Giovedì 3 novembre 2022

     

    XXXI Settimana tempo ordinario

     

    Aforisma del giorno

    Quanto meno abbiamo, più diamo. Sembra assurdo, però questa è la logica dell’amore.

     

    Preghiera del giorno alla SS. Trinità

    O Trinità gloriosa ed eterna, a te siano lodi sempre e dovunque. Quanto hai rivelato della tua gloria io lo credo fermamente; e nel proclamare te, Dio unico e vero, mi consacro interamente a te.

    In particolare, consacro all’eterno Padre tutta la mia volontà, all’eterno Figlio unigenito Gesù Cristo tutto il mio cuore, e all’eterno Spirito Santo Paraclito tutta la mia anima. Amen.

     

    Santo del giorno

    Nasce a Lima nel 1579 dall’aristocratico spagnolo Juan de Porres e da una un’ex schiava d’origine africana. Nominato governatore di Panama, il padre lascia Martino alla madre, con i mezzi per farlo studiare e Martino diventa allievo di un barbiere-chirurgo, ma vuole entrare fra i Domenicani di Lima: come mulatto viene accolto solo come terziario e gli vengono assegnati compiti umili, ma quando avvertono la sua forza interiore lo accolgono nell’Ordine come fratello cooperatore.

    Martino, figlio di un “conquistatore”, offre così in Perù un esempio di vita esemplare. Vengono da lui per consiglio il viceré del Perù e l’arcivescovo di Lima, trovandolo sempre circondato da poveri e malati. Quando a Lima arriva la peste, cura da solo i 60 confratelli.

    Per tutti è l’uomo dei miracoli: fonda a Lima un collegio per istruire i bambini poveri: il primo del Nuovo Mondo. Guarisce l’arcivescovo del Messico, che vorrebbe condurlo con sé. Ma Martino muore a Lima il 3-11-1639.

     

    Parola di Dio del giorno Luca 15,1-10

    Si avvicinavano a Gesù tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. I farisei e gli scribi mormoravano dicendo: «Costui accoglie i peccatori e mangia con loro». Ed egli disse loro questa parabola: «Chi di voi, se ha cento pecore e ne perde una, non lascia le novantanove nel deserto e va in cerca di quella perduta, finché non la trova?

    Quando l’ha trovata, pieno di gioia se la carica sulle spalle, va a casa, chiama gli amici e i vicini e dice loro: “Rallegratevi con me, perché ho trovato la mia pecora, quella che si era perduta”.

    Io vi dico: così vi sarà gioia nel cielo per un solo peccatore che si converte, più che per novantanove giusti i quali non hanno bisogno di conversione. Oppure, quale donna, se ha dieci monete e ne perde una, non accende la lampada e spazza la casa e cerca accuratamente finché non la trova?

    E dopo averla trovata, chiama le amiche e le vicine, e dice: “Rallegratevi con me, perché ho trovato la moneta che avevo perduto”. Così, io vi dico, vi è gioia davanti agli angeli di Dio per un solo peccatore che si converte».».

     

    Riflessione del giorno di Charles Péguy

    Questo mondo moderno non è solamente un mondo di cattivo cristianesimo, questo non sarebbe nulla, ma un mondo in-cristiano, scristianizzato. Ciò che è precisamente il disastro è che le nostre stesse miserie non sono più cristiane.

    C’era la cattiveria dei tempi anche sotto i Romani. Ma Gesù venne. Egli non perse i suoi anni a gemere ed interpellare la cattiveria dei tempi. Egli tagliò corto. In un modo molto semplice. Facendo il cristianesimo. Egli non si mise a incriminare, ad accusare qualcuno.

    Egli salvò. Non incriminò il mondo. Egli salvò il mondo. Loro (altri) invece vituperano, raziocinano, incriminano. Come medici ingiuriosi, che se la prendono con il malato. Accusano le sabbie del secolo, ma anche al tempo di Gesù c’erano il secolo e le sabbie del secolo. Ma sulla sabbia arida, sulla sabbia del secolo si versava inesauribile una fonte, una fonte di grazia…

     

    Intenzione di preghiera per il giorno

    Preghiamo per tutti gli ex-allievi del Patronato S. Vincenzo defunti.

     

    Don’t Forget! Personaggi illustri e grandi cristiani

    Charles Pèguy 1873 -1915

    Charles Péguy nasce il 7-1-1873 a Orléans, Francia e cresce in famiglia di umili origini abituata a vivere di duro lavoro. Il padre, Désiré, falegname, muore nel conflitto franco-prussiano, pochi mesi dopo la nascita di Charles. La madre, Cécile Quéré si mette a fare l’impagliatrice di sedie, così come la nonna.

    È con loro che Péguy trascorre gli anni dell’infanzia; dalla nonna, analfabeta ma narratrice di storie appartenenti alla tradizione contadina, il giovane Charles impara il francese. A sette anni è iscritto a scuola, dove apprende anche del catechismo grazie al suo primo maestro, monsieur Fautras. Nel 1884 ottiene la licenza elementare e grazie a una borsa di studio si iscrive al liceo inferiore e nel 1891 passa al liceo Lakanal di Parigi, ma è bocciato al concorso di ammissione all’università e così si presenta al servizio di leva.

    Nel 1894, al secondo tentativo, Charles entra all’École Normale. È allora che si infatua delle idee socialiste e rivoluzionarie di Proudhon e Leroux, incontra e frequenta il socialista Herr, il filosofo Bergson e si convince di essere pronto a scrivere qualcosa di suo, di importante. Ma dopo due anni, abbandona l’università e rientra ad Orléans, dove comincia a scrivere un dramma su Giovanna d’Arco, che lo impegna per tre anni.

    Nel 1896 muore Marcel Baudouin, suo amico fraterno e decide di aiutare la sua famiglia; si innamora di Charlotte, sorella dell’amico, che sposa nel 1897. L’anno dopo arriva il primo figlio, Marcel, cui seguono Charlotte nel 1901, Pierre nel 1903, e Charles-Pierre, l’ultimo. Nel 1897 Péguy pubblica “Giovanna D’Arco”, ma è ignorato da pubblico e critica (il testo vende appena una copia).

    Tuttavia in esso è condensato tutto il pensiero del Péguy di quegli anni, impregnato di socialismo, ma con il desiderio di una salvezza radicale, in cui ci sia posto per tutti. In questo periodo Charles Péguy prende una posizione attiva nel “caso Dreyfus”, difendendo l’ufficiale ebreo dall’accusa ingiusta di spionaggio a favore dei tedeschi.

    Il fervore socialista di Péguy si spegne e il 1-5-1898, a Parigi, fonda la “Libreria Bellais” nella quale investe forze fisiche ed economiche, compresa la dote della moglie. Il progetto però, fallisce in poco tempo. Fonda allora les “Cahiers de la Quinzaine”, volti a ricercare e mettere in luce nuovi talenti letterari, pubblicando le loro opere. È l’inizio della sua strada editoriale, che si incrocia con altri esponenti di spicco della cultura letteraria e artistica francese di quegli anni.

    La rivista dura 13 anni ed esce ogni quindici giorni, per un totale di 229 numeri e con uscita d’esordio il 5 gennaio 1900. Nel 1907 Péguy si converte al cattolicesimo e ritorna sul dramma su Giovanna d’Arco, cominciando una febbrile riscrittura che dà vita a un vero e proprio “mistero”, come viene scritto nei “Cahiers” del 1909, e questo nonostante il silenzio del pubblico.

    Péguy però va avanti. Scrive altri due “misteri”: “Il Portico del mistero della seconda virtù” nel 1911 e “Il mistero dei Santi Innocenti” nel 1912. I libri non si vendono, gli abbonati della rivista calano e il fondatore dei “Cahiers”, si trova in difficoltà. Inviso ai socialisti per la conversione, non fa breccia nel cuore dei cattolici che gli rimproverano di non aver battezzato i figli, per venire incontro ai voleri della moglie. Nel 1912 il figlio minore Pierre si ammala e il padre fa il voto di andare in pellegrinaggio a Chartres, in caso di guarigione.

    Questa arriva e Péguy percorre 144 km in tre giorni, fino alla cattedrale di Chartres, in piena estate. Nel 1914 allo scoppio della 1.a Guerra Mondiale, Charles si arruola volontario e il 5-9-1915 muore in battaglia. Brillante saggista, drammaturgo, poeta, critico e scrittore francese, è considerato un punto di riferimento del cristianesimo moderno, quello più aperto e illuminato che lo ha riscoperto dopo la sua morte.

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