Mercoledì 06 luglio 2022

     

    XIVA settimana tempo ordinario

     

    Aforisma del giorno di Nicolás Gómez Dávila

    Da quando la religione si secolarizza, come unico testimone di Dio rimane Satana.

     

    Preghiera del giorno per la pace

    Signore, sorgente della giustizia e principio della concordia, tu, nell’annuncio dell’Angelo a Maria hai recato agli uomini la buona notizia della riconciliazione tra il Cielo e la terra: apri il cuore degli uomini al dialogo e sostieni l’impegno degli operatori di pace, perché sul ricorso alle armi prevalga il negoziato, sull’incomprensione l’intesa, sull’offesa il perdono, sull’odio l’amore. Amen.

     

    Santo del giorno

    Nacque a Corinaldo (Ancona) il 16-10-1890, da famiglia contadina Maria era seconda di sei figli. I Goretti si trasferirono presto nell’Agro Pontino. Nel 1900 suo padre morì, la madre dovette lavorare e lasciò a Maria l’incarico di badare alla casa e ai fratelli.

    A undici anni Maria fece la 1.a Comunione e si propose di morire prima di commettere dei peccati. Alessandro Serenelli, un giovane di 18 anni, s’ innamorò di Maria e il 5 luglio del 1902 la aggredì e tentò di violentarla.

    Alle sue resistenze la accoltellò. Maria morì il giorno dopo, e prima di spirare perdonò Serenelli che fu condannato a 30 anni di prigione. Si pentì dopo aver sognato Maria che fu proclamata santa nel 1950 da Pio XII.

     

    Parola di Dio del giorno Matteo 10,1-7

    In quel tempo, chiamati a sé i suoi dodici discepoli, Gesù diede loro potere sugli spiriti impuri per scacciarli e guarire ogni malattia e ogni infermità.

    I nomi dei dodici apostoli sono: primo, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello; Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni suo fratello; Filippo e Bartolomeo; Tommaso e Matteo il pubblicano; Giacomo, figlio di Alfeo, e Taddeo; Simone il Cananeo e Giuda l’Iscariota, colui che poi lo tradì.

    Questi sono i Dodici che Gesù inviò, ordinando loro: «Non andate fra i pagani e non entrate nelle città dei Samaritani; rivolgetevi piuttosto alle pecore perdute della casa d’Israele. Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino».

     

    Riflessione del giorno – Non c’è solo la guerra in Ucraina…

    “Nicaragua, el gulag centroamericano”. Il titolo del Pais di un anno fa spiega in modo sintetico il Paese centroamericano: 100mila persone hanno lasciato il Paese negli ultimi anni per scappare dalla violenta repressione del regime di Ortega. E 300 persone ogni anno non ce la fanno a fuggire e muoiono annegati nel Rio Grande e con loro anche la speranza di raggiungere gli Stati Uniti.

    Dopo la violenta repressione dei moti di piazza dell’aprile del 2018, con oltre 400 morti tra le barricate di Managua, ora la repressione sta diventando chirurgica; si cercano i nemici casa per casa, si censura ogni voce critica.

    Il governo di Ortega è arrivato a togliere carta e inchiostro ai giornali ed ha cacciato pesino le suore di M. Teresa di Calcutta. Il tutto sullo sfondo di una crisi economica aggravata da una pandemia che Ortega ha negato fino all’ultimo.

    Il matrimonio tra neoliberismo e populismo, il mix di sussidi e deregolamentazione dei diritti dei lavoratori, che aveva sostenuto tra il 2008 e il 2016 una crescita del Pil superiore al 5%, si è arrestata. La situazione economica è sempre più preoccupante e la scure della repressione non risparmia neanche gli imprenditori, che pure avevano beneficiato del “laissez faire” del governo.

    Le persone fuggono dal Nicaragua con frequenza media di 4mila persone al mese. Persino un ex fedelissimo del presidente come McFields Yesca sostiene: “Nel mio Paese c’è la dittatura, impossibile difenderla”. Centinaia di donne e uomini stanno imparando a nuotare per fuggire da questo “gulag centroamericano”.

     

    Intenzione di preghiera per il giorno

    Preghiamo per le vittime della violenza e delle aggressioni delle dittature in ogni parte del mondo.

     

    Don’t Forget! Bergamo Brescia capitale italiana della cultura 2023

    Per il 2023 il titolo di Capitale Italiana della Cultura è stato affidato alle città di Bergamo e Brescia.

    Le amministrazioni comunali hanno individuato 4 aree di interesse, 4 filoni dentro cui costruire e incanalare le proposte e i progetti culturali:

    LA CULTURA COME CURA: vorrebbe concentrarsi sul patrimonio umano e sociale che le nostre due città hanno visto risaltare durante la prova costituita dal picco della pandemia. Un capitale di attenzioni e di custodia in tema di salute, di fragilità, di resilienza, di solidarietà, di inclusione che ha costituito una risorsa comunitaria fondamentale, da mettere in valore. 

    LE CITTÀ NATURA: invitano a mettere a fuoco il tema della transizione green e della rigenerazione urbana: uno sguardo al futuro delle nostre aree metropolitane all’insegna dell’innovazione, delle pratiche virtuose e delle scelte di sostenibilità.

    LE CITTÀ DEI TESORI NASCOSTI: invita a narrare e a valorizzare quanto di bello c’è nelle nostre terre, a volte così diffuso che viene dato per scontato: il patrimonio culturale, archivistico, librario, museale, folklorico, paesaggistico e anche enogastronomico, legato soprattutto a quei percorsi che ne facilitano l’accesso e la scoperta.  

    LA CITTÀ CHE INVENTA: si propone di raccogliere la cultura d’impresa, tecnologica, di ricerca e innovazione, umanistica e di fede che è caratteristica del nostro territorio.

     

    Le nostre due Diocesi hanno molto da raccontare all’interno di queste 4 sfaccettature: all’interno del tema della cura trova spazio l’universo di azioni legate alla bellezza della carità cristiana, che in molti modi sostiene la vita delle famiglie bisognose, dei più poveri, dei senzatetto, dei profughi della guerra e dei migranti.

    La cultura della sostenibilità integrale (vedi Papa Francesco) riconosce la connessione dei diversi aspetti, sociali, ambientali, umani ed economici, aprendo una pista di riflessione tutt’altro che marginale. La città dei tesori nascosti permette di riscoprire i quotidiani patrimoni artistici di cui le nostre comunità sono custodi da secoli.

    La città che inventa offre la possibilità di incontrare e presentare la risorsa delle scuole e del mondo dell’istruzione: la cooperazione e la ricerca sono due modalità attraverso cui si accendono idee e si inventa il futuro. Il cristianesimo è l’opera costante di mediazione della fede dentro una cultura, è un incontro tra le forme attraverso cui gli uomini danno significato alla propria vita e la verità del vangelo: in questo costante lavorio prende forma l’inedito dell’avventura cristiana.

    Abitare la città di tutti lasciando che l’originalità dell’incontro con Cristo sia fermento di umanità nuova: da sempre è questa la missione che i cristiani vivono. La cultura è il luogo dentro cui la fede vive e si lascia plasmare. (da S. Alessandro.org articolo di don Mattia Magoni).

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