venerdì 17 marzo ’17

    2.a Settimana di Quaresima

     

    nella fotografia un quadro di Domenico Beccafumi (Domenico di Jacopo di Pace 1486 – 1551) – Incontro di Anna

     

     

    Proverbio del giorno – Svezia

    Un dolore condiviso è un dolore dimezzato. Una gioia condivisa è una gioia raddoppiata.

     

    Iniziamo la Giornata Pregando – Preghiera di quaresima

    “Contempla, anima mia, Isacco offerto in olocausto, contempla il nuovo Isacco legato sul legno della croce, nuova vittima offerta in mistero per il peccato del mondo. Signore, accogli in sacrificio il mio spirito affranto. Guarda le mie mani legate dal peccato e il legno della maledizione sulla mia schiena, a frenare il cammino verso di te. Ti rendo grazie, o mio Salvatore, poiché tu, agnello senza macchia, hai allontanato da me la condanna.

     

    San Patrizio

    Nasce nel 385 in Britannia; a 16 anni è rapito e condotto schiavo in Irlanda, dove rimane 6 anni: fuggito, torna in patria dove si prepara a diventare prete. A 40 anni sente la nostalgia dell’isola verde e si fa il suo nome come vescovo: qui predica, battezza, conferma, celebra, ordina preti, consacra monaci. Il successo è grande, ma non mancano assalti di nemici e malignità di cristiani. Muore verso il 461. È patrono d’Irlanda e degli irlandesi nel mondo.

     

    La Parola di Dio del giorno (Matteo 21,33-43.45-46)

    Gesù disse ai principi dei sacerdoti e agli anziani del popolo: «Ascoltate un’altra parabola: C’era un padrone che piantò una vigna e la circondò con una siepe, vi scavò un frantoio, vi costruì una torre, poi l’affidò a dei vignaioli e se ne andò. Quando fu il tempo dei frutti, mandò i suoi servi da quei vignaioli a ritirare il raccolto. Ma quei vignaioli presero i servi e uno lo bastonarono, l’altro lo uccisero, l’altro lo lapidarono. Di nuovo mandò altri servi più numerosi dei primi, ma quelli si comportarono nello stesso modo. Da ultimo mandò loro il proprio figlio dicendo: Avranno rispetto di mio figlio! Ma quei vignaioli, visto il figlio, dissero tra sé: Costui è l’erede; venite, uccidiamolo, e avremo noi l’eredità. E, presolo, lo cacciarono fuori della vigna e l’uccisero.  Quando dunque verrà il padrone della vigna che farà a quei vignaioli?». Gli rispondono: «Farà morire miseramente quei malvagi e darà la vigna ad altri vignaioli che gli consegneranno i frutti a suo tempo». 

     

    La Riflessione del giorno (F. Alberoni)

    Oggi, col crollo delle nascite, sono poche le famiglie in cui ci saranno dei fratelli. Ci sono solo figli unici che vedono i compagni a scuola o al circolo sportivo ma in casa sono soli. Dopo i vent’anni molti si innamorano e questo potrebbe essere il vero grande amore della loro vita. Ma non sempre va così: alcuni sono impegnati nello studio, altri negli stage e nella carriera; altri, soprattutto i maschi, vogliono continuare la loro vita adolescenziale. Così spesso quest’amore non riesce a sbocciare e non genera una stabile coppia amorosa che desidera un figlio. Ci sono molte separazioni precoci e molte donne deluse perché non hanno realizzato quello che sognavano, e a 30 anni non sono sicure di volere figli. Lo decideranno a 40 e sarà un figlio unico. Ma la vita di questi figli unici, quando i loro genitori invecchieranno e avranno bisogno di aiuto, sarà triste. E sarà ancor peggio quando invecchieranno loro perché non avranno nemmeno un fratello che li va a trovare. Già adesso le case sono piene di badanti, ma un giorno saranno troppe e non ci sarà più il denaro per mantenerle.

     

    L’intenzione del giorno

    Preghiamo per tutti coloro che si sono raccomandati alle nostre preghiere

     

    166° QUADRO DELLA SERIE “I MILLE QUADRI PIÙ BELLI DEL MONDO”

    Domenico di Jacopo di Pace, detto il Beccafumi (1486 – 1551), è tra i più importanti fondatori del manierismo e l’ultimo artista di grande influenza della scuola senese. I “manieristi” si ispiravano allo stile dei tre grandi maestri Michelangelo, Raffaello e Leonardo: la loro opera era ritenuta da una parte una sterile ripetizione delle forme di questi grandi maestri, dall’altra un’indebita l’alterazione del dato naturale oggi rivalutata per la straordinaria modernità e la capacità di rompere con gli schemi classici. 

    Il Beccafumi produsse due versioni di questo quadro: la prima era smaccatamente michelangiolesca.

     

    DOMENICO BECCAFUMI: S. MICHELE 1526/35 olio su tavola 347 x 225 cm Chiesa di S. Niccolò al Carmine Siena

    Questa seconda è evidentemente un omaggio all’opera di Raffaello nelle Stanze Vaticane. Il groviglio di angeli e demoni del primo quadro, lascia il posto a una composizione più ordinata. Al centro campeggia S. Michele con la spada levata, ma Dio Padre sopra di lui ha presenza più potente e manifesta per far capire che l’angelo guerriero si muove ai suoi ordini. Gli altri angeli del cielo sono seduti ordinatamente in file semicircolari, come i dotti nella Disputa del SS. Sacramento di Raffaello. San Michele appare in procinto di scendere agli inferi dove, tra i bagliori di fuoco che illuminano i cunicoli al di sotto delle volte, stanno i dannanti e, più in basso di tutti, Lucifero, mostro con faccia canina e corpo di drago.

    Spiccano gli effetti di controluce, che lasciano in ombra Dio Padre e illuminano a chiazze Michele, suggerendo una forte luce alle sue spalle che lo accompagna nel viaggio agli inferi. Si accende infine un fuoco alla base del dipinto, infuocando il demonio e permettendo di distinguerlo. Gli effetti luministici, le pose dei diversi personaggi, i colori cangianti…tutto insomma contribuisce a creare un clima di dramma assai lontano dalle chiare e misurate ambientazioni della pittura rinascimentale.  

     

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