Martedì 30 maggio 2023

     

    IV settimana Tempo Ordinario

     

    Aforisma di Arthur Schopenhauer 1788-1860

    “Il destino può mutare, la nostra natura mai.”

     

    Preghiera colletta

    Signore, se la porta del mio cuore dovesse restare chiusa un giorno, abbattila ed entra, non andare via. Se le corde del mio cuore, non dovessero cantare il tuo nome un giorno, ti prego aspetta, non andare via. Se non dovessi svegliarmi al tuo richiamo un giorno, svegliami con la tua pena, non andare via. Se un altro sul tuo trono io dovessi porre un giorno, mio Signore eterno, non andare via. Amen

     

    Santo del giorno

    Figlia di contadini, analfabeta, lasciò giovanissima la casa paterna per seguire il volere di Dio, rivelatole da voci misteriose, secondo il quale avrebbe dovuto liberare la Francia dagli Inglesi. Da re Carlo VII ottenne di poter cavalcare alla testa di un’armata e riuscì a liberare Orleans e a riportare la vittoria di Patay.

    Lasciata sola per la diffidenza della corte e del re, Giovanna non poté condurre a termine, secondo il suo progetto, la lotta contro gli Anglo-Borgognoni; fu dapprima ferita alle porte di Parigi e nel 1430, mentre marciava verso Compiegne, fatta prigioniera dai Borgognoni, che la cedettero agli Inglesi.

    Tradotta a Rouen davanti a un tribunale di ecclesiastici, dopo estenuanti interrogatori fu condannata per eresia ed arsa viva. Fu riabilitata nel 1456. Venne beatificata da Pio X il 18-4-1909 e canonizzata il 16-5-1920 da papa Benedetto XV.

     

    Parola di dio del giorno Marco10,28-31

    In quel tempo, Pietro prese a dire a Gesù: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito». Gesù gli rispose: «In verità io vi dico: non c’è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi per causa mia e per causa del Vangelo, che non riceva già ora, in questo tempo, cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi, insieme a persecuzioni, e la vita eterna nel tempo che verrà. Molti dei primi saranno ultimi e gli ultimi saranno primi».

     

    Riflessione le Nuove Lettere di Berlicche

    Caro Malacoda, ti lamenti che hai troppo da fare per cercare di mandare qua sotto (inferno) quanti più umani è possibile, ma la verità è che finirebbero quaggiù anche senza il tuo intervento. Forse non sei tu a essere un pessimo tentatore, sono i mortali ad essere dei pessimi tentati. Pensare che ci siano umani buoni e umani cattivi è fuorviante e sbagliato ed è la fonte dei tuoi problemi.

    Gli umani sono tutti cattivi, solo che alcuni appartengono a fazioni opposte. Il guaio è che anche la loro cattiveria è cattiva. Là sulla Terra troverai gente che seguirà ogni moda, adorerà ogni idolo, ignorerà ogni iniquità. Una cattiveria banale, quotidiana. Non la malvagità creativa dei grandi peccatori, ma un’oscurità dell’anima fatta in serie. Peccati compiuti senza traccia di originalità: accettano il male non perché gli dicono sì, ma perché non sanno dire di no.

    Quando anche credano al Nemico-che-sta-lassù (Dio), non lo temono più, perché pensano che avrà misericordia di loro; mentre lui avrà misericordia solo di chi lo teme. A noi che rimane da fare, se non raccogliere quanto è stato seminato ed è seccato al sole? Penso sia ora di finirla con le manfrine e procedere all’ultimo raccolto. Difficilmente avremo condizioni più favorevoli di adesso.

    In fondo il modo più rapido per arrivare al cuore dell’uomo è attraverso il suo petto. Preparati: non so se Nostro-Padre-che-sta-Quaggiù (il demonio) accetterà di anticipare la mietitura, ma penso sia quasi ora di goderci per l’eternità il risultato del nostro lavoro. Il tuo affezionatissimo zio Arci-demonio Berlicche. 

     

    Intenzione di preghiera per il giorno

    Preghiamo per la chiesa perché non si preoccupi di non essere capita, ma tema solo di uniformare la sua condotta a quella del mondo che non riconosce Dio per andare d’accordo con tutti.

     

    Don’t forget! 1000 quadri più belli del mondo

    JULES BRETON: IL PERDONO DI KERGOAT

    1891 – olio su tela – 123 x 234 cm – Musée de Beaux Arts de Quimper Bretagna Francia

    Il pittore francese JULES BRETON proveniva da una famiglia borghese di origini contadine del Pas-de-Calais. Studiò all’Ecole des Beaux-Arts di Parigi e si distinse per le scene di genere agreste e per i suoi paesaggi, che gli valsero l’appellativo di “pittore della vita di i campi”. Nel 1865, tramite il suo amico Emmanuel Lansyer, scoprì una cittadina poco conosciuta della Bretagna, Douarnenez dove tornò 18 volte, affascinato dal folklore e dal profondo sentimento religioso dei bretoni.

    Il quadro che oggi presentiamo raffigura proprio un momento di questa religiosità: la domenica dopo l’Assunzione, il perdono di Kergoat a Quéménéven riuniva migliaia di fedeli dalle parrocchie vicine. L’artista in questo quadro rappresenta “la processione dei miracoli” che si svolgeva dopo i vespri. Insieme, al suono dei tamburi, i pellegrini con i ceri in mano, compiono un giro attorno alla cappella prima di entrarvi.

    Alle spalle delle confraternite coi loro gonfaloni e dei penitenti che camminano scalzi, giovani donne portano le statue di S. Anna e S. Margherita. Poi segue la folla. Seduti fra le tombe o poggiati ai muri della cappella, i mendicanti chiedono l’elemosina; una giovane coppia si inginocchia al passaggio delle statue. Jules Breton partecipò al perdono di Kergoat nel 1890, realizzò sul posto molti studi di teste e di volti e schizzi della processione.

    Poi, nel suo studio di Parigi, realizzò questa grande composizione. Esposta a Parigi al Salon del 1891, poi alle Esposizioni Universali di Chicago e Parigi nel 1893 e nel 1900, la tela fu ritrovata in una collezione americana e poi acquisita nel 1994 grazie a una sottoscrizione di 1.177 appassionati della località francese, simbolo dell’attaccamento di questa regione al suo patrimonio.

     

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