Lunedì 18 marzo 2024

     

    V Settimana di Quaresima

     

    Avvenne il 18 marzo…

    37 – Il senato romano rifiuta il volere di Tiberio e proclama Caligola imperatore di Roma.

    1123 – 1° Concilio Lateranense a Roma: 9° della Chiesa cattolica e 1° in Occidente.

    1314 – Jacques de Molay, l’ultimo maestro dell’Ordine del Tempio, muore sul rogo.

    1871 – Nasce la Comune di Parigi

    2015 – Tunisi: attacco terroristico presso il Museo nazionale del Bardo, 22 morti.

     

    Aforisma del S. Curato d’Ars

    “Osservate una persona di un certo livello che esamina il lavoro di un’altra: ci troverà mille difetti”.

     

    Preghiera

    O Padre, che con il dono del tuo amore ci riempi di ogni benedizione, trasformaci in creature nuove, per essere preparati alla Pasqua gloriosa del tuo regno. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

     

    Santo del giorno

    S. Cirillo di Gerusalemme

    Cirillo nacque verso il 315 probabilmente a Gerusalemme. Successore del vescovo Massimo dal 348 circa fino al 18 marzo 386, il suo episcopato fu segnato dalla grave crisi che coinvolse la Chiesa del IV secolo.

    Esiliato ben tre volte, Cirillo di Gerusalemme, esperto conoscitore della Parola di Dio, compose opere molto importanti che testimoniano uno stile di vita sobrio e pacifico e una attenzione molto viva per la pastorale dei catecumeni.

    L’imperatore Teodosio (379-395) pose fine al suo esilio durato complessivamente 16 anni: Cirillo poté nella sua autorevolezza partecipare al II Concilio Ecumenico, celebrato a Costantinopoli nel 381, dove sottoscrisse il simbolo niceno-costantinopolitano, accettando il termine homoousios. Fu dichiarato Dottore della Chiesa da papa Leone XIII nel 1882.

     

    Parola di Dio del giorno Giovanni 8,1-11

    Gesù si avviò verso il monte degli Ulivi. Ma al mattino si recò di nuovo nel tempio e tutto il popolo andava da lui. Ed egli sedette e si mise a insegnare loro. Allora gli scribi e i farisei gli condussero una donna sorpresa in adulterio, la posero in mezzo e gli dissero: «Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio.

    Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?». Dicevano questo per metterlo alla prova e per avere motivo di accusarlo. Ma Gesù si chinò e si mise a scrivere col dito per terra. Tuttavia, poiché insistevano nell’interrogarlo, si alzò e disse loro: «Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei». E, chinatosi di nuovo, scriveva per terra.

    Quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani. Lo lasciarono solo, e la donna era là in mezzo. Allora Gesù si alzò e le disse: «Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?». Ed ella rispose: «Nessuno, Signore». E Gesù disse: «Neanch’io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più».

     

    Riflessione frammenti di vita

    Raccolgo lo sfogo di una coppia di ultraottantenni che così parlavano del figlio: “Ci siamo rivolti a psicologi, medici e preti e tutti ci hanno detto che nostro figlio è un ragazzo fragile che va compreso e protetto più che rimproverato. L’abbiamo fatto, ma ora siamo stanchi”. “Quanti anni ha il ragazzo?” chiedo. “Ne ha 45 e dopo aver girato il mondo e iniziato mille cose senza terminarne una, ha deciso di tornare a casa.

    Ma io non ce la faccio più e sono disposto a lasciargli la casa per andare in affitto. Mia moglie invece sostiene che non si lascia un figlio in balia delle fragilità”. Parole che mi ricordano quel che diceva un docente di fisica: “Il diamante è l’elemento più fragile che esista, perché è il più duro”. Cioè fragilità e durezza sono connesse. Ma fragile è il vetro, il cristallo, la porcellana ecc. non l’uomo fatto di carne e ossa, che ha in sé un nucleo forte e consistente cioè l’anima.

    Per questo sono sicuro che le fragilità del figlio non riusciranno a mettere in crisi i genitori i quali sanno di avere una anima che dà loro l’invincibile forza dei miti. Invece è la durezza con cui il figlio protegge sé e le sue fragilità, che rischia di mandargli in frantumi la vita, a meno che non si impegni a ritrovare dentro di sé quel nucleo intimo che tiene insieme tutto: la sua di anima.

     

    Intenzione di preghiera

    Affinché ci avviciniamo alla celebrazione dei misteri pasquali con animo rinnovato dalla preghiera, dal digiuno e dalla carità.  

     

    Don’t Forget! Grandi figure del clero bergamasco

    Beato Alessandro Dordi Martire

    1931-1991

    Nato il 22-1-1931 a Gandellino (Bergamo), prima di essere prete chiede di far parte della “Comunità Missionaria del Paradiso, che manda preti nelle diocesi che ne sono carenti. Così, dopo l’ordinazione, nel 1954 è inviato nel Polesine, colpito dall’alluvione del 1951 e bisognoso di riscatto e speranza. Vi resta fino al 1965, quando va a lavorare tra gli emigrati italiani in Svizzera. Qui resta fino al 1979, facendo anche il prete operaio in una fabbrica di orologi a Le Locle; poi la scelta della missione “ad gentes”: prima pensa al Burundi, poi sceglie il Perù.

    Vi arriva, “col biglietto aereo di sola andata”, nel 1980, assegnato alla parrocchia del Señor Crucificado a Santa, diocesi di Chimbote: un vasto territorio, povero e sottosviluppato, in cui è chiamato a portare pane e Vangelo. Crea un Centro per la promozione della donna e un’associazione per le madri, fornendo gli strumenti per piccoli lavori di taglio e cucito, organizzando corsi di pronto soccorso, igiene e salute. Le chiesette e le canoniche costruite nella valle del rio Santa sono un modo per far sentire Dio vicino alla gente.

    Convinto che il missionario non è conquistatore ma servitore e amico, si sforza di non “presentarsi con una superiorità che impedisca di mettersi accanto agli altri come uguale e servitore”. Talmente “uguale”, ricordano i confratelli, che “indossava le abarcas, sandali fatti con i copertoni delle macchine e cinghie di gomma cioè le stesse calzature della gente comune”. È sobrio anche nel mangiare e nel vestire, fino a non comprare la pompa per l’acqua ed a non avere in casa né doccia né acqua corrente.

    La sua pastorale incentrata su famiglia e ruolo della donna è, per lui, l’antidoto contro i movimenti guerriglieri come Sendero Luminoso, che accusano i missionari di essere servi dell’imperialismo perché distribuiscono gli aiuti della Caritas e proclamano la giustizia e la verità del Vangelo. Lo capiscono perfettamente anche i guerriglieri, che poco dopo il suo arrivo sentenziano “Quello lì o se ne va o lo ammazziamo”.

    Pur sentendo il loro fiato sul collo, non modifica la severità dei suoi giudizi sugli abusi e sui loschi affari dei guerriglieri, che gestiscono traffici di prostituzione e giri di droga e quando in città compare la scritta “straniero, il Perù sarà la tua tomba”, capisce subito che è indirizzata a lui.  “Adesso torno laggiù e mi uccideranno”, dice ai suoi, salutandoli dopo un breve periodo di vacanza in Italia. “La prossima volta non sbaglieremo mira”, gli fanno sapere nel 1991, quando sfugge a un attentato che riduce la macchina su cui viaggia insieme al vescovo a un colabrodo.

    I confratelli gli consigliano di tornare in Italia in attesa che si calmino le acque e per curare i suoi polmoni malati, ma pensando ai suoi parrocchiani dice subito: “se li abbandono anch’io, non hanno proprio più nessuno”. Il 9 agosto 1991 i guerriglieri uccidono due frati polacchi a Pariacoto. Lui scrive: “La situazione del Perù è angosciosa. Ogni giorno ci chiediamo: a chi toccherà oggi?». La risposta non si fa attendere a lungo: il 25-8-1991 i guerriglieri gli tendono un’imboscata mentre ritorna da una celebrazione in un villaggio e si sta dirigendo verso un altro per l’ultima messa della giornata.

    Risparmiano i due catechisti, mentre a lui sparano alla testa e al cuore. “È un martire della fede”, ha sentenziato la Chiesa, dopo un’accurata indagine, il 3-2-2015. Don Sandro Dordi è stato beatificato a Chimbote il 5-12, 1° prete diocesano “fidei donum” a essere beato. Il suo corpo riposa nel cimitero del suo paese natale.

     

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