sabato 29 agosto ’20

    XXIIa Settimana del tempo Ordinario

    Frase del Giorno:

    È la causa, non la morte, che fa il martire. (S. Agostino)

     

    Preghiera del giorno (Preghiera colletta)

    O Dio che al Cristo tuo Figlio hai dato come precursore nella nascita e nella morte S. Giovanni Battista, concedi anche a noi di impegnarci generosamente nella testimonianza del tuo Vangelo come egli immolò la sua vita per la verità e la giustizia. Per Cristo Nostro Signore. Amen”.

     

    Martirio S. Giovanni Battista

     

    Vangelo del giorno (Mc 6,17-29)

    Erode, per il suo compleanno, fece un banchetto… Entrata la figlia della stessa Erodìade, danzò e piacque a Erode e ai commensali. Allora il re disse alla fanciulla: «Chiedimi quello che vuoi e te lo darò». Ella disse alla madre: «Cosa devo chiedere?». Quella rispose: «La testa di Giovanni il Battista». E subito, entrata dal re, fece la richiesta, dicendo: «Voglio che tu mi dia ora, su un vassoio, la testa di Giovanni il Battista». Il re, fattosi molto triste, a motivo del giuramento e dei commensali non volle opporle un rifiuto. E subito il re mandò una guardia e ordinò che gli fosse portata la testa di Giovanni. La guardia andò, lo decapitò in prigione e ne portò la testa su un vassoio, la diede alla fanciulla e la fanciulla la diede a sua madre”.

     

    Riflessione per il giorno (il martirio di giovanni battista)

    Giovanni non è tenero nelle parole. Ne ha per tutti. Si scaglia spesso contro i farisei ai quali rinfaccia le loro ipocrisie, inoltre è inviso ai sacerdoti, perché con il suo battesimo perdona i peccati, rendendo inutili i sacrifici espiatori nel Tempio. Ovvio, quindi, che critichi anche la condotta del re d’Israele, Erode Antipa, figlio di Erode il Grande autore della strage degli innocenti, che vive con la moglie del fratello Filippo, Erodiade: una pratica contraria alla legge giudaica. Erode, dunque, imprigiona Giovanni nella fortezza di Macheronte, sul Mar Morto, ma non lo odia: parla con lui e quei discorsi lo turbano. E poi teme che ucciderlo, data la sua fama, possa provocare una sommossa. Arriva il compleanno di Erode e la figlia di Erodiade, Salomé, intraprende una danza in onore del re che ne resta ammaliato e le concede di chiedergli qualunque cosa, fosse pure la metà del regno. E lei, consultatasi con la madre, chiede la testa di Giovanni. Erode non vorrebbe, ma non può rifiutare: ormai ha fatto una promessa. Così il Battista muore, da martire. Non un martire della fede – perché non gli viene chiesto di rinnegarla – ma un martire della verità, sia perché non ha mai mancato di difenderla, sia perché per la Verità che è Gesù, lui è vissuto ed è morto. 

     

    Intenzione del giorno:

    Preghiamo per i perseguitati a causa della giustizia e della verità

     

    Don’t Forget! Foto della Settimana

    La punizione della polizia a tre ragazzi che ballavano in strada: la maschera del covid e un cartello con la scritta, “non uscire, non ti avvicinare al coronavirus”. CHENNAI, INDIA (AFP)

     

     

    Il ricordo e il grazie…

     

    Don Ettore Persico

     

    Morto il 20 marzo 2020

     

     

     

    Don Ettore Persico è nato il 26-06-1942 a Desenzano di Albino ed è stato ordinato sacerdote il 28-06-1969. Sacerdote generoso e semplice, aveva una spiccata devozione mariana. Ha sempre operato con impegno in ogni comunità in cui è stato, senza mai voler apparire. Dopo l’ordinazione sacerdotale era stato coadiutore parrocchiale a Sorisole (1969-‘72), a Gandino (1972-’79), dove tornò per festeggiare il 40° di ordinazione. A Paratico (1979-’82), quindi parroco di Gerosa dove incrementò la devozione mariana nel locale santuario della Madonna della Foppa. Contemporaneamente fu amministratore parrocchiale di Peghera. Divenne poi parroco di Vedeseta e Strozza, quindi arciprete di Vilminore di Scalve e parroco di Vilmaggiore e anche di Pezzolo, calandosi nella realtà locale, ricca di tradizioni religiose. Nel 2004 era giunto a Nembro come vicario parrocchiale, esercitando il suo ministero soprattutto come cappellano del santuario dello Zuccarello, esprimendo la sua gioia nel vedere tanti pellegrini. Era un uomo semplice, molto attento a poveri, malati e anziani che andava a visitare nelle case e nella casa di riposo. Conosceva bene la vita dei santi e spesso li citava nelle sue omelie che preparava con cura. Ha sempre lavorato molto, in semplicità, senza voler mai apparire, ma tutti porteranno il suo ricordo in eterno.

     

    nell’immagine un dipinto di Nikolai Astrup

     

     

     

     

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