venerdì 5 febbraio ’21

     

    nell’immagine una fotografia di Erik Johansson – artista e fotografo svedese

     

    IVa Settimana Tempo Ordinario

     

    La Frase del giorno (don Bosco)

    L’educazione è cosa del cuore e Dio solo ne è il padrone e noi non potremo riuscire a cosa alcuna, se Dio non ce ne insegna l’arte e non ce ne mette in mano le chiavi.

    05-02-1975 – 05-02-2021:

    OGGI RICORRE IL 46° ANNIVERSARIO

    DELLA MORTE DI

    DON BEPO VAVASSORI

    Ore 18,00: S. Messa solenne nella Chiesa grande del PSV in via Gavazzeni 3 Bergamo.

     

    Preghiera del giorno (preghiera dell’educatore)

    Da dove viene Signore la sete di gioia che avvertiamo nel cuore? Chi, se non Tu, ci hai messo il desiderio di una vita piena, bella, senza fine? Grazie per averci creati per il bene, di aver fatto delle nostre esistenze una meraviglia di misericordia. Vogliamo continuare a lasciarci educare dalla comunità cristiana ad avere lo sguardo di Gesù sulla vita e siamo ancora una volta pronti ad accompagnare le persone che ci affidi nell’avventura del crescere e del vivere.Scegli (il) benesarà il nostro motto per ricordarci che sei Tu il vero Bene, Padre buono, amante della vita! Amen

     

    AGATA vergine e martire

    a Catania, ancora fanciulla, nella persecuzione di Decio verso il 230 d. C. conservò nel martirio illibato il corpo e integra la fede, offrendo la testimonianza per Cristo.

     

    Ascoltiamo la Parola di Dio (Marco 6,14-29)

    Il re Erode sentì parlare di Gesù, perché il suo nome era diventato famoso. Si diceva: «Giovanni il Battista è risorto dai morti e per questo ha il potere di fare prodigi». Altri invece dicevano: «È Elìa». Altri ancora dicevano: «È un profeta, come uno dei profeti». Ma Erode, al sentirne parlare, diceva: «Quel Giovanni che io ho fatto decapitare, è risorto!». Proprio Erode, infatti, aveva mandato ad arrestare Giovanni e lo aveva messo in prigione a causa di Erodìade, moglie di suo fratello Filippo, perché l’aveva sposata. Giovanni infatti diceva a Erode: «Non ti è lecito tenere con te la moglie di tuo fratello». Per questo Erodìade lo odiava e voleva farlo uccidere, ma non poteva, perché Erode temeva Giovanni, sapendolo uomo giusto e santo, e vigilava su di lui; nell’ascoltarlo restava molto perplesso, tuttavia lo ascoltava volentieri. Venne però il giorno propizio, quando Erode, per il suo compleanno, fece un banchetto per i più alti funzionari della sua corte, gli ufficiali dell’esercito e i notabili della Galilea. Entrata la figlia della stessa Erodìade, danzò e piacque a Erode e ai commensali. Allora il re disse alla fanciulla: «Chiedimi quello che vuoi e io te lo darò». E le giurò più volte: «Qualsiasi cosa mi chiederai, te la darò, fosse anche la metà del mio regno». Ella uscì e disse alla madre: «Che cosa devo chiedere?». Quella rispose: «La testa di Giovanni il Battista». E subito, entrata di corsa dal re, fece la richiesta, dicendo: «Voglio che tu mi dia adesso, su un vassoio, la testa di Giovanni il Battista». Il re, fattosi molto triste, a motivo del giuramento e dei commensali non volle opporle un rifiuto. E subito il re mandò una guardia e ordinò che gli fosse portata la testa di Giovanni. La guardia andò, lo decapitò in prigione e ne portò la testa su un vassoio, la diede alla fanciulla e la fanciulla la diede a sua madre. I discepoli di Giovanni, saputo il fatto, vennero, ne presero il cadavere e lo posero in un sepolcro.

     

    La Riflessione Del Giorno (Don Bepo Vavassori)

    Giuseppe Vavassori nasce il 19-07-1988 (l’anno della morte di don Bosco) a Osio Sotto, decimo dei 17 figli di Battista e Caterina Cella. Entra in Seminario a 12 anni e il 27-05-1912 è ordinato prete da Mons. Radini Tedeschi assistito da don Angelo Roncalli, futuro Giovanni XXIII. Curato di Branzi, 2 anni dopo è nominato parroco di Trabucchello. Ma nel 1915 scoppia la 1a guerra mondiale ed è chiamato alle armi come cappellano militare: sono anni duri, in cui però don Bepo si fa notare per generosità ed eroismo. Congedato, nel 1921 è nominato parroco di Olmo al Brembo. Nel 1925 il Vescovo Marelli lo chiama in Seminario e a l’Eco di Bergamo: sceglie di abitare con le sorelle Santina e Tranquilla al Carmine in Città Alta, dove viene a contatto con il Patronato S. Vincenzo per giovani operai fondato dal conte Colleoni. Gli si chiede di farsi carico dei giovani ospitati e accetta. Il 9-10-1927 si sposta con i ragazzi in Città Bassa alla Malpensata dove in una fabbrica di laterizi abbandonata ha inizio il suo Patronato. E’ la straordinaria avventura di fede e di carità segnata dalla Provvidenza che porterà il piccolo seme iniziale a sviluppi grandiosi, tanto che alla sua morte avvenuta il 5-2-1975 a Bergamo, 50.000 ragazzi e giovani lo “chiamavano padre” e a 94 anni dagli inizi il carisma del fondatore è più che mai vivo nell’impegno dei suoi successori, preti e laici.

     

    Intenzione del giorno

    Perché i responsabili e collaboratori del Patronato mettano a frutto l’eredità educativa e caritativa di don Bosco, don Bepo e di tutti i preti e laici del Patronato che hanno servito Dio e amato il prossimo.

     

    Don’t Forget!

     

     

     

     

     

    Condividi questa!

    Informazioni sull'autore

    Potrebbe piacerti anche

    Nessun commento

    È possibile postare il commento di prima risposta.

    Lascia un commento

    Please enter your name. Please enter an valid email address. Please enter a message.

    WP2Social Auto Publish Powered By : XYZScripts.com