Lunedì 11 settembre 2023

     

    XXIII settimana Tempo Ordinario

     

    Aforisma di S. Paolo apostolo

    Io Paolo, sono lieto nelle sofferenze che sopporto per voi e do compimento a ciò che, dei patimenti di Cristo, manca nella mia carne, a favore del suo corpo che è la Chiesa.

     

    Preghiera Colletta

    O Padre, che ci hai liberati dal peccato e ci hai donato la dignità di figli adottivi, guarda con benevolenza la tua famiglia, perché a tutti i credenti in Cristo sia data la vera libertà e l’eredità eterna.

    Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen

     

    Santo del giorno

    Nato a Montgesty nel 1802 e ordinato sacerdote a Parigi nel 1826, Giovanni Gabriele Perboyre ha un sogno: le missioni in Cina, e chiede con insistenza di essere mandato, “a portare Gesù Cristo ai cinesi”. Il suo desiderio si fa ancora più vivo, quando il 2-5-1831, muore suo fratello, il P. Louis Perboyre, mentre era in viaggio per la Cina.

    Lui dovrà prendere il suo posto. Così nel 1832 approda a Macao ed esercita il suo apostolato tra i cristiani cinesi nonostante i pericoli della persecuzione. Tradito da uno dei suoi discepoli, fatto prigioniero, è torturato a lungo e subisce il martirio a Outchanfou l’11 settembre del 1840. A 38 anni di età, P. Perboyre viene crocifisso come Gesù e finito a colpi di spada. Tutto si compie come lui aveva desiderato: dare la vita e il sangue per Gesù.

    Tra i cristiani rimasti fedeli, alcuni presero il corpo e gli diedero sepoltura nel luogo della sua predicazione, dove rimase finché non venne traslato nella Casa Madre della Congregazione dei Preti della Missione (Lazzaristi). Beatificato nel 1889 è canonizzato nel 1996.

     

    Parola di Dio del giorno Luca 6,6-11

    Un sabato Gesù entrò nella sinagoga e si mise a insegnare. C’era là un uomo che aveva la mano destra paralizzata. Gli scribi e i farisei lo osservavano per vedere se lo guariva in giorno di sabato, per trovare di che accusarlo. Ma Gesù conosceva i loro pensieri e disse all’uomo che aveva la mano paralizzata: «Alzati e mettiti qui in mezzo!».

    Si alzò e si mise in mezzo. Poi Gesù disse loro: «Domando a voi: in giorno di sabato, è lecito fare del bene o fare del male, salvare una vita o sopprimerla?». E guardandoli tutti intorno, disse all’uomo: «Tendi la tua mano!». Egli lo fece e la sua mano fu guarita. Ma essi, fuori di sé dalla collera, si misero a discutere tra loro su quello che avrebbero potuto fare a Gesù.

     

    Riflessione da “Il mattutino” di Mons. Ravasi

    L’amata fuggì con un altro. Nei boschi si nascose. Lui strappò l’intero bosco, ma non la trovò. Lui arò l’intero bosco, ma non la trovò. Seminò l’intero bosco, trasformò in pane il grano e da una quercia caduta intagliò una nave. E partì di sera, nel profondo mare. Tra pesanti rocce e onde grevi lui errò a lungo per dimenticare. Ma nel chiaro di luna e delle stelle, il bosco risorgeva e le verdi foglie ricoprivano la nave e le vele.

    Il poeta rumeno di origine moldava Grigore Vieru è ignoto ai più, ma il testo citato è suo: si tratta di un canto sul tradimento e sulla sofferenza invincibile che esso genera. Quando si è lasciati dalla persona amata, c’è chi spazza via dalla casa tutti i ricordi dell’altro, cerca di crearsi una nuova esistenza, tenta di fuggire lontano, in viaggi esotici che facciano dimenticare. E invece quei ricordi ritornano sempre a vivere, si ramificano come una foresta dai rami smisurati che ti raggiungono e ti coprono anche laggiù in quel mondo remoto in cui ti sei rifugiato.

    Anche qui brilla la grandezza, sia pur tragica, dell’amore. Eppure è meglio soffrire, lottare, sperare e vivere che non provare mai un sussulto, un fremito, una passione per un grande amore o un ideale alto. Forse è vera quella massima del Seicento francese: «Quando non si ama troppo, non si ama abbastanza», perché nell’amore vero non c’è la parola «risparmiarsi».        

     

    Intenzione di Preghiera

    Nel giorno in cui si ricorda l’attentato delle torri gemelle preghiamo per le vittime dei terrorismi e per l’immenso dolore che essi provocano, affinché dolore e preghiera sconfiggano il fanatismo omicida.

     

    Don’t Forget! Grandi personaggi…

    Cyril Richard “Rick” Rescorla

    Eroe dell’attentato alle torri gemelle 11-settembre-2001

    1939-2001

    Quella di Rick Rescorla è probabilmente la storia di eroismo più impressionante, tra le tante avvenute l’11 settembre 2001. Cyril Richard “Rick” Rescorla è nato il 27-5-1939 a Hayle, porto marittimo sulla costa settentrionale della Cornovaglia, in Gran Bretagna. A 19 anni si arruolò nell’esercito britannico, ma presto si stancò di quel lavoro burocratico e si trasferì negli Stati Uniti dove visse a Brooklyn finché non fu in grado di arruolarsi nell’esercito. Inviato in Vietnam si distinse per coraggio a tal punto da essere soprannominato dai suoi commilitoni “Hard Core”. Il suo capo lo definì “il miglior leader di plotone che abbia mai visto”.

    Pluridecorato in Vietnam, al ritorno in patria Rescorla aveva consacrato la sua vita da civile alla banca d’affari Morgan Stanley, colosso della finanza per cui curava tutti gli aspetti relativi alla sicurezza. La mattina dell’11 settembre, Rescorla sedeva alla sua scrivania, quando il cielo iniziò a tingersi del fumo nero proveniente dalla torre sud appena colpita. L’autorità portuale di New York chiese immediatamente all’ex marine di mantenere la calma e di non evacuare i dipendenti della banca, richiesta alla quale Rescorla rispose con un secco: “Fan… porterò la mia gente fuori da qui”.

    Quel giorno l’ex colonnello dei Marine Rick Rescorla condusse più di 2700 persone fuori dalla torre che sarebbe di lì a poco crollata, tenendo alto il morale dei suoi uomini con canti della Cornovaglia, la regione di Inghilterra che gli aveva dato i natali. Tra una canzone e l’altra, Rescorla chiamò sua moglie, dicendole: “Smettila di piangere. Devo portare fuori queste persone in sicurezza. Se mi dovesse succedere qualcosa, voglio che tu sappia che non sono mai stato più felice. Mi hai reso la vita“.

    Il suo corpo non sarà mai ritrovato: i testimoni riferiranno di averlo visto per l’ultima volta all’altezza del decimo piano, intento a salire le scale per portare in salvo altri superstiti.

     

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