VI settimana di Pasqua
nella fotografia un quadro di Pieter Paul Rubens – Romolo e Remo allattati dalla lupa
Proverbio del giorno
«Se amando gli altri non sei riamato, rifletti se sei davvero benevolo (Cina)»
Preghiera del giorno
“Signore, tu ci hai promesso che la nostra tristezza sarebbe diventata gioia dopo che te ne saresti andato, mantieni la tua promessa e mandaci il tuo Spirito Paraclito, perché trasformi la nostra vita con la sua presenza e perché la tua verità si manifesti in noi e nel mondo con tutta la sua forza.”
Beda venerabile
Dedicò la vita a preghiera, studio e insegnamento: della sua produzione restano opere esegetiche, ascetiche, scientifiche, storiche. L’Historia Ecclesiastica Gentis Anglorum è un monumento letterario da cui emerge l’universalità della Chiesa. Studioso di tempra e gran lavoratore lasciò nei suoi scritti l’impronta dello spirito umile e sincero, saggezza e discernimento.
Parola di Dio del giorno (Gv 16,16-20)
Disse Gesù ai suoi discepoli: «Ancora un poco e non mi vedrete; un po’ ancora e mi vedrete». Dissero allora alcuni dei suoi discepoli tra loro: «Che cos’è questo che ci dice: Ancora un poco e non mi vedrete, e un po’ ancora e mi vedrete, e questo: Perché vado al Padre?». Dicevano perciò: «Che cos’è mai questo “un poco” di cui parla? Non comprendiamo quello che vuol dire». Gesù capì che volevano interrogarlo e disse loro: «Andate indagando tra voi perché ho detto: Ancora un poco e non mi vedrete e un po’ ancora e mi vedrete? In verità, in verità vi dico: voi piangerete e vi rattristerete, ma il mondo si rallegrerà. Voi sarete afflitti, ma la vostra afflizione si cambierà in gioia.»
Riflessione Per Il Giorno (Anthony de Mello)
Per trentacinque anni il grande pittore Paul Cézanne (1839-1906) visse nell’ombra, producendo capolavori che regalava ai vicini ignari. Amava tanto il suo lavoro, che non lo sfiorava neppure l’idea che avrebbe potuto ottenere dei riconoscimenti e non sospettava che un giorno sarebbe stato considerato il padre della pittura moderna. Egli deve la sua celebrità a un commerciante di il quale ebbe occasione di vedere alcuni suoi dipinti, ne raccolse un certo numero e presentò al mondo dell’arte la prima mostra dedicata a Cézanne. Tutti ebbero così la sorpresa di trovarsi di fronte a un grande maestro. Quest’ultimo era altrettanto stupito. Arrivò alla galleria d’arte appoggiato al braccio del figlio e, quando vide i suoi quadri in esposizione, non riuscì a trattenere la sua meraviglia. Rivolgendosi al figlio, esclamò: “Guarda, li hanno incorniciati!”
Intenzione del giorno
Preghiamo per gli ospiti africani di Patronato, Caritas e Ruah e per chi si prende cura di loro.
172° QUADRO DE “I 1.000 QUADRI PIÙ BELLI DEL MONDO”
Quest’opera di Veronese fu realizzata su commissione per decorare la parete di fondo del refettorio del Monastero benedettino di S. Giorgio Maggiore a Venezia progettato dal Palladio. Le misure dell’opera sono così monumentali da dare l’impressione che il refettorio avesse una parete aperta sullo spazio dove avveniva la scena biblica. La grandezza del dipinto non ha scoraggiato Napoleone che lo fece togliere dal telaio e lo trasportò in Francia dove tutt’ora si trova. Veronese immagina la scena ambientata durante un lussuoso matrimonio a lui contemporaneo immerso nelle architetture classiche.
Si mescola il sacro della rappresentazione a elementi lussuosi e ludici dell’epoca. Spuntano infatti saltimbanchi, nani, vesti sontuose e tanti animali (cerchi di colore verde). Questo quadro ci chiede però di “leggerlo” cogliendone il significato. Proviamo allora a leggere questo quadro come se fosse un libro (da sinistra a destra). A destra troviamo un servitore che porge del vino a un ospite (1), subito sotto un altro capovolge la giara che risulta vuota: “E’ venuto a mancare il vino”. Veronese fa seguire la narrazione verso sinistra utilizzando le linee ottiche dei bracci della tavola e ci fa arrivare con l’occhio ai due protagonisti “c’era la madre di Gesù. Fu invitato anche Gesù con i suoi discepoli” (2). Attorno a Gesù c’è concitazione, ma lui è calmo e guarda l’osservatore, lo interroga in un certo senso. Come rispondiamo allo sguardo? Un servitore parla con Maria e non con Gesù, perché sarà la madre a chiedere il segno. Il miracolo si compie (3). Un uomo riccamente vestito, forse il coppiere, tiene in mano il nuovo vino e subito al di sotto come nella scena 1 un servitore capovolge la giara che stavolta è piena. Un perfetto parallelismo narrativo e visivo. Ma come interpretare visivamente un versetto come: «Che ho da fare con te, o donna? Non è ancora giunta la mia ora»? Veronese inserisce nella composizione una scena peculiare (la possiamo osservare evidenziata nella composizione con due cerchi azzurri). Perfettamente in asse con Gesù sopra la balaustra due servi stanno macellando della carne per il banchetto, chiaro richiamo alla passione, che diventa così chiave di lettura del miracolo.
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