martedì 21 luglio ’15

    XVI Settimana tempo Ordinario

     

    Iniziamo la giornata Pregando – Dall’imitazione di Cristo

    Dammi, Signore, la grazia di sapere ciò che è da sapersi, di amare ciò che è da amarsi, di lodare ciò che sommamente Ti piace, di stimare ciò che per Te è prezioso di biasimare ciò che è spregevole ai tuoi occhi. Fa’ che io giudichi secondo verità le cose sensibili e le cose spirituali; e soprattutto che io cerchi sempre di piacere alla tua santa volontà.

    La Parola di Dio del giorno – Mt 12,46-50

    Mentre Gesù parlava alla folla, sua madre e i suoi fratelli, fuori in disparte, cercavano di parlargli. Qualcuno gli disse: «Ecco tua madre e i tuoi fratelli che vogliono parlarti».  Ed egli, rispondendo a chi lo informava, disse: «Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?».  Poi stendendo la mano verso i suoi discepoli disse: «Ecco mia madre ed ecco i miei fratelli; perché chiunque fa la volontà del Padre mio che è nei cieli, questi è per me fratello, sorella e madre».

    Riflessione Per Il Giorno – Dall’enciclica di P. Francesco Laudato si’

    1430117769_46630231_300

    «Laudato si’, mi’ Signore», cantava S. Francesco d’Assisi. In questo bel cantico ci ricordava che la nostra casa comune è anche come una sorella, con la quale condividiamo l’esistenza, e come una madre bella che ci accoglie tra le sue braccia: «Laudato si’, mi’ Signore, per sora nostra matre Terra, la quale ne sustenta et governa, et produce diversi fructi con coloriti flori et herba”.  Questa sorella protesta per il male che le provochiamo, a causa dell’uso irresponsabile e dell’abuso dei beni che Dio ha posto in lei. Siamo cresciuti pensando che eravamo suoi proprietari e dominatori, autorizzati a saccheggiarla. La violenza che c’è nel cuore umano ferito dal peccato si manifesta anche nei sintomi di malattia che avvertiamo nel suolo, nell’acqua, nell’aria e negli esseri viventi. Per questo, fra i poveri più abbandonati e maltrattati, c’è la nostra oppressa e devastata terra, che «geme e soffre le doglie del parto» (Rm 8,22). Dimentichiamo che noi stessi siamo terra (cfr Gen 2,7). Il nostro stesso corpo è costituito dagli elementi del pianeta, la sua aria è quella che ci dà il respiro e la sua acqua ci vivifica e ristora.

    Il santo del giorno – S. DANIELE

    l’ultimo dei 4 profeti maggiori, nato a Gerusalemme da famiglia nobile, fu deportato a Babilonia tra il 606-605 a.C. Qui fu scelto con altri tre giovani giudei (Anania, Azaria e Misaele) dal re colpito dalla sua intelligenza e rettitudine. A corte Daniele si distinse come oracolo e giudice giusto, ebbe visioni e operò segni grandiosi nel nome del suo Dio. Sopravvisse al crollo dell’impero neo-babilonese (539-38) e vide i primi anni del nuovo impero persiano prima della morte

    Intenzione del giorno

    Preghiamo per chi è in vacanza e per chi non ci può andare, perché siano felici gli uni e gli altri

    Don’t forget! …Ricorda!

    21/07/1992: muore don Ambrogio Fiami, prete del Patronato.

    85° quadro della serie: i 1.000 quadri più belli del mondo

    Cosmè_Tura_029

    Cosmè Tura: Madonna Roverella 1470 – olio e tempera su tavola cm 239×105 National Gallery Londra

     
    Cosmé (Cosimo) Tura (1433–1495), fu il pittore ufficiale dei duchi Estensi di Ferrara e si può considerare animatore e fondatore della scuola ferrarese, di cui fu rappresentante di spicco. La sua pittura è originale e si caratterizza per le composizioni decorate con fasto e il plasticismo quasi scultoreo delle figure, in un realismo che appartiene alla fantasia più che alla realtà. I colori sono accesi e irreali, che fanno sembrare i soggetti come di metallo o di pietra, immersi in un’atmosfera surreale e sognante. Il quadro di oggi era lo scomparto centrale dello smembrato Polittico dipinto per la chiesa di S. Giorgio fuori le mura a Ferrara per commemorare il vescovo Lorenzo Roverella, su commissione del fratello Bartolomeo, abate e cardinale. Danneggiata da un’esplosione nel 1709 e rimossa, l’opera arrivò a Londra per acquisto nel 1867. La Madonna col Bambino è posta alla sommità di un ripido trono, in un’architettura surreale e secondo uno schema piramidale che in quegli anni si andava affermando.

    Sui gradoni del trono sono disposti quattro angeli musicanti, mentre altri due, inginocchiati, sono alla base, davanti a un organo dove si trova un’iscrizione latina con cui Niccolò Roverella, chiede al Bambino di “aprire la porta” ammettendolo alla loro presenza. Altre iscrizioni in caratteri ebraici si trovano ai lati del trono (a Ferrara c’era una nutrita comunità ebraica). Estremamente fastoso è il ricorso a elementi decorativi, soprattutto nel coronamento del trono con elementi simbolici (il tetramorfo) e ripresi dall’antichità (i genietti). Due grappoli d’uva rimandano alla fertilità così come le cornucopie. Sopra la testa di Maria si trovano conchiglie che coprono e sormontano la calotta della nicchia del trono, dove pende anche un filo di perle (simbolo di purezza) e coralli, simbolo della Passione di Cristo. Sia l’architettura che l’ atmosfera del quadro sono rinascimentali, ma i colori, l’accumulo degli elementi decorativi e le forme quasi scolpite, sono davvero originali e caratteristiche della scuola ferrarese 

    Condividi questa!

    Informazioni sull'autore

    Potrebbe piacerti anche

    Nessun commento

    È possibile postare il commento di prima risposta.

    Lascia un commento

    Please enter your name. Please enter an valid email address. Please enter a message.

    WP2Social Auto Publish Powered By : XYZScripts.com