mercoledì 24 gennaio ’18

    3.a settimana del tempo ordinario

     

    nell’immagine una fotografia di Letizia Battaglia, un obiettivo puntato contro la mafia

     

    Proverbio del giorno

    ARBORE DEIECTA, QUIVIS LIGNA COLLIGIT = Quando cade l’albero, ognuno corre a far legna

     

    Iniziamo la Giornata pregando (preghiera per l’unità)

    “Signore, voglio compiacerti e fare la Tua volontà, ma sai che il mio cuore è debole. Sai che, senza la Tua grazia, da me non può uscire nulla di buono. Caro Padre, attraverso per i meriti conquistati da Gesù sulla croce, aiutami. Dedico questa giornata e tutta la mia vita per onorare Lui”.

     

    FRANCESCO DI SALES (Thorens Savoia, 21-08-1567 – + Lione 28-12-1622)

    Vescovo di Ginevra, fu uno dei grandi maestri di spiritualità degli ultimi secoli. Scrisse l’Introduzione alla vita devota (Filotea) e altre opere ascetico-mistiche, dove propone una via di santità accessibile a tutte le condizioni sociali, fondata interamente sull’amore di Dio, compendio di ogni perfezione (Teotimo). Fondò con santa Giovanna Fremyot de Chantal l’Ordine della Visitazione. Con la sua saggezza pastorale e la sua dolcezza seppe attirare all’unità della Chiesa molti calvinisti.

     

    Ascoltiamo la Parola di Dio (Mc 4,1-20)

    In quel tempo, Gesù si mise di nuovo a insegnare lungo il mare. E si riunì attorno a lui una folla enorme, tanto che egli salì su una barca e là restò seduto, stando in mare, mentre la folla era a terra lungo la riva. Insegnava loro molte cose in parabole e diceva loro nel suo insegnamento: «Ascoltate. Ecco, uscì il seminatore a seminare. Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada e vennero gli uccelli e la divorarono. Un’altra cadde fra i sassi, dove non c’era molta terra, e subito spuntò perché non c’era un terreno profondo; ma quando si levò il sole, restò bruciata e, non avendo radice, si seccò. Un’altra cadde tra le spine; le spine crebbero, la soffocarono e non diede frutto. E un’altra cadde sulla terra buona, diede frutto che venne su e crebbe, e rese ora il trenta, ora il sessanta e ora il cento per uno». E diceva: «Chi ha orecchi per intendere intenda!». 

     

    Riflessione Per Il Giorno (S. Francesco di Sales)

    “Bisogna tener conto per certo che gli uomini hanno il dono della ragione e dell’intelletto e che si ottiene più con la carità che non il rigore che esaspera soprattutto gli ignoranti e gli incolti…da tempo ho sperimentato come la dottrina deve essere catechizzata in mezzo al popolo, con magnanimità e pazienza, mentre dev’essere denunciata l’eresia senza alcuna compassione. La compassione è per gli uomini, non per l’eresia…Vi supplico! Restate molto uniti a Gesù Sacramentato, al Cristo Crocefisso, meditate e pregate; restate uniti a Nostra Signora del Rosario e pregate ai Santi Angeli Custodi in tutte le vostre cose. Fate ciò che potete come meglio potete, ma fatelo con sincerità e onestà unitamente alla santa dottrina cattolica, così da non suscitare scandali ai Protestanti. Abbiate fiducia in Dio che s’Egli vuol concedervi grazie, lo benediremo, se non vorrà lo benediremo lo stesso… Non v’è ignoranza o analfabetismo che regga di fronte alle predicazioni sui Novissimi: inculcateli nella mente e nel cuore affinché vi siano di segnale della via da percorrere…”

     

    Intenzione del giorno

    Preghiamo per i giornalisti e per tutti coloro che lavorano nel campo dell’informazione.

     

    E…don’t forget

    FRANCESCO DI SALES È PATRONO DEI GIORNALISTI per l’abitudine di diffondere fogli manoscritti con le proprie omelie, infilandoli sotto i portoni delle case private o affiggendoli ai muri. Ai L’Eco (a cui il Patronato è legato da sempre in una relazione di reciproco sostegno) i nostri più cari auguri.

     

    199° Quadro de “I 1.000 quadri più belli del mondo”

     

    Che questo meraviglioso dipinto fosse il capolavoro assoluto di Caravaggio romano, certamente lo pensavano anche i francesi quando lo requisirono nel 1797 per esporlo nel Museé Napoleon di Parigi, l’unico fra i quadri del Caravaggio sottratto alle chiese della capitale. Restituita a Roma nel 1817, la Deposizione da allora entrò a far parte della Pinacoteca Vaticana dove la si può ammirare tuttora. L’episodio che Caravaggio mette in figura è l’atto che, nel rito giudaico, immediatamente precede l’inumazione vera e propria. Il corpo di Cristo, tolto dalla croce, verrà spogliato, disteso sulla grande pietra per essere lavato, unto, profumato.

     

    MICHELANGELO MERISI detto il CARAVAGGIO: DEPOSIZIONE DI CRISTO 1602 – OLIO SU TELA – 300 X 203 CM – PINACOTECA VATICANA – ROMA

    Non è la pietra che coprirà e sigillerà il sepolcro, ma quella destinato ai riti funerari, che in latino era detta lapis untionis. Si notino i personaggi: il braccio a penzoloni di Gesù ricorda quello di nella Pietà di Michelangelo. Nicodemo: è l’unico fra i personaggi del quadro che volge lo sguardo a chi osserva e assomiglia in modo impressionante a M.A. Bonarroti. Dietro di lui ci sono i testimoni storici della Passione e della Morte del Signore: c’è il grido disperato di Maria di Cleofa che alza le braccia al cielo urlando tutta la sua disperazione…C’è S. Maria Maddalena che piange tutte le sue lacrime; la Madre, con il volto impietrito dal dolore, Giovanni che sfiora per una ultima carezza il corpo del Maestro amato. E poi c’è la pietra, la vera protagonista del quadro, che presenta a noi il suo angolo

    e fa venire in mente il Sal. 118: “La pietra scartata dal costruttore è diventata testata d’angolo”. Cristo è la pietra scartata dalla storia…eppure noi sappiamo, Caravaggio sa, che su quella pietra riposa la speranza di salvezza per ognuno di noi. Quando il celebrante che celebrava la Messa all’altare dov’era collocato il quadro, nel momento della consacrazione, elevava l’ostia (Hoc est enim corpus meum) essa si trovava allineata col corpo di Cristo e con l’angolo della pietra profetica. Il messaggio non poteva essere più efficace e più immediatamente comprensibile. L’opera, nel suo insieme, è semplice e grandiosa allo stesso tempo e ritrae il momento in cui Gesù Cristo sta per essere seppellito nella tomba interrata: il punto di vista in cui si colloca il fruitore è basso (la pala d’altare è posta in alto sopra l’altare) di modo che il fruito è come se guardasse da dentro la tomba, al di qua della pietra spostata per far calare il corpo. Un meraviglioso capolavoro insomma da contemplare con calma e davanti al quale pregare in silenzio.

     

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