mercoledì 14 aprile ’21

     

    Seconda Settimana di Pasqua

     

    Proverbio del giorno

    L’enorme quercia nasce da un piccolo seme, la grande torre comincia da un mucchietto di terra.

    Un viaggio di mille chilometri inizia dal primo passo.

     

    Preghiera del giorno

    O Gesù, che con la tua risurrezione hai trionfato sul peccato e sulla morte, e ti sei rivestito di gloria e di luce immortale, concedi anche a noi di risorgere con te, per poter incominciare insieme con te una vita nuova, luminosa, santa.

    Opera in noi, o Signore, il divino cambiamento che tu operi nelle anime che ti amano: fa’ che il nostro spirito, trasformato mirabilmente dall’unione con te, risplenda di luce, canti di gioia, si slanci verso il bene.

    Amen

     

    ALFONSO di SIVIGLIA. Nato in Andalusia (Spagna), da famiglia molto devota, Alfonso ebbe una educazione cristiana che lo portò in seguito ad entrare nel convento mercedario di Siviglia.

    Religioso umilissimo, fu alla guida di alcuni tra i più modesti conventi dell’Ordine come Uncastillo e Sanguesa. Re Giovanni II°, mediante una cedola del 5 febbraio 1472, nel concedergli pieno potere sul paese di Sanguesa, lo definì “onesto e religioso, fedele e bene amato”.

    Dopo una vita tutta dedita al Signore, un giorno, mentre stava recandosi a Barcellona, morì santamente lungo la strada nelle vicinanze di Lérida, pregando davanti ad una grande croce. Era l’anno 1495.

     

    La parola di dio del giorno – Giovanni 3,16-21

    Gesù disse a Nicodemo:

    «Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna.

    Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui.

    Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio.

    E il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno amato più le tenebre che la luce, perché le loro opere erano malvagie.

    Chiunque infatti fa il male, odia la luce, e non viene alla luce perché le sue opere non vengano riprovate.

    Invece chi fa la verità viene verso la luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio».

     

    Riflessione per il giorno

    In giornate dove raramente si vede la luce del sole – a causa delle emergenze, dei problemi e dell’oppressiva cappa fantasmatica del virus – può essere utile una citazione che aiuti a raddrizzare la vita.

    “…Il solo appropriato stato del cuore è gioia. Il cielo che ora vedi, non l’hai mai visto prima. Il momento perfetto è adesso. Sii felice di esso”. (Terry Pratchett).

    E sì, vale anche in una stanza con le serrande chiuse. Perché ogni momento che viviamo ci è donato.

    Non abbiamo fatto niente per averlo. É davvero prezioso, perché noi non possediamo davvero le cose di questa terra, ma solo questo unico, imperdibile, gratuito attimo che stiamo vivendo qui e ora: è tutto nostro, è la sola cosa che davvero ci appartiene perché noi siamo totalmente definiti da esso.

    Non ci saremmo senza di lui, lui non avrebbe senso senza di noi. Oh, che grande cosa esserci…!

     

    L’intenzione di preghiera per il giorno

    Preghiamo per gli anziani soli nelle loro case o nei ricoveri, perché trovino attenzione e affetto nel prossimo e benedizione in Dio.

     

    Don’t forget! – Storia dei Martiri Cristiani 

     

    La dinastia Fatimide

    e la persecuzione

    di Al-Hakim bi-Amr Allah

     

    I FATÌMIDI sono una dinastia musulmana SCIITA, che dominò sul Nord Africa, dell’Egitto e della Siria, dal sec. 10º al 12º.

    Sorse in Tunisia per opera di ‛UBAIDALLĀH un emissario del movimento ismailita, che si presentò come Mahdī (una sorte di Messia islamico) discendente da Fāṭima figlia del profeta Maometto.

    Nella seconda metà del sec. 10º, la dinastia nata da ‛Ubaidallāh conquistò l’Egitto e vi si trasferì.

    L’apogeo della potenza fatimide in Egitto sta tra la fine del 10º e la prima metà dell’11º sec., quando, conquistata la Palestina e la Siria, essa divenne il maggiore califfato musulmano del Mediterraneo e dette all’Egitto un’insuperata floridezza.

    La decadenza iniziò alla fine del sec. 11º, con discordie dinastiche interne (scismi religiosi), la perdita dei possedimenti d’Asia a opera dei Crociati, e il prevalere di autonomi emirati curdi e turchi.

    Da uno di questi proveniva quel Saladino che nel 1171 pose fine al califfato fatimide d’Egitto, restituendo il paese all’ortodossia sunnita.

     

    Questa mappa presenta i luoghi della massima espansione della dinastia Fatimide

     

    Al-Hakim bi-Amr Allah fu il sesto Imām fatimide e regnò dal 1000 al 1021, anche se nominalmente era già succeduto a suo padre nel 996.

    Cairo, aprile 1003: il non ancora diciottenne califfo Al-Hakim convoca a palazzo i dieci più notabili funzionari copti della sua amministrazione e senza giri di parole comunica loro: “Lasciate la vostra fede e abbracciate l’Islam e io farò di voi i miei ministri”. Yuhanna (Giovanni) Abu Najah al Kabir chiede un giorno di riflessione.

    Gli altri si rifiutano e sono torturati: i quattro che accettano di apostatare sono liberati; gli altri sono flagellati fino alla morte o decapitati.

    Yuhanna tornato a casa raduna parenti e amici e comunica la decisione di non voler apostatare a costo anche del martirio e di aver chiesto un giorno per poter salutarli l’ultima volta.

    Il giorno dopo quando comunica la decisione, il Califfo ordina che siano inflitti 500 e ancora 500 colpi di flagello: Yuhanna muore dopo 800 frustate, ma Al Hakim ordina di infierire fino ai 1000 colpi prescritti.

    Inizia così la prima persecuzione sistematica dei cristiani: in 17 anni 30.000 chiese sono distrutte; molti sacerdoti uccisi, i cristiani sono obbligati a portare al collo una croce di legno di mezzo metro e di 2 Kg e ½ di peso e perdono quasi tutti i loro diritti… Com’era da attendersi, molti cristiani copti abbracciarono l’Islam.

    L’episodio più doloroso fu però la distruzione del S. Sepolcro a Gerusalemme iniziata nel 1009: la basilica paleocristiana fu abbattuta fino alle fondamenta e il sepolcro quasi interamente demolito così come l’altura del Calvario e i luoghi circostanti.

    La morte misteriosa del Califfo mise fine a un periodo di terrore non solo per i cristiani, ma anche per gli ebrei e gli islamici sunniti.    

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