giovedì 11 gennaio ’18

    1.a settimana del tempo ordinario

     

    nell’immagine un quadro di Mary Cassatt 

     

    Proverbio del Giorno

    «La paura rende forti coloro che devono difendere i loro figli (Arabia)»

     

    Iniziamo la Giornata Pregando (Taizé)

    Gesù, Amore di ogni amore, tu eri sempre in me ed io l’ho dimenticato. Tu eri nel cuore del mio cuore, ed io ti cercavo altrove. Quando me ne stavo lontano da te, tu mi aspettavi. Ed ora oso dirti: tu il Risorto, tu sei la mia vita. Benedici noi, Signore Cristo, tu che attraverso il perdono ci metti al dito l’anello del figlio prodigo.                                                 Amen       

     

    LEUCIO DI BRINDISI

    visse nel II sec. Originario di Alessandria d’Egitto, si trasferì a Brindisi uno dei porti più importanti del Mediterraneo. Si narra che predicò il Vangelo in Puglia durante una siccità e, dopo che la pioggia cadde, molti pagani si convertirono. Dopo le invasioni longobarde, nel 768 le sue spoglie furono portate a Trani e poi nella loro capitale, Benevento.)

     

    Ascoltiamo la Parola di Dio (Mc 1,40-45)

    In quel tempo, venne a Gesù un lebbroso: lo supplicava in ginocchio e gli diceva: «Se vuoi, puoi guarirmi!». Mosso a compassione, stese la mano, lo toccò e gli disse: «Lo voglio, guarisci!». Subito la lebbra scomparve ed egli guarì. E, ammonendolo severamente, lo rimandò e gli disse: «Guarda di non dir niente a nessuno, ma và, presentati al sacerdote, e offri per la tua purificazione quello che Mosè ha ordinato, a testimonianza per loro». Ma quegli, allontanatosi, cominciò a proclamare e a divulgare il fatto, al punto che Gesù non poteva più entrare pubblicamente in una città, ma se ne stava fuori, in luoghi deserti, e venivano a lui da ogni parte.

     

    RIFLESSIONE DEL GIORNO (Mattutino di Mons. Ravasi)

    Nella nostra epoca gli uomini sembrano più portati a confondere la saggezza con la dottrina e la dottrina con l’informazione. Si sta sviluppando una nuova specie di provincialismo, fatto non di spazio ma di tempo: il mondo è proprietà esclusiva dei vivi, una proprietà di cui i morti non possiedono azioni. È morto da quasi mezzo secolo, nel 1965, eppure le parole di uno dei massimi poeti del Novecento, Thomas S. Eliot, colpiscono nel segno la società e la cultura in cui oggi viviamo. Non è forse vero che anche la scuola si sta adeguando a venerare la nuova trinità “Internet-Inglese-Impresa”, fissandosi sul presente, sull’utilitarismo, sull’informazione? È un provincialismo temporale (non solo spaziale: c’è anche quello): la grande eredità civile, culturale e spirituale del passato è ormai ostracizzata o ignorata; ben altre sono le questioni che premono: l’efficienza, la logica di mercato e il consumo, la produttività. Così si scambia la sapienza, che è visione d’insieme, con le teorie di una tecnica sofisticata ma disumana e amorale, e si confonde la dottrina teorico-pratica con una superficiale informazione. È, dunque, necessario non aver timore di riproporre, anche nella religione, la conoscenza seria del grande lascito che sta alle nostre spalle, evitando la riduzione all’immediato, all’utilitaristico, alla superficialità. Bisogna ritornare al rigore della ricerca non solo scientifica, ma anche umanistica. Aveva ragione Jean-Jacques Rousseau quando scriveva: «L’arte di interrogare non è facile come si pensa. È arte più da maestri che da discepoli: bisogna aver già imparato molto per saper domandare ciò che non si sa».

     

    Intenzione del giorno

    Preghiamo perché si ritorni a riconoscere e ad adorare Gesù presente nell’eucaristia

     

    Don’t forget! EVENTO DELL’ANNO 18 DI OGNI SECOLO: SECOLO VII – ANNO 618:

    L’imperatore di Costantinopoli Eraclio (575-641) cerca di firmare una pace con il khan degli Avari (popolo nomade, imparentato con Unni e Protobulgari, che si stabilì, fondando uno stato, nell’area del Volga nel VI sec.). Ma cade in una trappola: cerca allora di rientrare precipitosamente in città, ma è inseguito dalle truppe dei barbari che saccheggiano la città e la depredano. 270.000 fra uomini e donne furono fatti prigionieri e inviati dagli Avari come schiavi nelle campagne della penisola balcanica. La miseria era tale che Eraclio dovette anche sospendere per la prima volta la distribuzione quotidiana del pane alla cittadinanza. A Roma nel novembre 618 muore Papa Adeodato 1°. Il suo epitaffio così lo ricorda: 8/11: A Roma presso S. Pietro, san Adeodato I, papa, che amò il suo clero e il suo popolo e fu insigne per semplicità e saggezza. 

     

     

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