Giovedì 23 marzo 2023

     

    4a settimana di Quaresima 

     

    Aforisma di Nicolàs Gòmez Dàvila

    “Da sempre, in politica, patrocinare la causa del povero è stato il mezzo più sicuro per arricchirsi.”

     

    Preghiera del giorno

    Padre buono, supplichiamo la tua misericordia perché, purificati dalla penitenza e santificati dalle buone opere, possiamo camminare fedelmente nella via dei tuoi precetti e giungere rinnovati alle feste pasquali. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

     

    Santo del giorno

    TORIBIO DE MOGROVEJO (1538-1606) nacque da nobile famiglia a Maiorca (Spagna), nel 1538. Studiò Diritto nelle università di Coimbra e Salamanca. Aveva 40 anni ed era Presidente del Tribunale di Granada quando, su indicazione del Re Filippo II, il Papa Gregorio XIII lo nominò nel 1580 Arcivescovo di Lima in Perù.

    Aveva 42 anni quando giunse alla sede e iniziò subito un’intensa attività missionaria. Nei suoi 25 anni di episcopato organizzò la Chiesa peruviana in otto diocesi e indisse dieci sinodi diocesani e tre provinciali. Nel 1591 a Lima sorgeva per sua volontà il primo seminario del continente americano.

    Incentivò la cura parrocchiale anche da parte dei religiosi e fu molto severo con i sacerdoti proni ai conquistadores. Fu, infatti, strenuo difensore degli indios. Morì tra loro in una sperduta cappellina al nord del Paese. E’ santo dal 1726.

     

    Parola di Dio del giorno Giovanni 5,31-47

    Gesù disse ai Giudei: «Se fossi io a testimoniare di me stesso, la mia testimonianza non sarebbe vera. C’è un altro che dà testimonianza di me, e so che la testimonianza che egli dà di me è vera.
    Voi avete inviato dei messaggeri a Giovanni ed egli ha dato testimonianza alla verità. Io non ricevo testimonianza da un uomo; ma vi dico queste cose perché siate salvati. Egli era la lampada che arde e risplende, e voi solo per un momento avete voluto rallegrarvi alla sua luce.

    Io però ho una testimonianza superiore a quella di Giovanni: le opere che il Padre mi ha dato da compiere, quelle stesse opere che io sto facendo, testimoniano di me che il Padre mi ha mandato. E anche il Padre, che mi ha mandato, ha dato testimonianza di me. Ma voi non avete mai ascoltato la sua voce né avete mai visto il suo volto, e la sua parola non rimane in voi; infatti non credete a colui che egli ha mandato. Voi scrutate le Scritture, pensando di avere in esse la vita eterna: sono proprio esse che danno testimonianza di me. Ma voi non volete venire a me per avere vita. Io non ricevo gloria dagli uomini.

    Ma vi conosco: non avete in voi l’amore di Dio. Io sono venuto nel nome del Padre mio e voi non mi accogliete; se un altro venisse nel proprio nome, lo accogliereste. E come potete credere, voi che ricevete gloria gli uni dagli altri, e non cercate la gloria che viene dall’unico Dio? Non crediate che sarò io ad accusarvi davanti al Padre; vi è già chi vi accusa: Mosè, nel quale riponete la vostra speranza. Se infatti credeste a Mosè, credereste anche a me; perché egli ha scritto di me. Ma se non credete ai suoi scritti, come potrete credere alle mie parole?».

     

    Riflessione Gianna Jessen: «Io abortita, ma sopravvissuta» – Avvenire

    «Io, Gianna Jensen sono stata abortita quando sia la mia madre biologica che il mio padre biologico avevano 17 anni. Mia madre era al 7° mese di gravidanza quando si rivolse al «Planned Parenthood», il più grande ente abortista al mondo. Le consigliarono un aborto salino tardivo; si inietta una soluzione salina che corrode il bambino nel grembo materno, il quale viene partorito morto nelle successive 24 ore.

    Ma con grande sorpresa di tutti non sono arrivata morta, ma viva, il 6 aprile 1977, nella clinica abortista della contea di Los Angeles. Una cosa stupenda sul perfetto tempismo del mio arrivo è che il medico abortista non era ancora in servizio, così non ha potuto terminare il suo progetto sulla mia vita, ovvero la mia morte.  Ma io sono sopravvissuta per agitare un po’ le acque.

    E mi piace molto farlo. Sono stata partorita viva, come già detto, dopo 18 ore. Dovrei essere cieca, ustionata. Dovrei essere morta. Ma non lo sono. Una bellissima rivincita è il fatto che il medico abortista dovette firmare il mio certificato di nascita, così so chi è. Ha la più grande catena di cliniche degli Stati Uniti, che rende 70 milioni di dollari all’anno.

    Lessi una sua intervista anni fa, e diceva: «Ho abortito più di un milione di bambini, la considero la mia passione.» Vi dico questo, cari signori, perché siamo nel bel mezzo di un’interessante battaglia. Che lo sappiate o meno, è in corso una battaglia tra la vita e la morte. Da che parte state VOI? (Se volete leggere il seguito di questa bellissima testimonianza cercate avvenire.it Gianna Jensen “Io abortita, ma sono sopravvissuta”.)

     

    Intenzione di preghiera per il giorno

    L’ambito della vita nascente è diventato l’ambito delle più crudeli sperimentazioni: preghiamo perché ritorni ad essere il luogo dove la vita viene accolta, amata, protetta e donata. 

     

    Don’t Forget!

    Questa sera alle ore 20,30 nella chiesa del Patronato di Sorisole sarà celebrata l’eucaristia a memoria di don Fausto Resmini nel 3° anniversario della sua morte. Presiede il Vicario Generale Mons. Davide Pelucchi e concelebrano i sacerdoti del Patronato S. Vincenzo.

     

    Santi della carità

    Beato Angelo da Chivasso 1410 – 1495

    Antonio Carletti nacque a Chivasso (Torino) intorno al 1410. Educato all’università di Bologna, ottenne un dottorato in diritto civile e canonico. Tornato a casa, divenne senatore e visse dedicandosi ai doveri pubblici, alla preghiera, alla visita ai malati; alla morte della madre donò le sue ricchezze ed entrò nei Frati Minori di Genova. Dopo l’ordinazione sacerdotale, fu inviato in zone remote delle montagne piemontesi per predicare.

    Sviluppò un particolare apostolato rivolto ai poveri per sostenerli spiritualmente e materialmente e si impegnò nella fondazione dei Monti di Pietà per evitare che i poveri finissero in mano agli usurai. Molto conosciuto, era consultato da S. Caterina da Genova e confessore del duca di Savoia. Scrisse un manuale di teologia morale, la Summa Angelica, un’opera molto popolare che ebbe trenta edizioni e piaceva perché concisa e chiara nella trattazione.  

    Ricoprì il ruolo di vicario generale degli Osservanti per 4 mandati e fu particolarmente impegnato nella difesa della Regola originale di S. Francesco. Dopo la presa di Otranto a opera dei turchi nel 1480, papa Sisto IV nominò Angelo legato pontificio per condurre la predicazione e i negoziati con i governanti europei. Il suo spirito battagliero si manifestò nuovamente alcuni anni più tardi, quando, nel 1491, accettò l’incarico di commissario apostolico per la predicazione ai valdesi, setta riformista puritana che era stata condannata come eretica.

    Mostrò grande zelo e indifferenza verso il pericolo fisico; riuscì a ricondurre all’ortodossia molti eretici e anche a riportare alla fede molti cristiani che l’avevano perduta. Come risultato di tutto ciò papa Innocenzo VIII decise di nominarlo vescovo, ma Angelo rifiutò. Infine, nel 1493, poté abbandonare tutti gli incarichi pubblici e ritirarsi a una vita più solitaria, mantenendo come unica attività pubblica l’elemosina a favore dei poveri. Passò i suoi ultimi due anni nel convento di Cuneo, dove morì il 12 aprile 1495; il suo culto fu approvato nel 1753.

     

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