giovedì 9 aprile ’20

     

    nell’immagine il dipinto di  Ford Madox Brown – Lavanda dei piedi

     

     

    Settimana Santa – Giovedì Santo

     

    Due celebrazioni solenni oggi: la S. Messa del Crisma che ogni anno il Vescovo celebra in Cattedrale insieme al presbiterio diocesano. E la S. Messa in Cena Domini che le parrocchie celebrano la sera dopo cena. Quest’anno per l’emergenza virus le chiese saranno deserte, ma i due riti potremo seguirli in Tv o alla radio. Noi come sempre offriamo il nostro contributo alla preghiera personale

     

    Preghiera del giorno – Preghiera Colletta

    O Dio che ci hai riuniti per celebrare la santa Cena nella quale il tuo unico Figlio, prima di consegnarsi alla morte, affidò alla Chiesa il nuovo ed eterno sacrificio, convito nuziale del suo amore, fa’ che dalla partecipazione a così grande mistero attingiamo pienezza di carità e di vita. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio e vive e regna e lo Spirito Santo per tutti i secoli dei secoli. Amen

     

    Ascoltiamo la Parola di Dio

    Messa del Crisma: Duomo di Bergamo in mattinata

    Letture Isaia 61,1-9; Salmo 88; Apocalisse 1,5-8; Luca 4,16-21

    Lo spirito del Signore Dio è su di me, perché il Signore mi ha consacrato con l’unzione; mi ha mandato a portare il lieto annuncio ai miseri, a fasciare le piaghe dei cuori spezzati, a proclamare la libertà degli schiavi, la scarcerazione dei prigionieri, a promulgare l’anno di grazia del Signore, il giorno di vendetta del nostro Dio, per consolare tutti gli afflitti, per dare agli afflitti di Sion una corona invece della cenere, olio di letizia invece dell’abito da lutto, veste di lode invece di uno spirito mesto.

     

    Messa della Cena del Signore: In ogni parrocchia alla sera

    Letture: Esodo 12, 1-8. 11-14; Salmo 115; 1Corinzi 11, 23-26; Giovanni 13, 1-15

    Fratelli, ho ricevuto dal Signore quello che a mia volta vi ho trasmesso: il Signore Gesù, nella notte in cui veniva tradito, prese del pane e, dopo aver reso grazie, lo spezzò e disse: «Questo è il mio corpo, che è per voi; fate questo in memoria di me». Allo stesso modo, dopo aver cenato, prese anche il calice, dicendo: «Questo calice è la Nuova Alleanza nel mio sangue; fate questo, ogni volta che ne bevete, in memoria di me». Ogni volta infatti che mangiate questo pane e bevete al calice, voi annunciate la morte del Signore, finché egli venga.

     

    Riflessione per il Giorno – riflessione don Davide Rota

    In questo inedito Giovedì Santo sono convinto che, al dolore provocato dall’epidemia e dalla strage in atto, si aggiungerà per i credenti un altro dolore non meno sincero: di non poter partecipare ai riti più solenni e significativi dell’anno liturgico; di non poter realizzare l’incontro con l’assemblea liturgica a causa del distanziamento obbligatorio; di non poter ricevere la S. Comunione proprio nel giorno in cui Gesù l’ha istituita; di non potersi confessare neppure a Pasqua…Ci obietteranno che nessuno può impedirci di pregare per nostro conto se ci teniamo, ma che in questo momento la priorità assoluta è mettere in atto i provvedimenti necessari a sconfiggere la pandemia…il resto è secondario. No, non è affatto secondario; se infatti è vero che la gravissima emergenza del coronavirus obbliga ad assumere provvedimenti drastici, ma indispensabili, è altrettanto vero che la rinuncia per i credenti non è cosa da poco, come non lo è la disperazione di non comunicare con i propri cari ospedalizzati; lo strazio del frettoloso congedo dai propri morti (5000 in un mese nella nostra Bergamasca) e tutti i drammi vissuti in questi giorni. Oggi noi oggi non vogliamo rinunciare a fare memoria dell’eucaristia, dono finale di Gesù ai discepoli; dell’istituzione del sacerdozio cristiano; dell’imitazione di Gesù nel servizio ai fratelli con la lavanda dei piedi e lo faremo accettando un sacrificio che solo superficiali e non credenti si ostinano a non capire, ma che costituisce la nostra maniera più autentica di partecipare alla passione, morte e risurrezione di nostro Signore.

    Per questo facciamo nostre le parole del profeta Daniele esiliato a Babilonia nel VI sec col suo popolo: avendo perso tutto, egli così si rivolge a Dio: “In questo momento non abbiamo più né principe, né capo, né profeta, né olocausto, né sacrificio, né oblazione, né incenso, né luogo per presentarti le primizie e trovar misericordia. Potessimo esser accolti con il cuore contrito e con lo spirito umiliato, come olocausti di montoni e di tori, come migliaia di grassi agnelli. Tale sia oggi il nostro sacrificio davanti a te e ti sia gradito, perché non c’è confusione per coloro che confidano in te”.  (Daniele 3,38-40)   

     

    Intenzione del giorno

    Per il nostro Vescovo e per tutti i sacerdoti della diocesi, affinché passata l’emergenza tornino a fare dono al popolo cristiano dell’annuncio della Parola e della celebrazione dell’eucaristia.

     

    Don’t forget!

    Terenzio e compagni Martiri di Cartagine. Terenzio è il capo di un gruppo di martiri uccisi a Cartagine, al tempo dell’imperatore Decio che aveva emanato un decreto di persecuzione contro coloro che non avessero rinnegato il Cristianesimo. Terenzio e altri 39 compagni decisero di non cedere e Terenzio rispose per tutti, con pubblica professione di fede che ne provocò il martirio

     

     

     

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