mercoledì 17 febbraio ’21

     

    inizia il Tempo di Quaresima

     

    Frase del giorno Papa Francesco

    “Quaresima: tempo propizio per prendere coscienza di quanto lo Spirito S. ha operato e opera in noi”.

     

    Iniziamo la Giornata Pregando – preghiera colletta

    Dio, nostro Padre, concedi al popolo cristiano di iniziare col digiuno un cammino di vera conversione, per affrontare vittoriosamente con le armi della penitenza, della carità e della preghiera il quotidiano combattimento contro lo spirito del male. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen

     

    TEODORO di AMASEA Soldato romano

    Teodoro era stato trasferito ad Amasea, in Anatolia (Turchia) al tempo dell’imperatore Galerio (IV sec.). Lì li raggiunse un ordine: tutti dovevano sacrificare agli Dei. Teodoro, cristiano, che si rifiutò, fu torturato, imprigionato e bruciato vivo.

     

    Ascoltiamo la Parola di Dio (Matteo 6,1-6.16-18)

    Gesù disse ai discepoli: «State attenti a non praticare la vostra giustizia davanti agli uomini per essere ammirati da loro, altrimenti non c’è ricompensa per voi presso il Padre vostro che è nei cieli. Dunque, quando fai l’elemosina, non suonare la tromba davanti a te, come fanno gli ipòcriti nelle sinagoghe e nelle strade, per essere lodati dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, mentre tu fai l’elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra, perché la tua elemosina resti nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà. E quando pregate, non siate simili agli ipòcriti che, nelle sinagoghe e negli angoli delle piazze, amano pregare stando ritti, per essere visti dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu preghi, entra nella tua camera, chiudi la porta e prega il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà. E quando digiunate, non diventate malinconici come gli ipòcriti, che assumono un’aria disfatta per far vedere agli altri che digiunano. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu digiuni, profùmati la testa e làvati il volto, perché la gente non veda che tu digiuni, ma solo il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà».

     

    Riflessione Per Il Giorno – La Quaresima

    Il mercoledì delle Ceneri apre il tempo della Quaresima. Lo spirito di preghiera, penitenza e carità che caratterizza la conversione al Signore, si esprime simbolicamente nel rito della cenere sparsa sul capo. Il cristiano le adotta come “simbolo austero” del cammino spirituale, per riconoscere che il nostro corpo, formato dalla polvere, ritornerà tale e come un sacrificio reso al Dio della vita in unione con la morte del suo Figlio Unigenito. È per questo che il mercoledì delle Ceneri ci riporta all’evento della Risurrezione di Gesù, che noi celebriamo rinnovati interiormente e con la ferma speranza che i nostri corpi saranno trasformati a immagine di quello di Gesù. Il rinnovamento pasquale è proclamato per tutta l’umanità dai credenti in Gesù Cristo, che, seguendo l’esempio del divino Maestro, praticano il digiuno dai beni e dalle seduzioni, che il Maligno ci presenta per farci cadere in tentazione. La riduzione del nutrimento del corpo è un segno della disponibilità del cristiano all’azione dello Spirito e della solidarietà con coloro che aspettano nella povertà la celebrazione dell’eterno e definitivo banchetto pasquale. Così dunque la rinuncia ad altri piaceri e soddisfazioni legittime completerà il quadro richiesto per il digiuno, trasformando questo periodo di grazia in un annuncio profetico di un nuovo mondo, riconciliato con il Signore.

     

    Intenzione del giorno

    Preghiamo perché tutti i battezzati vivano intensamente questo tempo di grazia e di conversione.

     

    Don’t forget!

    Orario SS. Messe in Chiesa grande della Casa centrale via Gavazzeni 3 a Bergamo:

    ore 7,30 – ore 18,00 – ore 20,30. Dopo ogni eucaristia il rito delle ceneri.

    Santi e beati della carità

    Beato Richard Henkes

    sacerdote e martire

    1900-1945

     

    “Einer muss da sein es zu sagen”

    Qualcuno deve essere lì, per dirlo.

    Richard Henkes nacque il 26-5-1900 a Ruppach, nel Westerwald in Germania. Con l’intenzione di diventare missionario pallottino in Camerun, nel 1912 si trasferì dalla sua scuola statale a una scuola pallottina di nuova costruzione a Vallendar. Richard Henkes partecioò con entusiasmo alla vita della appena fondata Comunità di vita cristiana e diventò direttore della sezione “Missioni”. Nel 1918 fu arruolato nel servizio militare a Darmstadt, dove capì che da militare non avrebbe potuto realizzare gli alti ideali che si era prefissato. Nel 1919 conseguì il diploma di maturità ed entrò nella comunità Pallottina. Nel 1921 emise i voti e, dopo aver superato una crisi spirituale, fu ordinato sacerdote nel 1925 a Limburgo. Henkes insegnò ai giovani delle scuole Pallottine di Schönstatt e delle Alpi. Per evitare di essere arruolato nella Wehrmacht, il vicario generale Nathan von Branitz gli diede l’incarico di amministratore della parrocchia di Strandorf (1941-1943) nella regione di Hlučín. A causa di queste attività e del suo parlare chiaro, entrò quasi subito nel mirino delle autorità e fu chiamato più volte dalla Gestapo. In una predica prese la difesa dei degenti disabili di un ospedale, deportati in un campo di concentramento: la sorte di quegli uomini la sentì sua e quel discorso vibrò come quello di un profeta, in difesa del suo popolo.

    Le sue parole non passarono inosservate e l’8 aprile 1943, Richard Henkes viene arrestato dalla Gestapo e trasferito al campo di concentramento di Dachau dove fu obbligato a svolgere lavori forzati in condizioni subumane. Nonostante ciò, rimase saldo nella fede, condividendo il cibo con gli altri e incoraggiando i suoi compagni di cella. A Dachau incontrò e parlò molto con l’allora professore Josef Beran, che sarebbe poi diventato Arcivescovo e Cardinale di Praga. Nonostante non fosse molto dotato per le lingue, imparò il ceco, perché dopo la guerra voleva restare come cappellano in Oriente. Nella primavera del 1944, verso la fine della guerra, a Dachau scoppiò una grande epidemia di tifo e tra i preti tedeschi prigionieri furono acelti volontari disposti a dedicarsi alla cura dei malati. Sebbene Henke sapesse che era l’epidemia era una minaccia mortale, si fece assegnare alla baracca dei malati per prendersi cura di loro. Dopo poche settimane si ammalò e morì il 22 febbraio 1945. La chiesa lo ha proclamato beato.

     

     

     

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