Martedì 16 gennaio 2024

     

    II Settimana del Tempo Ordinario

     

    Avvenne il 16 gennaio…

    1547 – In Russia viene incoronato zar Ivan il Terribile

    1581 – Il Parlamento inglese mette fuori legge la Chiesa Cattolica Romana

    1969 – Jan Palach si dà fuoco in p.za S. Venceslao a Praga in protesta contro l’invasione sovietica.

    1979 – Lo scià M. Reza Pahlavi per la rivoluzione iraniana, lascia l’Iran e si rifugia in Egitto.

    1991 – USA e altri 27 paesi alleati, effettuano l’attacco all’Iraq per l’Invasione del Kuwait

    2023 – Dopo 30 anni di latitanza viene arrestato il boss di Cosa Nostra Matteo Messina Denaro.

     

    Aforismi dei Padri del deserto

    «Il silenzio è pieno di ogni vita, ma la morte è nascosta nei lunghi discorsi».

     

    Preghiera del giorno

    O amor puro, sincero e perfetto! O luce sostanziale! Dammi la luce affinché in essa io riconosca la tua luce. Dammi la tua luce affinché veda il tuo amore. Dammi la tua luce affinché veda il tuo cuore di Padre. Dammi un cuore per amarti, dammi occhi per vederti nei miei fratelli, dammi orecchi per udire e riconoscere la tua voce, dammi labbra per parlare di te, il gusto per assaporarti. Dammi l’olfatto per sentire il tuo profumo, dammi mani per toccarti e piedi per seguirti. Amen

     

    Santo del giorno

    Giuseppe nacque a Cividate Camuno da famiglia modesta. Voleva essere sacerdote ed entrò in seminario a Verona, ma la morte del padre lo costrinse ad aiutare la famiglia. Studiò giurisprudenza a Padova e conseguì il dottorato. Nel 1867 si trasferì a Brescia e nel 1875 si sposò con Emilia Corlobani, figlia del socio in azienda.

    Ebbe 10 figli, che educò nella fede cristiana. Nel 1881 si fece Terziario Francescano e fu sindaco per diversi anni e consigliere comunale a Brescia. Partecipò alla fondazione del giornale “Il Cittadino di Brescia” e alla formazione del Com. diocesano Opera dei Congressi.

    Sostenne molte iniziative sociali e contribuì alla fondazione del Banco Ambrosiano a Milano e dell’Unione degli studenti cattolici, radice della FUCI. Fondò la rivista “Scuola italiana moderna” e lanciò l’idea di un’università cattolica. Morì a Brescia e fu beatificato il 20-9-1998 da Giovanni Paolo II.

     

    Parola di Dio del giorno Marco 2,23-28

    In quel tempo, di sabato Gesù passava fra campi di grano e i suoi discepoli, mentre camminavano, si misero a cogliere le spighe. I farisei gli dicevano: «Guarda! Perché fanno in giorno di sabato quello che non è lecito?».

    Ed egli rispose loro: «Non avete mai letto quello che fece Davide quando si trovò nel bisogno e lui e i suoi compagni ebbero fame? Sotto il sommo sacerdote Abiatàr, entrò nella casa di Dio e mangiò i pani dell’offerta, che non è lecito mangiare se non ai sacerdoti, e ne diede anche ai suoi compagni!».

    E diceva loro: «Il sabato è stato fatto per l’uomo e non l’uomo per il sabato! Perciò il Figlio dell’uomo è signore anche del sabato».

     

    Riflessione di Réginald Garrigou-Lagrange

    La Chiesa è intransigente sui principi perché crede, ma è tollerante nella pratica perché ama; i nemici della Chiesa sono tolleranti nei principi perché non credono, ma intransigenti nella pratica perché non amano. La Chiesa assolve i peccatori, i nemici della Chiesa assolvono i peccati“. Réginald Garrigou-Lagrange (1877–1964) teologo domenicano francese, è considerato uno dei più grandi teologi neotomisti cattolici del XX secolo. Fra i suoi allievi all’Angelicum di Roma si ricorda il futuro Giovanni Paolo II.

    La frase citata dice esattamente quello a cui la chiesa nella sua bimillenaria storia e tradizione si è sempre ispirata: massimo rigore nella fedeltà ai principi e grande tolleranza (meglio dire “misericordia” per non fare confusione) nella pratica e nella confessione. Uno scrittore di aforismi, cattolico convinto, ma senza peli sulla lingua anche con la chiesa, il colombiano Nicolàs Gòmez Dàvila, scrisse però che pure la chiesa che “un tempo assolveva i peccatori, adesso assolve i peccati” denunciando al suo interno un andazzo che se si dovesse generalizzare, sarebbe catastrofico per la chiesa stessa.

    Il fatto è che il mondo d’oggi, soprattutto quello occidentale, ha creato un conflitto pressoché insanabile fra verità e carità che la chiesa invece ha sempre tenute intimamente connesse: S. Agostino diceva che la carità deve essere vera e la verità deve essere cara! Per questo mondo voler bene significa dar ragione tutti, anche a costo di sacrificare la verità. Garrigou-Lagrange fa notare invece che se la fede rende intransigenti (quanti martiri hanno dato la vita per difenderla) la carità rende misericordiosi, perché nonostante tutte le sue mancanze, la chiesa a differenza del mondo, non è vera perché ama, ma ama perché è vera.       

     

    Intenzione di preghiera

    Preghiamo perché la chiesa non rinunci a proclamare la verità in un mondo dominato dal relativismo etico come il nostro dove è diventato quasi impossibile distinguere il bene dal male.

     

    Don’t Forget! 1000 quadri più belli del mondo

    FRANZ DVORAK: LA PITTURA DEGLI UCCELLI

    1885-1895 olio su tela 140 x 92 cm. Collezione privata

    Il pittore ceco František Bruner (1862-1927) che cambiò il nome in “Dvořák” forse per ragioni patriottiche, mostrò talento artistico sin da giovane e a 17 anni si iscrisse all’Accademia delle Belle Arti di Praga, ma, ritenendo che gli studi andassero a rilento, si trasferì all’Accademia di Belle Arti di Vienna e nel 1883 a Monaco. Più tardi si acquistò uno studio e si diede alla pittura di ritratti e scene di genere. La sua popolarità aumentava, ma lui, sempre irrequieto viaggiò in Francia e in Italia dove faceva ritratti ai turisti inglesi e americani; per loro si stabilì a Filadelfia negli Usa. Ma nel 1905 decise di tornare a Praga dove visse fino alla morte.

    Il pittore realizzò questo quadro nello stile sognante tipico del simbolismo che nato in Francia alla fine del XIX secolo, si diffuse poi in tutta Europa. Questo genere artistico i cui esponenti volevano prendere le distanze dall’impressionismo e dal realismo, portò alla ribalta fantasia e immaginazione: nel quadro infatti una giovane donna dalle grandi ali, tiene una conchiglia che funge da tavolozza nell’incavo del braccio sinistro e il pennello nella mano destra.

    Sotto di lei due putti con ali d’angelo simboleggiano la presenza nella scena dell’amore divino e terreno e guardano stupiti la donna che dipinge un uccello dei più sgargianti colori, mentre altri uccelli bianchi attendono il loro turno per essere a loro volta dipinti. Le energiche pennellate di Dvorak e i vortici di colore fanno intuire la vitalità e creatività di un pittore più interessato a esprimere la sua visione interiore della natura e della vita che uno stile o una forma artistica.  

     

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