mercoledì 4 luglio ’18

    XIII Settimana del tempo ordinario

     

    nell’immagine una fotografia di Oliviero Toscani

     

    Proverbio del giorno

    «La sfortuna non viene mai sola, risponde all’appello degli uomini (Cina)»

     

    Iniziamo la giornata Pregando (Preghiera della carità 1.a parte)

    Signore, l’Amore è paziente: donami la pazienza che sa affrontare un giorno dopo l’altro. Signore, l’Amore è benigno: aiutami a voler sempre il suo bene prima del mio. Signore, l’Amore non è invidioso: insegnami a gioire di ogni successo. Signore, l’Amore non si vanta: rammentami di non rinfacciargli ciò che faccio per lui. Amen

     

    Elisabetta di Portogallo

    Nacque a Saragozza nel 1271. Figlia del re di Spagna Pietro III, a 12 anni venne data in sposa a Dionigi, re del Portogallo, da cui ebbe due figli. Fu un matrimonio travagliato dalle infedeltà del marito ma Elisabetta svolse opera pacificatrice in famiglia e, da consigliera del marito, riuscì a smorzare le tensioni tra Aragona, Portogallo e Spagna. Rimasta vedova donò i suoi averi a poveri e monasteri, e si ritirò nel convento delle clarisse di Coimbra, da lei fondato. Morì nel 1336. Oggi si ricorda anche S. PIERGIORGIO FRASSATI (1901-1925)

     

    Ascoltiamo la Parola di Dio (Matteo 8,28-34)

    Essendo Gesù giunto all’altra riva del mare di Tiberiade, nel paese dei Gadareni, due indemoniati, uscendo dai sepolcri, gli vennero incontro; erano tanto furiosi che nessuno poteva più passare per quella strada. Cominciarono a gridare: «Che cosa abbiamo noi in comune con te, Figlio di Dio? Sei venuto qui prima del tempo a tormentarci?». A qualche distanza da loro c’era una numerosa mandria di porci a pascolare; i demoni lo scongiuravano: «Se ci scacci, mandaci in quella mandria». Egli disse loro: «Andate!». Ed essi, usciti dai corpi degli uomini, entrarono in quelli dei porci: ed ecco tutta la mandria si precipitò dal dirupo nel mare e perì nei flutti.  I mandriani allora fuggirono ed entrati in città raccontarono ogni cosa e il fatto degli indemoniati. Tutta la città allora uscì incontro a Gesù e, vistolo, lo pregarono che si allontanasse dal loro territorio. 

     

    BREVE COMMENTO AL VANGELO

    Gesù, che scaccia i demoni con la potenza della sua parola, resta impotente di fronte agli uomini che non comprendono il beneficio di liberazione che aveva portato loro. Il suo miracolo è accolto con disappunto dalla gente del luogo: come egli ha cacciato i demoni, così i gadareni cacciano lui. Il bene appare sconveniente agli occhi della gente abituata a convivere con il male e con i suoi fasulli vantaggi

     

    La Riflessione del Giorno (Jorge L. Borges)

    Non posso darti soluzioni per tutti i problemi della vita, non ho risposte per i tuoi dubbi o timori, però posso ascoltarli e dividerli con te. Non posso cambiare né il tuo passato né il tuo futuro, però quando serve starò vicino a te. Non posso evitarti di precipitare, solo posso offrirti la mia mano perché ti sostenga e non cada. La tua allegria, il tuo successo e il tuo trionfo non sono i miei, però gioisco sinceramente quando ti vedo felice. Non giudico le decisioni che prendi nella vita, mi limito ad appoggiarti, a stimolarti e aiutarti se me lo chiedi. Non posso tracciare limiti dentro i quali devi muoverti, però posso offrirti lo spazio necessario per crescere. Non posso evitare la tua sofferenza, quando qualche pena ti tocca il cuore, però posso piangere con te e raccogliere i pezzi per rimetterlo a nuovo. Non posso dirti né cosa sei né cosa devi essere, solamente posso volerti come sei ed essere tuo amico. In questo giorno pensavo a qualcuno che mi fosse amico, in quel momento sei apparso tu…Non sei né sopra né sotto né in mezzo, non sei né in testa né alla fine della lista. Non sei né il numero uno né il numero finale e tanto meno ho la pretesa di essere io il primo, il secondo o il terzo della tua lista. Basta che tu mi voglia come amico. Poi ho capito che siamo veramente amici. Ho fatto quello che farebbe qualsiasi amico: ho pregato e ho ringraziato Dio per te. Grazie per essermi amico.

     

    Intenzione del giorno

    Preghiamo per i genitori perché ispirino l’educazione dei figli ai principi del Vangelo

     

    Don’t forget! – 221° quadro de “1.000 quadri più belli del mondo”

    REMBRANDT VAN RIJIN: LEZIONE DI ANATOMIA DEL DOTTOR TULP 1632 – Olio su tela – 1,7 m x 2,16 m – Mauritshuis – L’Aia (Paesi Bassi)

     

    Rembrandt (1606-1669) esegue questa tela su commissione della Gilda dei Chirurghi di Amsterdam: infatti nella nazione unita dei Paesi Bassi nata nel 1581, repubblicana e protestante, scompaiono di colpo i dipinti a carattere religioso (Cristo, Madonna e Santi) per lasciare il posto ai personaggi della borghesia emergente, ansiosi di farsi ritrarre da un pittore rinomato come Rembrandt. Il soggetto si ispira a un fatto reale: nel 1632 il dottor Nicolaes Tulp (uno dei più famosi medici del XVII sec.) ad Amsterdam aveva dato pubblica lezione sul cadavere del criminale A. Adrianeszoon, giustiziato mediante impiccagione. È proprio del ‘500/600 l’unificazione, nella figura del medico, della teoria (vedi il grosso libro all’angolo destro del quadro) e della pratica anatomica, fino ad allora praticata dai cerusici, figure professionali tra il medico e il barbiere (ai barbieri era consentito di fare anche salassi e medicazioni di ferite, oltre al loro mestiere). Il professor Tulp è rappresentato nell’atto di dissezionare il braccio sinistro del cadavere coperto sul bacino da un panno e disteso sul tavolo: egli separa i fasci muscolari con pinze metalliche dopo aver rimosso la pelle dell’avambraccio, così da far intravedere muscoli e tendini. Il dottore indossa un abito elegante e un ampio cappello; quanto agli studenti che lo circondano alcuni sono interessati, altri come ipnotizzati.

    Qualcuno è disgustato dalla scena mentre i più zelanti scrutano l’atlante di anatomia. Uno di loro tiene in mano un foglio sul quale compaiono i nomi dei presenti il che ci dice come le persone rappresentate siano reali e difatti ciascuno è stato individuato. I sette più uno non sono ripresi, come nella ritrattistica tradizionale, di fronte o profilo, ma in atteggiamenti diversi, come fossero colti all’improvviso. Dietro i medici, nel buio, si intravede un grande arco e la parete di fondo sulla quale è esposto un foglio con il nome di Rembrandt e la data di realizzazione del dipinto. La luce fa emergere dal fondo oscuro e indistinto sia il cadavere che i volti e concentra l’attenzione sulle caratteristiche dei personaggi. L’improvvisa emersione dal buio dà la sensazione di uno spettacolo, dove tutti, dal morto, al dottore agli assistenti provano un’unica emozione nella comune partecipazione all’evento, sottolineata dalla monocromia della composizione. Un grande quadro, opera di un genio assoluto della pittura di ogni tempo

     

     

     

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