, più semplicemente, al significato del rosario.

    In questa ripetizione, però, ci ammonisce il secondo autore, il poeta Alfred de Vigny (1797-1863) la verità, la sincerità, l’autenticità devono sempre dominare.

    Altrimenti si ha la pura e semplice convenzione, si ha la filastrocca infantile, si ha alla fine l’ipocrisia che simula sentimenti spenti.

    Nell’amore la confessione – anche delle fragilità e persino dei tradimenti – è l’anima stessa della comunione intima. Se la lampada della lealtà è a intermittenza, l’amore presto si fulmina.

     

    Intenzione di preghiera del giorno

    Perché impariamo a ringraziare il buon Dio, la vita, il mondo e il è prossimo dei tanti doni che ogni giorno ci vengono –spesso immeritatamente e sempre gratuitamente concessi.

     

    Don’t Forget! Storia dei martiri cristiani – LA TERZA CROCIATA 1189-1192

    Il curdo Saladino, fondatore della dinastia Ayyubide e uno dei più grandi strateghi di tutti i tempi, dichiarò la guerra santa al Regno cristiano di Terra Santa, distrusse l’esercito crociato a Ḥittīn (1187) e occupò Gerusalemme e quasi tutto il regno.

    Fu proprio lui il catalizzatore della terza crociata bandita da papa Gregorio VIII e confermata dal successore Clemente III.

    Alla crociata aderirono l’imperatore Federico Barbarossa, il re di Francia Filippo II Augusto e il re d’Inghilterra Enrico II (e alla sua morte, Riccardo Cuor di Leone).

    L’esercito imperiale, giunto in Anatolia, tolse Konya ai Turchi (1190) ma si dissolse quando l’imperatore Federico annegò in un fiume, lasciando il suo esercito allo sbando.

    La spedizione di Filippo Augusto e Riccardo Cuor di Leone raggiunse la Palestina solo nel 1191: i crociati riconquistarono S. Giovanni d’Acri e Riccardo Cuor di Leone sterminò la popolazione senza pietà.

    Quindi il 7-9 sconfissero le forze di Saladino presso Arsuf e dopo aver occupato Jaffa puntarono su Gerusalemme, ma le discordie franco-inglesi impedirono la riconquista.

    Così nel 1192, Riccardo e Saladino stipularono un trattato in cui veniva garantito il controllo musulmano su Gerusalemme, ma era permesso a pellegrini e mercanti cristiani disarmati di visitare la città santa.

    Saladino, strappato l‘Egitto ai Fatimidi, impone la legge sunnita (i Fatimidi erano sciiti), conquista diverse città e si scaglia contro i cristiani, conquistando Gerusalemme nel 1187.

    Migliaia di soldati prigionieri sono venduti come schiavi, i Templari e gli Ospedalieri catturati sono uccisi, Guido di Lusignano, re di Gerusalemme viene portato a Damasco come prigioniero e altri nobili vengono riscattati.

    Saladino cancella dal regno ogni traccia cristiana, si impossessa della Vera Croce (la reliquia andrà perduta o distrutta), trasforma le chiese in moschee e caccia gli occidentali dalla città.

    Ciò è uno shock per gli occidentali e provocherà la 4.a crociata. La riconquista di Gerusalemme non viene raggiunta anche per i troppi contrasti tra i cristiani: l’impero Bizantino se da una parte chiede aiuto agli occidentali, dall’altra fa accordi segreti coi musulmani; i capi delle le truppe crociate non vanno d’accordo; le repubbliche marinare coltivano i loro interessi.

    Ma l’accordo finale tra Saladino e Riccardo Cuor di Leone non è poi così male: se per i cristiani lo scopo era di avere libero accesso alla Città Santa, questo viene garantito.

    Ma soprattutto potrebbe mettere fine a stragi che nulla hanno né di cristiano, né di umano.

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