giovedì 20 luglio ’17

    XV settimana del tempo ordinario

     

    nella fotografia la nuova stazione nel metrò di Napoli, Mario Merz, Spirale in blu in neon

     

    Proverbio del Giorno (Zambia)

    Meglio aiutare qualcuno che lotta, non un morto di fame, poiché in quest’ultimo non trovi gratitudine.

     

     

    Iniziamo la giornata Pregando (preghiera per il coraggio)

    Signore Gesù, fammi conoscere chi sei. Fa’ sentire al mio cuore la santità che è in te. Fa’ che io veda la gloria del tuo volto. Tu che sei via, verità e vita, principio della nuova creazione, dammi il coraggio di osare. Fammi consapevole del mio bisogno di conversione, e permetti che con serietà lo compia, nella vita quotidiana. E se mi riconosco indegno e peccatore, dammi la tua misericordia. Donami la fedeltà che persevera e la fiducia che ricomincia ogni volta che tutto sembra fallire”.

     

    Oggi si ricorda S. Apollinare, originario di Antiochia, per primo rivestì la carica episcopale nella città imperiale di Ravenna, forse incaricato da S. Pietro e morì martire. Le basiliche di S. Apollinare in Classe e Nuovo ne tramandano la memoria. E’ patrono di Ravenna e dell’Emilia-Romagna

     

    La Parola di Dio del giorno (Mt 11,28-30)

    In quel tempo, Gesù disse: «Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò. 
    Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per le vostre anime. Il mio giogo infatti è dolce e il mio carico leggero». 

     

    Riflessione Per Il Giorno (Anthony De Mello)

    Quando Roberto, un quattordicenne, si innamorò di una vicina di casa sua coetanea vendette tutto ciò che aveva e accettò anche dei lavoretti pur di guadagnare il denaro necessario per comprare alla sua bella l’orologio costoso che desiderava. I suoi genitori erano sgomenti ma decisero che era meglio non intervenire. Arrivò il giorno dell’acquisto e Roberto ritornò dalla spedizione regalo senza aver speso un centesimo. Questa è la spiegazione: “L’ho portata dal gioielliere e lei ha detto che l’orologio non le interessava più. Preferiva qualcos’altro, come un braccialetto, una collana o un anello d’oro. Mentre girava per il negozio intenta a scegliere mi sono ricordato che una volta il nostro insegnante aveva detto che prima di comprare qualcosa dobbiamo chiederci a che cosa ci può servire. Allora mi sono accorto che in realtà non avevo bisogno di lei, così sono uscito dal negozio e me ne sono andato”

     

    Don’t forget!

    20-luglio-1969: L’Apollo 11 si posa sulla Luna. Neil Armstrong e Buzz Aldrin sono i primi esseri umani a camminare sulla sua superficie.

    Nati il 20 Luglio: Alessandro Magno (356 a.C.) Francesco Petrarca (1304) Gregor Mendel (1822)

    Morti il 20 Luglio: Pancho Villa (1923) e Guglielmo Marconi (1937).

     

    182° quadro della serie: i 1.000 quadri più belli del mondo

    ANNIBALE CARRACCI: VENERE CON SATIRO E CUPIDO. Ca 1588 – olio su tela – 112 x 142 cm Uffizi – Firenze

     

    Quest’opera del pittore bolognese Annibale Carracci (1560-1609) approdò nel 1620 in Toscana ed entrò a far parte delle collezioni dei Medici che la tenevano in così grande considerazione, da esporla nella tribuna degli Uffizi dove si trova fino ad oggi. L’esplicita sensualità del dipinto, ha fatto scorgere nell’opera una chiara allusione sessuale, ulteriormente sottolineata dal contrasto tra le forme di Venere e quelle del satiro la cui istintualità erotica si associa all’offerta alla Dea di una coppa d’uva, frutto dionisiaco per eccellenza. Si tratta di temi ricorrenti nei quadri “da camera”, destinati agli ambienti privati delle dimore signorili e spesso caratterizzati da temi erotici, per il diletto del padrone di casa. Ciononostante, è possibile cogliere nel quadro più di un’allusione morale: si noti infatti, come la dea si sottragga all’approccio del satiro e si copra pudicamente col panno bianco.

    Ma sono soprattutto i due putti a svelare l’aspetto edificante. Infatti, mentre quello in basso a sinistra abbranca una gamba di Venere – quasi volesse dar manforte all’assalto del satiro – e tira fuori la lingua in una posa lasciva (e un po’ comica), quello in alto a destra, giunge in volo ed afferra il satiro per le corna frenandone lo slancio. I due putti infatti, altri non sono che Eros e Anteros, in perenne conflitto tra loro, come per l’appunto è continua la lotta tra i “bassi” istinti del corpo e delle passioni (Eros) e gli alti afflati dell’amore spirituale e virtuoso (Anteros). Ovviamente, come impone la morale del tempo, la palma della vittoria è destinata ad Anteros, che infatti sta per coronare Venere con una ghirlanda. La Venere di questo dipinto va quindi intesa come la Venere Celeste, cioè quella che incarna gli aspetti “nobili” dell’amore – che rimandano all’amor di Dio – contrapposta alla Venere Terrena che simboleggia gli aspetti “deteriori” del sentimento: la vanità, la caducità delle passioni e la lascivia.

     

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