LIMITE –  Le 12 parole del percorso educativo

     

    4a parola: “LIMITE”

     

    Oggi molti lamentano è che i ragazzi sembrano non avere più il senso del limite: credono cioè di poter fare tutto ciò che vogliono, vivere come se gli altri non esistessero, ignorare regole e infrangere leggi, comportarsi come se tutto fosse dovuto, pretendere ogni cosa senza merito né restituzione ecc.

    Quanti genitori lamentano di non riuscire a tenere sotto controllo i figli e quanti insegnanti si rassegnano all’impossibilità di avere un po’ di ordine e di disciplina dalla classe, ma non dovrebbero lamentarsi di ciò che sono stati loro a provocare…

    Di fronte all’incapacità degli adulti di fissare limiti e al rifiuto dei minori a farsi limitare, risultano profetiche le parole di F. Nietzsche nel testo famoso sull’ultimo uomo (che è l’uomo d’oggi cioè noi): “Nessun pastore e un solo gregge. Chi vuole ancora dominare? Chi vuole obbedire? L’una e l’altra cosa sono troppo impegnative. Tutti vogliono la medesima cosa, tutti sono uguali; chi la pensa diversamente, va diritto al manicomio”.

    Eppure non bisogna essere geni per capire che il limite segna tutta la vita dell’uomo: ci piaccia o no, morire si deve…e se non è limite questo! Un antico testo destinato ai monaci, ma valido per tutti recita: “Non dire tutto ciò che sai; non fare tutto ciò che puoi; non dare tutto ciò che hai” (Speculum asceticum) che è poi un modo di ammettere che siamo limitati, che il “tutto” non appartiene a noi, ma solo a Dio.

    Ancora: l’altro, il prossimo è l’opportunità, ma anche il limite che sono chiamato a riconoscere e a rispettare e Dio lo è ancora di più: “pensavi forse che io fossi come te? Ti rimprovero: ti pongo innanzi i tuoi peccati” (Salmo 49,21). Sarà per questo che l’uomo insofferente nei confronti delle limitazioni non accetta Dio che dopo aver creato il mondo lo dona all’uomo tutto, meno due alberi: quello della vita e quello della conoscenza del bene e del male (Genesi 2,15-16).

    Dopo aver liberato il suo popolo dalla schiavitù d’Egitto, gli traccia il limite dei 10 comandamenti (Esodo 20,1-17) a garanzia che la libertà una volta conquistata non vada più perduta. Quando poi Gesù sarà chiamato a rinnovare l’antica alleanza, lo farà andando oltre (senza annullarlo) il limite della legge, indicando l’amore come forma suprema di libertà (“ama e fa’ quel che vuoi” dirà S. Agostino) ma anche come limite, argine estremo e invalicabile contro il male che imprigiona e distrugge. Queste poche righe hanno messo in evidenza alcune cose:

    1) non può andare oltre i suoi limiti chi non è disposto a riconoscerli

    2) Dio, l’altro, il mondo sono l’opportunità e il limite che ci aiuta a capire chi siamo e come dobbiamo comportarci.

    3) legge e coscienza (ne riparleremo!) mi limitano è vero, ma mi offrono l’opportunità di realizzare davvero me stesso e di vivere una vita buona e pienamente umana.

    4) Libertà infine non è infrangere i limiti per far quel che si vuole, ma vincere il male che imprigiona e costringe (questo sì che è il vero limite!) per scegliere il bene che moltiplica le opportunità di vita e dilata la libertà.               

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