giovedì 10 giugno ’21

     

    10.a Settimana Tempo Ordinario

     

    Proverbio del giorno

    Arrivata la gloria svanisce la memoria.

     

    Preghiera S. Francesco

    Noi tutti, in ogni luogo, in ogni ora e in ogni tempo, ogni giorno crediamo veramente e umilmente e teniamo nel cuore e amiamo, onoriamo adoriamo, serviamo, lodiamo e benediciamo, glorifichiamo ed esaltiamo, rendiamo grazie all’altissimo e sommo eterno Dio, Trinità e Unità, Padre e Figlio e Spirito Santo, Creatore di tutte le cose e Salvatore di tutti coloro che credono e sperano in lui e amano lui, che è senza inizio e senza fine, immutabile, invisibile, inenarrabile, ineffabile, incomprensibile, ininvestigabile, benedetto, degno di lode, glorioso, sopra esaltato, sublime, eccelso, soave, amabile, dilettevole e tutto sempre sopra tutte le cose desiderabile nei secoli dei secoli. Amen.

     

    Santo del giorno

    BEATA DIANA DEGLI ANDALÒ VERGINE. Nacque a Bologna verso il 1200. Ammiratrice dei primi Predicatori, quando nel 1219 San Domenico andò a Bologna, Diana, con altre giovani, fece nelle sue mani il voto di vita religiosa.

    L’anno dopo chiese di poter fondare un monastero, ma il vescovo negò la sua autorizzazione. Il 22 luglio 1221 Diana entrò nel monastero delle Canonichesse di Ronzano, ma ne fu strappata dai parenti con la violenza; nel trambusto, la ragazza ebbe una costola rotta.

    San Domenico la consolò con lettere, oggi perdute. Poté tuttavia tornare a Ronzano, dove dimorò fino al giugno 1223.

    Dopo che il beato Giordano di Sassonia, successore di S. Domenico, ebbe fondato il monastero di Sant’Agnese, Diana vi vestì l’abito dell’Ordine e ne fu eletta superiora. Morì nel 1236.

     

    Parola di Dio del giorno – Matteo 5,20-26

    Gesù disse ai suoi discepoli: «Io vi dico: se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli.

    Avete inteso che fu detto agli antichi: “Non ucciderai”; chi avrà ucciso dovrà essere sottoposto al giudizio.

    Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio.

    Chi poi dice al fratello: “Stupido”, dovrà essere sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: “Pazzo”, sarà destinato al fuoco della Geènna.

    Se dunque tu presenti la tua offerta all’altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all’altare, va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna a offrire il tuo dono.

    Mettiti presto d’accordo con il tuo avversario mentre sei in cammino con lui, perché l’avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia, e tu venga gettato in prigione.

    In verità io ti dico: non uscirai di là finché non avrai pagato fino all’ultimo spicciolo!».

     

    Riflessione del giorno

    Una volta S. Pietro si preoccupò notando in Cielo la presenza di varie anime che non si ricordava di aver fatto entrare dalla porta. Iniziò allora a indagare, e alla fine trovò il posto dal quale passavano.

    Andò diligentemente dal Signore e gli disse: “Gesù, mi sono reso conto che qui ci sono varie anime che non mi ricordo di aver lasciato entrare.

    Ho fatto un po’ di indagini e ho scoperto da dove stanno entrando. Vorrei che lo vedessi Tu stesso”.

    Gesù, con tutta la Sua serenità, accompagnò S.  Pietro e vide che infatti c’era un punto dal quale entravano continuamente anime in cielo.

    Un po’ allarmato, S. Pietro suggerì: “Non dovremmo chiudere questo ingresso, Signore?” E Gesù, sorridente e perfino divertito dalla scena, rispose: “No, no… Lascia stare. È una cosa di Mamma!” Maria aveva lasciato un enorme rosario appeso alla finestra, e attraverso di esso una fila di anime saliva costantemente fino al Cielo.

    Non è un caso che si dica che quando i peccatori stessi si chiudono le porte del Paradiso con il peccato Maria apre loro la finestra, perché trovino sempre una nuova opportunità.

     

    Intenzione di preghiera del giorno

    Perché non ci stanchiamo di perdonare al prossimo, così come Dio non si stanca di perdonare a noi.

     

    Don’t forget! Santi della carità

    BEATO GENNARO MARIA SARNELLI (1702 -1744)

    Nacque a Napoli il 12 settembre 1702 da Angelo, barone di Ciorani, nel palazzo del duca Zapata, vicino al Palazzo reale.

    Nel 1722 si laureò in diritto canonico e civile ed esercitò l’avvocatura fino al 1728, in questi anni di professione conobbe il grande s. Alfonso Maria de’ Liguori e ancora laico si associò al gruppo che gravitava intorno a s. Alfonso, nell’animazione delle “Cappelle serotine”, assemblee popolari di preghiera e di formazione religiosa.

    Nel 1728 lasciò la professione di avvocato ed entrò nel seminario diocesano e fu ordinato sacerdote l’8 giugno 1732; intanto s. Alfonso il 9 novembre di quell’anno, fondò a Scala vicino Amalfi, la nuova Congregazione del SS. Redentore (Redentoristi); Gennaro Sarnelli lo raggiunse un anno dopo ed insieme intrapresero una serie di missioni in tutta la Costiera Amalfitana e nei paesi dell’entroterra.

    Ma nel 1736 di comune accordo, ritornò a Napoli, dove intraprese una lotta gigantesca per la redenzione delle meretrici, vera piaga della Napoli di allora, ne convertì moltissime, che provvide a sistemare con onesti matrimoni dando loro una dote, collocandole presso famiglie sicure o chiudendole in conservatori; per le incorreggibili ottenne una disposizione dal re Carlo III, che le limitava in alcuni sobborghi della città.

    Per questa sua opera meritevole, fu minacciato varie volte di morte da quanti sfruttavano le povere donne, ma egli non desistette, dichiarando: “Che si sarebbe chiamato fortunato se, per quest’opera di tanta gloria di Dio, avesse perduto anche la vita”.

    Si adoperò inoltre per l’assistenza religiosa e materiale ai “facchinelli”, ragazzi sfruttati per il lavoro minorile, una piaga questa diffusa nel meridione d’Italia.

    D’accordo con S. Alfonso, organizzò a partire dal 1741, una missione nei sobborghi di Napoli, raccogliendo un successo incredibile, al punto che il papa Benedetto XIV, in una sua lettera diretta ai vescovi del Regno di Napoli, ne raccomandava l’organizzazione in tutte le altre diocesi.

    Fu scrittore fecondo, le sue numerose opere letterarie e di spiritualità, costituiscono una bibliografia di tutto rispetto, l’Opera omnia dei suoi scritti è uscita stampata in Napoli in 14 volumi dal 1848 al 1851.

    Morì prematuramente a 41 anni, il 30 giugno 1744 a Napoli. S. Alfonso ne scrisse la biografia chiamandolo “gran servo del Signore” e che fu già pronta il 17 luglio di quell’anno.

    Gennaro M. Sarnelli fu per la Chiesa di Napoli uno degli uomini apostolici più illustri; per i redentoristi, gemello ed emulo del fondatore. Papa Giovanni Paolo II, l’ha beatificato il 12 maggio del 1996.

     

     

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