martedì 2 ottobre ’18

    XXVII Settimana del tempo ordinario

     

     

    Proverbio del giorno

    Ogni filo d’erba ha un proprio Angelo che lo incoraggia sussurrandogli: Cresci!  (Talmud)

     

    Iniziamo la Giornata Pregando (agli angeli Custodi)

    O Dio, che nella tua misteriosa provvidenza mandi dal cielo i tuoi Angeli a nostra custodia e protezione, fa’ che nel cammino della vita siamo sempre sorretti dal loro aiuto per essere uniti con loro nella gioia eterna. Per il nostro Signore…Amen

     

    SS Angeli Custodi

    “Angelo” c’è 175 volte nel N. T. e 300 nell’A.T. che li suddivide in 9 gerarchie: Cherubini, Serafini, Troni, Dominazioni, Potestà, Virtù celesti, Principati, Arcangeli, Angeli. Oggi il tema degli Angeli, riecheggia nei media nei film e in spot pubblicitari. Ma per i credenti continuano a essere gli amici che Dio ci ha posto accanto per proteggerci e guidarci a lui

     

    Ascoltiamo la Parola di Dio (Mt 18, 1-5.10)

    I discepoli si avvicinarono a Gesù dicendo: «Chi dunque è più grande nel regno dei cieli?».  Allora chiamò a sé un bambino, lo pose in mezzo a loro e disse: «In verità io vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli. Perciò chiunque si farà piccolo come questo bambino, costui è il più grande nel regno dei cieli. E chi accoglierà un solo bambino come questo nel mio nome, accoglie me. Guardate di non disprezzare uno solo di questi piccoli, perché io vi dico che i loro angeli nei cieli vedono sempre la faccia del Padre mio che è nei cieli». 

     

    BREVE COMMENTO AL VANGELO

    Gli angeli non possono essere sconfitti né sedotti e tanto meno sedurre, essi che ci custodiscono in tutte le nostre vie. Sono fedeli, sono prudenti, sono potenti. Perché trepidare? Soltanto seguiamoli, stiamo loro vicini e restiamo nella protezione del Dio del cielo.

     

    Riflessione Per Il Giorno

    E’ interessante il vademecum che Mons. Mario Delpini, Arcivescovo di Milano, propone in “Reverendo che maniere. Piccolo galateo pastorale” Delpini parla di quei preti “furbi” che sarebbero: 1) ACCECATI DAL CARRIERISMO cioè fanno di tutto per conseguire scopi ai quali tengono molto, anche se c’entrano poco con il loro ministero. 2) CHE SI GIUSTIFICANO IN OGNI MODO: prima o poi arrivano là dove vogliono, anche a costo di trascurare i servizi del ministero, come visitare gli infermi, consolare gli afflitti, prendersi cura dei piccoli, essere disponibili per tutti. 3) CHE DELEGANO SEMPRE AI PIU’ GIOVANI: affidano gli impegni difficili ai più giovani, per poi lamentarsi di «questi preti giovani che non sono più come una volta…». 4) CHE SI GARANTISCONO LA RICCHEZZA PERSONALE: se viene loro chiesto di spendersi con generosità o essere disponibili per un altro incarico fanno presenti difficoltà e pongono condizioni tali che il Vescovo si scoraggia e in futuro non chiederà loro più nulla. 5) CHE RAGGIRANO I VESCOVI: appena ricevono un incarico ne diventano padrini, senza più badare alle indicazioni del vescovo, se non per dichiarare di saper fare di meglio. Ma alla fine bisogna sempre “NON GIUDICARE GLI ALTRI”: «Dobbiamo ringraziare Dio – conclude Delpini – che il nostro presbiterio sia composto di preti zelanti e respingere la tentazione di giudicare gli altri».

     

    Intenzione del giorno

    Preghiamo perché i nostri angeli custodi ci proteggano da ogni pericolo e avversità

     

    Don’t forget!

    Giornata internazionale della non violenza: si commemora nella data di nascita di Gandhi.

     

    236° quadro de “1.000 quadri più belli del mondo”

    PIETER DE HOOCH: IL CORTILE 1658 – olio su tela – 73 x 60 cm – National Gallery Londra

     

    Pieter de Hooch (1629–1684) è un pittore olandese; primo dei 5 figli del muratore Hendrick e di Annetge, a 16 anni studiò ad Haarlem sotto la guida di Nicolaes Berchem, appena rientrato dal soggiorno in Italia. La sua carriera si svolse all’Aia, ad Amsterdam e soprattutto a Delft, dove realizzò opere che ritraevano scene di vita familiare della borghesia locale. I soggetti richiamano lo stile di Vermeer e le soluzioni luministiche di Rembrandt, ma appartengono alla pittura di genere, con scene tratte dalla vita di tutti i giorni, anche se trasfigurate da un intima, altissima poesia. La sua pittura gioca sul contesto culturale e sociale e fornisce una testimonianza precisa della società olandese del XVII secolo.

    Nel quadro in questione infatti la targa collocata sopra la porta è giunta sino a noi e conferma come il pittore ritraesse con estrema fedeltà ciò che vedeva…in questo caso è il cortile interno di una casa di Delft. La porta aperta sulla strada approfondisce lo spazio e crea notevoli effetti luminosi; l’interno del cortile a sua volta racchiude e protegge non solo la vita degli abitanti, ma anche i loro sentimenti e affetti come si può notare dallo sguardo vicendevole che mamma e figlia si scambiano sui gradini. Un’altra porta spalancata fa intuire uno spazio ancor più protetto e nascosto allo sguardo. La cura estrema –quasi fotografica- per i dettagli corrisponde alla tradizione fiamminga e conferma il tono intimistico, raccolto del racconto dove tutto acquista valore e nulla è insignificante, come avviene nella vita di chi ama ed è ricambiato nell’affetto. Si tratta di un quadro notevole, che anticipa Vermeer e che è certamente il più bello di de Hooch.    

     

     

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