martedì 27 marzo ’18

    Martedì della settimana santa

     

    Pensiero del Giorno (Sant’Agostino)

    Ho letto in Platone e Cicerone cose veramente sagge e meravigliose. Ma in nessuno dei loro scritti ho mai letto: “Venite a me voi tutti che siete affaticati e oppressi e io vi darò riposo”.

     

    Iniziamo la Giornata pregando

    Concedi a questa tua famiglia, o Padre, di celebrare con fede i misteri della passione del tuo Figlio, per gustare la dolcezza del tuo perdono. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen

     

    BEATO FRANCESCO FAÀ DI BRUNO

    Nacque ad Alessandria nel 1825 da famiglia della nobiltà militare. Prima di divenire prete, lui stesso fu ufficiale dell’esercito sabaudo, professore all’Università di Torino, architetto e matematico, consigliere della Casa Reale di Savoia. Diede vita all’opera S. Zita per le donne di servizio e a una casa per ragazze madri. Fondò le suore Minime di Nostra Signora del Suffragio. Fu amico di Don Bosco. Nel 1876 venne ordinato sacerdote a Roma. Consumato dal servizio, Fran­cesco muore a Torino il 27 marzo 1888, poco dopo Don Bosco (31-01-1888). Fin da subito ebbe fama di santità. E’ stato beatificato nel1988, a Roma, da S. Giovanni Paolo II.

     

    Ascoltiamo la Parola di Dio del giorno – Gv 13,21-33.36-38

    Mentre Gesù era a mensa con i suoi discepoli, si commosse profondamente e dichiarò: «In verità, in verità vi dico: uno di voi mi tradirà». I discepoli si guardarono gli uni gli altri, non sapendo di chi parlasse. Ora uno dei discepoli, quello che Gesù amava, si trovava a tavola al fianco di Gesù. Simon Pietro gli fece un cenno e gli disse: «Dì, chi è colui a cui si riferisce?». Egli reclinandosi così sul petto di Gesù, gli disse: «Signore, chi è?». Rispose allora Gesù: «E’ colui per il quale intingerò un boccone e glielo darò». E intinto il boccone, lo prese e lo diede a Giuda Iscariota, figlio di Simone. E allora, dopo quel boccone, satana entrò in lui. Gesù quindi gli disse: «Quello che devi fare fallo al più presto». Nessuno dei commensali capì perché gli aveva detto questo; alcuni infatti pensavano che, tenendo Giuda la cassa, Gesù gli avesse detto: «Compra quello che ci occorre per la festa» o che dovesse dare qualcosa ai poveri. Preso il boccone, egli subito uscì. Ed era notte. Quando Giuda fu uscito, Gesù disse: «Ora il Figlio dell’uomo è stato glorificato, e anche Dio è stato glorificato in lui. Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito. Figlioli, ancora per poco sono con voi; voi mi cercherete, ma come ho già detto ai Giudei, lo dico ora anche a voi: dove vado io voi non potete venire». 

     

    Riflessione Per Il Giorno (don Tonino Bello)

    “Collocazione provvisoria”. Non c’è formula migliore per definire la croce. La mia, la tua croce, non solo quella di Cristo. La tua croce, anche se durasse tutta la vita, è “collocazione provvisoria”. Il Calvario non è zona residenziale: il terreno dove si consuma la sofferenza, non si venderà mai come suolo edificatorio. Coraggio! Noi credenti, nonostante tutto, possiamo contare su Pasqua e la Domenica, Pasqua settimanale. Essa è il giorno dei macigni che rotolano via dall’imboccatura dei sepolcri; è l’intreccio di annunci di liberazione, portati da donne ansimanti dopo le corse sull’erba. E’ l’incontro di compagni trafelati sulla strada polverosa; è il tripudio di una notizia che si temeva non giungesse più e invece corre di bocca in bocca ricreando rapporti nuovi tra vecchi amici. E’ la gioia delle apparizioni del Risorto; è la festa degli ex delusi della vita, nel cui cuore all’improvviso dilaga la speranza. Riconciliamoci con la gioia. La Pasqua sconfigga il nostro peccato, frantumi le nostre paure e ci faccia vedere le tristezze, le malattie, i soprusi, e perfino la morte, dal versante giusto: quello del «3° giorno». Da lì le sofferenze del mondo non saranno più i rantoli dell’agonia, ma i travagli del parto. E le stigmate lasciate dai chiodi nelle nostre mani saranno le feritoie attraverso le quali scorgeremo fin d’ora le luci di un mondo nuovo”.

     

    Intenzione del giorno

    Preghiamo perché di fronte alle difficoltà i cristiani non si smarriscano e non perdano la speranza.

     

    Don’t Forget!

    Simboli cristiani: L’AGNELLO

    Immagine di Cristo, è simbolo di dolcezza, semplicità, innocenza, purezza e obbedienza. Giovanni il Battista dirà di Gesù: «Ecco l’agnello di Dio che toglie i peccati del mondo». Il venerdì santo Gesù, come vittima espiatoria, prende su di sé i peccati dell’umanità e ricorda il sacrificio dell’agnello per la pasqua ebraica e il sangue con cui gli ebrei avevano segnato le loro porte salvando i loro figli dallo sterminio. Il simbolo rimanda anche al Cristo resuscitato e glorificato, come si legge più volte nell’Apocalisse. In questo caso si afferma non solo come il Purificatore del mondo, ma anche come il dominatore, e l’iconografia medievale ce la presenta con una croce che le trapassa il corpo da parte a parte e verso la quale la sua testa si rivolge con la bocca semiaperta ad invitare con le parole del Signore: «Venite a me che sono dolce e umile di cuore e troverete il riposo delle vostre anime».

     

     

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