mercoledì 17 aprile ’19

    Settimana Santa

     

     

    Proverbio del giorno

    «Le piante della sapienza devono essere innaffiate di lacrime (India)»

     

    Iniziamo la Giornata Pregando

    O Dio, fonte della gioia e della pace, che hai affidato al potere regale del tuo Figlio le sorti degli uomini e dei popoli, sostienici con la forza del tuo Spirito, e fa’ che nelle vicende del tempo, non ci separiamo mai dal nostro pastore che ci guida alle sorgenti della vita. Egli è Dio…

     

    ROBERTO DI LA CHAISE DIEU

    appartenente alla famiglia di La-Chaise-Dieu (Casa Dei), nacque in Alvernia (Francia) all’inizio dell’XI sec. Divenuto prete, fondò un’opera per i poveri, ma si sentiva chiamato alla più stretta vita monastica. Siamo nell’XI secolo, ai tempi della riforma cluniacense. Lui andò a Cluny e poi pellegrino a Roma. Al ritorno visse in Alvernia, dove raggiunto da numerosi compagni, fondò l’abbazia benedettina di La-Chaise-Dieu, di cui divenne primo abate. Morì nel 1067.

     

    Ascoltiamo la Parola di Dio (Giovanni 26,14-25)

    In quel tempo, uno dei Dodici, chiamato Giuda Iscariota, andò dai sommi sacerdoti e disse: «Quanto mi volete dare perché io ve lo consegni?». E quelli gli fissarono trenta monete d’argento.

    Da quel momento cercava l’occasione propizia per consegnarlo. Il primo giorno degli Azzimi, i discepoli si avvicinarono a Gesù e gli dissero: «Dove vuoi che ti prepariamo, per mangiare la Pasqua?». Ed egli rispose: «Andate in città, da un tale, e ditegli: Il Maestro ti manda a dire: Il mio tempo è vicino; farò la Pasqua da te con i miei discepoli». I discepoli fecero come aveva loro ordinato Gesù, e prepararono la Pasqua. Venuta la sera, si mise a mensa con i Dodici. Mentre mangiavano disse: «In verità io vi dico, uno di voi mi tradirà». Ed essi, addolorati profondamente, incominciarono ciascuno a domandargli: «Sono forse io, Signore?». Ed egli rispose: «Colui che ha intinto con me la mano nel piatto, quello mi tradirà. Il Figlio dell’uomo se ne va, come è scritto di lui, ma guai a colui dal quale il Figlio dell’uomo viene tradito; sarebbe meglio per quell’uomo se non fosse mai nato!». Giuda, il traditore, disse: «Rabbi, sono forse io?». Gli rispose: «Tu l’hai detto».

     

    BREVE COMMENTO AL VANGELO (Beato John Henry Newman (1801-1890)

    Gesù onnipotente, ripieno nell’anima della gloria divina, ha voluto sottomettersi a ogni sofferenza della nostra natura. Come si era rallegrato dell’amicizia dei suoi, così ha accettato la desolazione del loro abbandono. E quando ha voluto, ha scelto di privarsi della luce della presenza di Dio.

     

    Riflessione Per Il Giorno (Mons. Ravasi: Mattutino)

    Quando il testimone della verità arriva alla morte, dice a Dio: «Grazie anche per le sofferenze che mi hai dato. Grazie a te, infinito amore!». E Dio gli risponde: «Grazie a te, amico mio, per l’uso che ho potuto fare di te!». In greco il «testimone» è detto «martire» e a scegliere una raffigurazione simbolica esemplare, potremmo evocare le parole del grande “testimone” che fu don Primo Mazzolari: la testa di Giovanni Battista è ancor più eloquente quando è posta sul vassoio di Salomè ed Erodiade rispetto a quando era sul collo del Precursore. La voce dei martiri non tace neanche dopo la loro morte. La nota citata è desunta dal Diario del filosofo danese dell’Ottocento, Soeren Kierkegaard che pensa all’incontro tra il martire-testimone e il suo Signore. Il primo confessa a Dio che quando si agisce per amore non pesa dare la vita: «se un uomo non ha scoperto qualcosa per cui è disposto a morire, non è neppure degno di vivere», diceva Martin Luther King. In quei momenti oscuri vibra nella fragilità umana la grazia divina con la sua efficacia potente. Il Signore, invece, ringrazia il suo fedele perché egli è stato quasi la sua voce e la sua stessa mano visibile davanti agli uomini. Il martire offre la sua libertà e la sua stessa persona all’agire di Dio. In questo si rivela la virtù teologale della fortezza che è grazia donata e impegno personale. Allora, come dice un suggestivo proverbio indiano, «la lama della spada che colpisce il martire profuma di balsamo».

     

    L’intenzione del giorno

    Preghiamo perché la celebrazione eucaristica sia per tutti noi fonte di serenità e di gioia.

     

    Don’t forget!

    Programma della Settimana Santa: oggi, MERCOLEDÌ SANTO: ore 20,30: riflessione sulla Passione di Gesù attraverso l’arte: la deposizione di Caravaggio. GIOVEDÌ SANTO: ore 20,30: S. Messa in Cena Domini e Lavanda dei pedi. VENERDI’ SANTO: ore 20,30: Liturgia della Passione di N.S.G. Cristo. SABATO SANTO: ore 20,30: Veglia Pasquale con battesimo di 4 catecumeni

     

     

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