Martedì 22 novembre 2022

     

    XXXIV Settimana tempo ordinario

     

    Aforisma del giorno di Etty Hillesum

    Ognuno deve raccogliersi e distruggere in se stesso ciò per cui ritiene di dover distruggere gli altri.

     

    Preghiera del giorno dal Salmo 119,112-120 (15.a parte)

    Signore, io detesto gli animi incostanti e amo la tua legge. Tu sei mio rifugio e mio scudo, spero nella tua parola. Allontanatevi da me o malvagi, osserverò i precetti del mio Dio. Sostienimi secondo la tua parola e avrò vita, non deludermi nella mia speranza.

    Sii tu il mio aiuto e sarò salvo, gioirò sempre nei tuoi precetti. Tu disprezzi chi abbandona i tuoi decreti, perché la sua astuzia è fallace. Consideri scorie tutti gli empi della terra, perciò amo i tuoi insegnamenti. Tu fai fremere di spavento la mia carne, io temo i tuoi giudizi. Amen

     

    Santo del giorno

    Riguardo a Cecilia, venerata come martire e onorata come patrona dei musicisti, è difficile reperire dati storici completi ma a sostenerne l’importanza è la certezza storica dell’antichità del suo culto.

    Due i fatti accertati: il «titolo» basilicale di Cecilia è antichissimo, sicuramente anteriore all’anno 313, cioè all’età di Costantino; la festa della santa veniva già celebrata, nella sua basilica di Trastevere, nell’anno 545.

    Sembra inoltre che Cecilia sia stata sepolta nelle Catacombe di S. Callisto, in un posto d’onore, accanto alla cosiddetta «Cripta dei Papi», trasferita poi da Pasquale I nella cripta della basilica trasteverina.

    La famosa «Passio», un testo più letterario che storico, attribuisce a Cecilia una serie di drammatiche avventure, terminate con le più crudeli torture e conclusesi con il taglio della testa.

     

    Parola di Dio del giorno Luca 21,5-11

    Mentre alcuni parlavano del tempio, che era ornato di belle pietre e doni votivi, Gesù disse: «Verranno giorni nei quali, di quello che vedete, non sarà lasciata pietra su pietra che non sarà distrutta».

    Gli domandarono: «Maestro, quando dunque accadranno queste cose e quale sarà il segno che staranno per accadere?». Rispose: «Badate di non lasciarvi ingannare. Molti infatti verranno nel mio nome dicendo: “Sono io”, e: “Il tempo è vicino”.

    Non andate dietro a loro! Quando sentirete di guerre e di rivoluzioni, non vi terrorizzate, perché prima devono avvenire queste cose, ma non è subito la fine».

    Poi diceva loro: «Si solleverà nazione contro nazione e regno contro regno, e vi saranno in diversi luoghi terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandiosi dal cielo.

     

    Riflessione del giorno – Frammenti di vita

    Nelle vite dei “padri del deserto” si racconta di un monaco che, a forza di digiunare, si era fatto fama di asceta; ma temendo di cadere in superbia, decise di chiedere consiglio a un monaco ritenuto santo.

    Lo trovò che stava pregando e impagliando cesti: così sedette accanto a lui e gli espose i suoi dubbi, aspettando che terminasse le orazioni per avere la risposta. Ma l’attesa si prolungò così tanto che decise di interrompere il silenzio e disse: “Abba, beneditemi, perché devo andare”.

    L’altro gli rispose: “Hai educato la tua bocca a non nutrirsi, ma non le tue orecchie. Va’ e impara a far digiunare anche l’udito, custodendo il silenzio”. Mi è venuto in mente questo “apoftegma” ascoltando un tale che davanti a un gruppo di persone, si vantava di aver vinto la dipendenza dal gioco che l’aveva rovinato: “Sono riuscito a uscire dal vizio grazie alla mia forza di volontà, perché volere è potere!”.

    Ma un altro dei presenti, suo compagno di avventure (e di vizi), gli fece notare: “Guarda che tu non sei uscito dalla dipendenza, ma l’hai solo cambiata. È vero che non giochi più alle macchinette, ma è altrettanto vero che ora stai attaccato tutto il giorno allo smartphone”. Perché una delle astuzie del vizio è che sa riciclarsi così bene, da riuscire a sembrare una virtù.

     

    Intenzione di preghiera per il giorno

    Nel giorno di S. Cecilia, preghiamo per i musicisti e i cantori, i cori parrocchiali e i compositori.

     

    Don’t forget! 1000 quadri più belli del mondo

    JOHN GLOVER (1767-1849):

    VISTA DI CASA E GIARDINO DELL’ARTISTA A MILLS PLAINS TERRA DI VAN DIEMEN

    1835 – Olio su tela – 76 x 114 cm. – Art Gallery of South Australia Adelaide

    Nel 1831 quando arrivò in Tasmania (Australia) l’affermato pittore paesaggista inglese John Glover aveva circa 60 anni. Sebbene in patria i suoi paesaggi romantici avessero riscosso molto entusiasmo, l’artista scelse di voltare le spalle alle scene inglesi che gli avevano fruttato molto successo e accettò le sfide poste da un ambiente nuovo come quello australiano.

    Quelle nuove ambientazioni, gli permisero di lavorare con uno sguardo rinnovato e lo liberarono dalla meticolosità precedente. Le vaste distese di terra arida tipiche del nuovo ambiente, i verdi grigiastri del paesaggio e la luce radiosa del nuovo continente entrarono così nei dipinti di Glover che documentò con maestria la straordinaria peculiarità degli alberi e la bellezza sublime degli orizzonti sconfinati.

    L’effetto di questo modo di dipingere –come si può vedere nel quadro che presentiamo- rasenta il surreale. L’artista contrappone infatti la scena di una casa (la sua) con un giardino appena piantato e ricco di fiori inglesi disposti in file precise, al paesaggio aperto e ignoto dello sfondo.

    Il soggetto del dipinto riflette la capacità del pittore di far ricorso alla sensibilità inglese per ricreare una casa e un eden tutto suo, in un ambiente straniero e in gran parte inesplorato. Per questo Glover è oggi a merito considerato il padre della pittura di paesaggio australiana.   

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