VIII Settimana del tempo ordinario

     

     

    Proverbio del giorno (Proverbio arabo)

    Chi non sa comprendere uno sguardo, non potrà capire lunghe spiegazioni.

     

    Iniziamo la Giornata Pregando (Charles de Foucauld)

    Venga il tuo Regno su tutta la terra, venga in ogni anima… Tutti gli uomini siano solleciti al tuo servizio, la tua grazia regni padrona assoluta in ogni anima; che tu solo agisca in ogni anima e tutti gli uomini non vivano che per mezzo di te e per te, perduti in te…Senza dubbio è la più grande felicità di tutti gli uomini che sia così: è ciò che c’è di più desiderabile per il prossimo e per me.

     

    Sisinio, Martirio, Alessandro

    I tre martiri arrivati dalla Cappadocia, furono martirizzati in Trentino. Vissuti nel IV secolo, fanno parte della schiera di evangelizzatori giunti dalle comunità cristiane del Mediterraneo per diffondere il Vangelo nella penisola. Inviati dal vescovo di Milano Ambrogio a quello di Trento, furono arsi vivi davanti all’altare di Saturno.

     

    Vangelo del giorno Giovanni 16,29-33

    Pietro disse a Gesù: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito». Gesù gli rispose: «In verità vi dico: non c’è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi a causa mia e a causa del vangelo, che non riceva già al presente cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi, insieme a persecuzioni, e nel futuro la vita eterna. E molti dei primi saranno ultimi e gli ultimi i primi».  

     

    BREVE COMMENTO AL VANGELO (M. Teresa di Calcutta)

    Le ricchezze, materiali o spirituali che siano, possono asfissiarci se non se ne fa un giusto uso. Poiché Dio stesso non può mettere nulla in un cuore già pieno. Un giorno o l’altro, inevitabilmente, vien fuori la smania del denaro e l’avidità per tutto quanto il denaro può procurare – la ricerca del superfluo, del lusso nel mangiare, nel vestire o nel divertirsi. Aumentano i bisogni, poiché una cosa chiama l’altra. Ma alla fine resta solo un sentimento incontrollabile d’insoddisfazione. Restiamo vuoti il più possibile affinché Dio possa riempirci. 

     

    Riflessione Per Il Giorno (Mattutino di Card. Ravasi)

    Rimandando quello che si deve fare, si corre il pericolo di non farlo mai più. Non convertendosi subito, si rischia di essere dannati. L’indugiare non è solo frutto di pigrizia. In alcune persone è una vera e propria attitudine costante: si cerca di dilazionare, di rimandare a un altro momento e, così, i nodi s’attorcigliano ancor di più, le pratiche da evadere s’accumulano, le abitudini si sclerotizzano, i difetti s’incancreniscono. Aveva ragione il francese Charles Baudelaire a proporre l’osservazione che oggi abbiamo citato. Era un po’ il suo autoritratto, perché egli si era lasciato trascinare in una vita sregolata di vizi, alcol e droghe, dalla dissipazione economica, sempre con l’anelito di riscatto e di conversione che, però, mai veniva reso effettivo nella vita. A livello morale è, quindi, deleterio il rinvio, nella consapevolezza che il male interiore si consolida e occupa progressivamente corpo e anima, mentre – come scriveva il Seneca all’amico Lucilio – dum differtur, vita transcurrit, «intanto che si rimanda, la vita continua a scorrere», e alla fine si hanno le mani vuote. Certo, è vero che talvolta procrastinare una scelta può essere frutto di saggezza e riflessione e può persino attenuare, sbiadire o spegnere questioni troppo bollenti. Ma nella maggior parte dei casi non bisogna dimenticare quell’altro motto latino divenuto proverbiale: Quod differtur, non aufertur, ciò che viene differito, non è né eliminato né perso. L’impegno da prendere sarà sempre lì ad attenderci nei crocevia dell’esistenza.

     

    Intenzione del giorno

    Preghiamo per i migranti di tutti il mondo, soprattutto per chi fugge dalla fame e dalla guerra

     

    Don’t forget!

    «Papa Giovanni amava ripetere: “Vivo o morto io tornerò a Sotto il Monte”. E ora sotto il segno delle sue parole lo accoglieremo nella sua terra celebrando così il ritorno del nostro figlio più illustre». Sono le parole del Vescovo Francesco Beschi a presentazione della peregrinatio delle spoglie mortali di Giovanni XXIII nella nostra diocesi. Noi del Patronato lo abbiamo salutato giovedì 24 maggio alle ore 15,00 quando il Vescovo ha fatto fermare l’auto con l’urna del Papa davanti all’entrata della casa centrale di via Gavazzeni 3 per salutare i numerosi presenti e impartire la benedizione. 

     

     

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