mercoledì 1 luglio ’20

     

     

    nell’immagine un dipinto di Charles West Cope

     

    XIIIa Settimana del Tempo Ordinario

     

    Proverbio del Giorno –  «Mentre nuoti non dimenticare i vestiti lasciati sulla riva (Arabia)»

     

    Iniziamo la giornata pregando

    Apri Signore la mia bocca a benedire il tuo santo nome. Purifica il mio cuore da tutti i vani, cattivi e importuni pensieri. Illumina l’intelletto, infiamma l’anima mia perché possa pregare degnamente, attentamente e devotamente e meritare di essere esaudito al cospetto della tua maestà. Amen.

     

    Santo del Giorno

    Oggi la Chiesa ricorda il PREZIOSISSIMO SANGUE DI GESU’ Il sangue versato da Gesù per l’umanità fu oggetto di culto sin dai primi secoli dell’era cristiana, ma la devozione si accrebbe dall’XI sec collegata alla devozione eucaristica. La festa fu introdotta a Roma nel 1849; papa Pio X fissò il 1º luglio.  Oggi si ricordano anche il B. ANTONIO ROSMINI (1797 – 1855) S. ARONNE e S. ESTER

     

    Parola di Dio del giorno

    In quel tempo, giunto Gesù all’altra riva, nel paese dei Gadareni, due indemoniati, uscendo dai sepolcri, gli andarono incontro; erano tanto furiosi che nessuno poteva passare per quella strada. Ed ecco, si misero a gridare: «Che vuoi da noi, Figlio di Dio? Sei venuto qui a tormentarci prima del tempo?». A qualche distanza da loro c’era una numerosa mandria di porci al pascolo; e i demoni lo scongiuravano dicendo: «Se ci scacci, mandaci nella mandria dei porci». Egli disse loro: «Andate!». Ed essi uscirono, ed entrarono nei porci: ed ecco, tutta la mandria si precipitò giù dalla rupe nel mare e morirono nelle acque. I mandriani allora fuggirono e, entrati in città, raccontarono ogni cosa e anche il fatto degli indemoniati. Tutta la città allora uscì incontro a Gesù: quando lo videro, lo pregarono di allontanarsi dal loro territorio».

     

    Riflessione per il Giorno (Frammenti di vita)

    1° anno delle superiori: il professore di Lettere entra in classe con un cartellone bianco e, dopo averlo fissato alla lavagna e segnato con il pennarello un punto nero nel candore del foglio, chiede alla classe: “Cosa vedete?”. Tutti rispondiamo: “Un punto nero”. E lui: “Possibile che nessuno abbia fatto caso a tutto il bianco che c’è attorno?”. A noi adolescenti la trovata allora non fece né caldo né freddo, ma a distanza di anni riconosco che la provocazione un senso ce l’aveva, anzi più di uno. L’esperienza infatti aiuta a capire che nonostante tu faccia tutto il possibile per tenere pulito il foglio della tua vita, se ti capiterà di sbagliare cioè di macchiare il foglio, la gente ricorderà solo quel punto nero, dimenticando tutto il bianco intorno. Non solo. Il mondo di oggi ha deciso che c’è un modo semplice per risolvere il problema delle macchie: cambiare il colore del foglio da bianco a grigio o nero, perché su questi sfondi le macchie risaltano di meno. Infatti per evitare i tormenti interiori è sufficiente rendere più grigia la vita e meno limpida la coscienza: gli sbagli si notano di meno e uno vive più tranquillo. Infine se proprio non si può proprio fare a meno di macchiare il foglio, basta imparare a disporre le macchie con gusto, con stile: un foglio a pois può essere persino attraente. E convincere altri ad aggiungere anche la loro di macchia, perché si sa che mal comune è mezzo gaudio…    

     

    Intenzione del giorno

    Preghiamo per la Chiesa, affinché non si stanchi di testimoniare la verità e di vivere la carità anche in mezzo agli attacchi del mondo.

    Don’t Forget: – 100 immagini che hanno cambiato il mondo

    L’Avana, 1960. Il ritratto che ha reso un’icona internazionale Che Guevara. L’autore della fotografia, Alberto Korda, con la celebre immagine (AP Photo)

     

     

    Sono cresciuti assieme, hanno sposato due sorelle con le quali vivevano nella stessa casa a Fornovo S. Giovanni e hanno seguito la stessa fine, uccisi in due ospedali diversi dal coronavirus a 22 ore di distanza l’uno dall’altro. È la tragica storia dei fratelli Sandro (67 anni) e Dino (66) Spampati, originari di Calcio ma trapiantati a Fornovo dopo il matrimonio. Contagiato dal Covid 19 Sandro, che è molto noto sul territorio per essere stato l’allenatore di diverse società calcistiche di Fornovo e dei paesi limitrofi, è stato trasportato d’urgenza all’ospedale di Treviglio: «Era da alcuni giorni che aveva la febbre – racconta la figlia Marzia, consigliere comunale di Misano- Si è alzato per andare al bagno e si è accasciato per mancanza di ossigeno. È stato orribile vedere un uomo grande e grosso come mio padre non riuscire a reggersi in piedi per la difficoltà di respirare».  Il fratello Dino, invece, è stato portato in ospedale prima a Seriate e poi ad Alzano. Per entrambi non c’è poi stato nulla da fare: Dino, che aveva due figli, Marco e Giuseppe, è morto a mezzogiorno del 24-3. Sandro, che oltre a Marzia aveva come figlia Roberta, il 25-3. La notizia ha creato sgomento in paese. I due fratelli erano stimati e apprezzati: «Non si sono mai tirati indietro per il bene della comunità» ha commentato ieri il vicesindaco di Fornovo Fabio Carminati.  E tanti sono i messaggi di cordoglio arrivati dalle società calcistiche della Pianura di cui Sandro, con un passato da portiere alle spalle, era stato allenatore, dai settori giovanili alla prima squadra: «Ciao “Mister Spampa” – è il messaggio della Juventina Covo – Purtroppo la notizia della tua scomparsa ci ha raggiunti e non possiamo fare a meno di ricordare i momenti fantastici che abbiamo passato con te sulla nostra panchina, dentro e fuori dal campo. Ti vogliamo ricordare così, con il sorriso e con la simpatia che ti hanno sempre contraddistinto». L’allenatore s’era seduto sulle panchine di molte società della zona: dopo una lunga militanza alla guida del «suo» Fornovo (dal 1989 al 1996), si era fatto apprezzare su tanti altri campi di 1.a e 2.a categoria. Con passione e disponibilità, aveva condotto anche la squadra dei Dilettanti Csi della Juventina Covo, poi quest’anno aveva preso in mano le redini dell’Urgnanese in Terza categoria, chiamato dall’amico e diesse Nello Zanardi. Vi era rimasto per tutto il girone di andata, prima delle dimissioni a dicembre. «Era come avere due padri» E grande era l’affetto che univa i due fratelli e le loro famiglie: «Io nella mia vita – sostiene ancora Marzia – ho sempre detto di avere due padri perché anche mio zio avrebbe fatto tutto per le sue nipoti. È ingiusto quello che è accaduto loro».    

     

     

     

     

     

     

     

     

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