lunedì 13 novembre ’17

    XXXII settimana del tempo ordinario

     

    nell’immagine una fotografia di Martin Parr

     

    Proverbio del Giorno

    «Un viaggio lungo mille chilometri inizia con il muovere un piede (Cina)»

     

    Iniziamo la giornata Pregando (Preghiera colletta)

    O Dio, principio e fine di tutte le cose, che raduni tutta l’umanità nel tempio vivo del tuo Figlio, fa’ che attraverso le vicende, lieti e tristi, di questo mondo, teniamo fissa la speranza del tuo regno, certi che nella nostra pazienza possederemo la vita. Per il nostro Signore Gesù Cristo…Amen

     

    Francesca Saverio Cabrini Religiosa

    Nata a S. Angelo Lodigiano nel 1850 nel 1874 si fa suora e sei anni dopo fonda la congregazione delle Missionarie del S. Cuore. Nel 1889 raggiunge gli Stati Uniti per prestare assistenza agli immigrati italiani, ma si spinge anche all’interno e contatta, convertendole, tribù di nativi che non avevano mai visto un bianco. Operò in 7 paesi con 80 case: la sua congregazione fu la prima ad affrontare l’impegno missionario in modo autonomo dal ramo maschile corrispondente. La sua popolarità e il suo prestigio in America erano immensi e viaggiò in tutto il mondo. Morì nel 1917 e fu proclamata santa nel 1950

     

    Ascoltiamo la Parola di Dio Luca 17,1-6

    Gesù disse: «E’ inevitabile che avvengano scandali, ma guai a colui per cui avvengono. E’ meglio per lui che gli sia messa al collo una pietra da mulino e venga gettato nel mare, piuttosto che scandalizzare uno di questi piccoli. State attenti a voi stessi! Se un tuo fratello pecca, rimproveralo; ma se si pente, perdonagli. E se pecca 7 volte al giorno contro di te e 7 volte ti dice: Mi pento, tu gli perdonerai». Gli apostoli dissero al Signore: «Aumenta la nostra fede!». Il Signore rispose: «Se aveste fede quanto un granello di senapa, potreste dire a questo gelso: Sii sradicato e trapiantato nel mare e vi ascolterebbe». 

     

    Riflessione per il giorno (Da: “Il Caffè” di Massimo Gramellini)

    Tra le invenzioni della sanità italiana c’è l’ambulanza fai da te. Di sperimentarla è toccato a un giovane padre della provincia di Torino, presentatosi all’ora di pranzo presso il pronto soccorso di Ciriè con la figlia di sei anni che aveva inghiottito qualcosa di indigesto. Dopo tre ore in sala d’attesa, la radiografia segnala la presenza di un oggetto tondo tra esofago e trachea. Vomito, nausea: la bimba sta sempre peggio e il medico dispone il trasferimento d’urgenza a Torino. Ma l’ambulanza non c’è. Così rifilano al padre guanti di lattice, un camice da mettere sopra i vestiti e voilà, la sua utilitaria si trasforma in Croce Rossa. Il pover’uomo si mette al volante, un occhio alla strada e l’altro alla creatura che rantola: per tre volte si ferma sulla tangenziale per rianimarla. In qualche modo raggiunge l’ospedale, dove dalla pancia della figlia estraggono la pila di un orologio, che col passare delle ore ha rilasciato dell’acido, rendendo necessario un secondo intervento. Il padre è un operaio di nome Younes, ma è lui il primo a riconoscere che nessuno gli ha fatto pesare l’origine marocchina. Lo hanno trattato con la stessa quieta disumanità che avrebbero riservato a un paziente italiano. E questa, se permettete, si chiama parità.

     

    Intenzione del giorno

    Preghiamo per i cristiani perseguitati e per tutte le vittime innocenti del fanatismo religioso

     

    Don’t forget! Cronache dalla missione

     

    P. Gaetano Nicosia, missionario salesiano è morto il 6-11-‘17 a Hong Kong a 102 anni: era noto come l’angelo dei lebbrosi e la sua storia è una pagina evangelica di altruismo, bontà e imitazione di Gesù. Chi lo incontrava rimaneva colpito dalla sua bontà, gioia ed entusiasmo. Nell’isola di Coloane (Macau), esisteva un lebbrosario abbandonato da tutti: la disperazione era tale che alcuni si uccidevano. Nell’agosto 1963, il p. Nicosia ha chiesto di trasferirsi lì, trasformandolo in breve tempo: ha ristrutturato le case, si è portata l’acqua potabile, la corrente elettrica e l’assistenza medica. E’ stata costruita una fattoria e officine. Il lavoro era retribuito. Il villaggio si è dato un Consiglio per le decisioni comuni. P. Gaetano viveva con loro, portando dignità, benessere e salute e la fede cristiana. “Era un inferno – ha detto un lebbroso – ora è un paradiso e p. Gaetano è il nostro angelo”.

     

     

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