martedì 6 novembre ’18

    XXXI Settimana del tempo ordinario

     

     

    Proverbio del giorno

    «Chi nasce è bello, chi si sposa è buono e chi muore è santo»

     

    Iniziamo la Giornata Pregando

    O Dio, Padre della vita e autore della risurrezione, davanti a te anche i morti vivono; fa’ che la parola del tuo Figlio seminata nei nostri cuori, germogli e fruttifichi in ogni opera buona, perché in vita e in morte siamo confermati nella speranza della gloria. Per Cristo nostro Signore. Amen

     

    Beati 498 martiri spagnoli

    Beatificati da parte di papa Benedetto XVI, nel 2007 a Roma, i 498 martiri spagnoli sono la più folta schiera di testimoni della fede mai elevata alla gloria degli altari nei tempi moderni dalla Chiesa Cattolica. Le vittime dell’odio alla fede cristiana nella persecuzione religiosa della Guerra Civile Spagnola nella prima metà del XX secolo superarono il milione, colpendo persone di ogni età e classe sociale: vescovi, sacerdoti, religiosi e laici. E’ stato appurato che anarchici e comunisti si proponevano di annientare la Chiesa Cattolica spagnola.

     

    Ascoltiamo la Parola di Dio (Luca 14,12-14)

    Uno dei commensali disse a Gesù: «Beato chi mangerà il pane nel regno di Dio!». Gesù rispose: «Un uomo diede una grande cena e fece molti inviti. All’ora della cena, mandò il suo servo a dire agli invitati: Venite, è pronto. Ma tutti, all’unanimità, cominciarono a scusarsi. Il primo disse: Ho comprato un campo e devo andare a vederlo; ti prego, considerami giustificato. Un altro disse: Ho comprato cinque paia di buoi e vado a provarli; ti prego, considerami giustificato. Un altro disse: Ho preso moglie e perciò non posso venire. Al suo ritorno il servo riferì tutto questo al padrone. Allora il padrone di casa, irritato, disse al servo: Esci subito per le piazze e per le vie della città e conduci qui poveri, storpi, ciechi e zoppi. Il servo disse: Signore, è stato fatto come hai ordinato, ma c’è ancora posto. Il padrone allora disse al servo: Esci per le strade e lungo le siepi, spingili a entrare, perché la mia casa si riempia. Perché vi dico: Nessuno di quelli che erano stati invitati assaggerà la mia cena».

     

    BREVE COMMENTO AL VANGELO

    Nella nostra epoca, ricca di conquiste e speranze, non mancano poteri che finiscono per produrre una cultura dello scarto e questa tende a divenire mentalità comune. Le vittime di tale cultura sono gli esseri umani più deboli e fragili, che rischiano di essere “scartati” da un ingranaggio che dev’essere efficiente a tutti i costi. Questo falso modello di uomo attua un ateismo pratico negando la Parola di Dio che dice: “Facciamo l’uomo a nostra immagine, secondo la nostra somiglianza” (cfr. Gen 1,26)».

     

    Riflessione del Giorno (Frammenti di vita)

    Il giovane viveva in casa con la mamma vedova (era figlio unico) e di tanto in tanto invitava a pranzo uno o una dei colleghi della scuola. “Invita pure chi vuoi –raccomandava paziente la mamma- ma avvisami prima…”. Lui arrivava puntualmente senza preavviso e i due si gettavano sul cibo senza curarsi della padrona di casa che si friggeva un uovo e spariva dalla vista. A dire il vero un giorno il figlio le aveva detto: “Siediti con noi a mangiare” ma lei aveva risposto di non voler disturbare e se ne era andata via con la sua solita frittura. Anni dopo, invitato a cena dall’anziana mamma, si erano lasciati andare ai ricordi e la conversazione era caduta su quei pranzi che sapevano d’imboscata. A questo punto fu il professore a ricevere da sua madre una lezione che non avrebbe più dimenticato: “Allora mi chiedevi perché mangiassi solo uova: eri troppo giovane o distratto per capire che il tuo invitato mangiava la mia parte e a me non restava nulla. Ma non volevo che facessi brutta figura coi tuoi amici e cucinavo un uovo, perché non c’era altro in casa…si era poveri allora, anche se tu non te ne sei mai accorto. A proposito: a me le uova fritte non sono mai piaciute”.     

     

    Intenzione del giorno

    Preghiamo per le vittime del maltempo e per chi ha perduto i propri cari e i propri beni.

     

    Don’t forget! 340° quadro de: “1.000 quadri più belli del mondo”

    DIEGO VELASQUEZ: LAS MENINAS. 1656 – Olio su tela – 320 x 276 – Museo del Prado – Madrid

     

    E’ uno dei quadri più celebri dell’arte barocca e della pittura di tutti i tempi. Committente: la Famiglia reale di Spagna. Il titolo: Las Meninas viene dal portoghese, da menina = “damigella d’onore” ed è associato a quest’opera a partire dall’800. Il titolo originale era “El Cuadro de la Familia”. La scena: Nell’ampia sala, il pittore (lo stesso Velasquez) è intento a ritrarre, su una grande tela, i reali di Spagna che, nella finzione pittorica, occupano lo spazio dello spettatore e dei quali si scorgono i busti riflessi nello specchio sulla parete di fondo della stanza (richiamo a Van Eyck). Si tratta di re Filippo IV e della consorte, la regina Marianna d’Austria. Al centro la figlia, l’infanta Margherita, attorniata dal personale di corte: due damigelle d’onore, (meninas) che assistevano l’infanta fino all’adolescenza: quella di sinistra che offre la brocca d’acqua è doña Maria Augustina, mentre quella di destra, nell’atto di inchinarsi, è doña Isabel de Velasco. I nani avevano il compito di distrarre l’infanta durante le ore di posa per il dipinto. A destra Nicolasito Pertusato col piede appoggiato sulla schiena di un mastino castigliano dall’aria mansueta e accanto a lui la nana deforme Mari-Bàrbola. Alle spalle Marcela de Ulloa, addetta al servizio delle dame della Regina, con vestito da monaca e Diego Ruiz de Azcona, funzionario di corte. Sul fondo, nell’atto di entrare nella stanza, José Nieto Velasquez, maresciallo e forse parente del pittore. La scena è illuminata anteriormente da destra in maniera ampia, ed esalta i personaggi principali.

    Anche dal fondo arriva uno scorcio di luce, attraverso la porta di accesso alla stanza. La stanza è probabilmente lo studio del pittore, ampia e con molti dipinti alle pareti. In particolare sopra lo specchio vi sono 2 quadri mitologici di Rubens e Jordaens. Il pittore si ritrae con la Croce rossa dell’ordine di Santiago, particolare che egli aggiungerà 3 anni dopo la conclusione del quadro, quando gli sarà conferita l’onorificenza. Attraverso il gioco di controcampo lo spettatore si trova collocato nello stesso luogo dove stanno i sovrani ed è come proiettato all’interno del quadro e coinvolto nella rappresentazione. In altre parole, i due protagonisti del ritratto –cioè il re e la regina- sono collocati fuori campo, esattamente come noi spettatori e sono rappresentati solo grazie al gioco dello specchio di fondo. In questo modo i protagonisti scompaiono e gli spettatori (cioè l’infanta e le persone che l’attorniano) diventano protagonisti. Con questo quadro, Velasquez riesce a creare un’opera insieme molto concettuale e di straordinario realismo, non solo perché è rappresentazione fedele della realtà, ma anche perché ci aiuta a capire la differenza che c’è tra l’arte (che rappresenta la realtà) e la realtà stessa. La prima è un modo di isolare dalla realtà solo alcuni aspetti che noi preferiamo, e di aggiustarli secondo le nostre preferenze di ordine estetico o concettuale. La realtà, invece, è un continuo, caotico e informe, dove i principi dell’arte sono solo una finzione.

     

     

     

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