mercoledì 22 luglio ’20

     

     

    nell’immagine un dipinto di Carl Frieseke

     

     

    XVIa Settimana tempo Ordinario

     

     

    Proverbio del giorno (Messico)

    È meglio sapere dove andare e non sapere come, che sapere come andare e non sapere dove.

     

    Iniziamo la Giornata Pregando

    “Dona ancora, o Padre, alla tua Chiesa, convocata per la Pasqua settimanale, di gustare nella parola e nel pane di vita la presenza del tuo Figlio, perché riconosciamo in lui il vero profeta e pastore, che ci guida alle sorgenti della gioia eterna. Per il nostro Signore Gesù Cristo. Amen

     

    Maria Maddalena

    La Chiesa latina accomunava nel culto tre distinte donne: 1) Maria di Betania, sorella di Lazzaro e Marta, 2) La peccatrice «cui molto è stato perdonato perché molto ha amato» 3) Maria di Magdala che seguì Gesù, assistette alla crocifissione ed ebbe il privilegio di vederlo risorto. L’identificazione è stata facilitata dal nome Maria comune alle 3.

     

    La Parola di Dio del giorno Giovanni 20,1-2.11-18

    Maria di Magdala si recò al sepolcro di buon mattino, quand’era ancora buio, e vide che la pietra era stata ribaltata dal sepolcro. Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!». Maria invece stava all’esterno vicino al sepolcro e piangeva. Mentre piangeva, si chinò verso il sepolcro e vide due angeli in bianche vesti, seduti l’uno dalla parte del capo e l’altro dei piedi, dove era stato posto il corpo di Gesù. Ed essi le dissero: «Donna, perché piangi?». Rispose loro: «Hanno portato via il mio Signore e non so dove lo hanno posto». Detto questo, si voltò indietro e vide Gesù che stava lì in piedi; ma non sapeva che era Gesù. Le disse Gesù: «Donna, perché piangi? Chi cerchi?». Essa, pensando che fosse il custode del giardino, gli disse: «Signore, se l’hai portato via tu, dimmi dove lo hai posto e io andrò a prenderlo». Gesù le disse: «Maria!». Essa allora, voltatasi verso di lui, gli disse in ebraico: «Rabbuni!», che significa: Maestro! Gesù le disse: «Non mi trattenere, perché non sono ancora salito al Padre; ma va’ dai miei fratelli e dì loro: Io salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro». Maria di Magdala andò subito ad annunziare ai discepoli: «Ho visto il Signore» e anche ciò che le aveva detto.

     

    Riflessione Per Il Giorno (Frammento)

    E’ un brav’uomo, ma così fiscale e maniaco delle regole, anche le più piccole, da togliere il fiato: quando comincia col puntiglioso elenco di ciò che, a suo modo di vedere, non va, cerco di sottrarmi alla tortura con vari pretesti, il che lo indispone ancor più. Una domenica, quando, dopo aver ascoltato la parabola della zizzania (lui –inutile dirlo- è un fedele molto scrupoloso), si era spinto ad accusare di sciatteria il Padreterno perché nel campo del mondo lascia crescere insieme il buon grano e la zizzania, ho capito che bisognava intervenire. “Tu mi ricordi uno che al giardinetto di casa dedicava ogni cura: non un filo d’erba fuori posto, alberelli, fiori e vialetto perfetti…tutti gli facevano i complimenti per quell’angolo di pura bellezza. Per evitare che i dispettosi gli gettassero dentro cartacce e rifiuti, innalzò la recinzione e circondò il giardino con una siepe. Sempre per preservarne la perfezione, obbligò anche i familiari a entrare in casa dal cancello sul retro e proibì di calpestare il tappeto erboso per non rovinarlo. Soddisfatto passava ore a contemplare dall’alto il suo piccolo eden”. Mi scruta sospettoso. “Che significa?” chiede. “Significa che se il buon Dio la pensasse come te, nella perfezione del suo creato, gli unici a non trovare posto saremmo tu, io e nessun altro essere umano”.

     

    Intenzione del giorno

    Preghiamo per chi ha perduto la fede, la speranza, per chi non è più capace di amare e perdonare

    Don’t Forget…!

     SANTI E BEATI DELLA CARITÀ

    Carlo Tancredi Falletti

    e

    Giulia Colbert

    Carlo Tancredi nacque a Torino il 26-10-1782 e fin da giovane si distinse per intelligenza, disposizione alla giustizia, attenzione alle esigenze dei tempi e tendenza a promuovere il bene. Lei nacque nel castello di Maulévrier, in Vandea, il 26-6-1786, dotata di squisita femminilità e di genuina spiritualità. Ambedue ereditarono dalle famiglie non solo il nome, il censo e le ricchezze, ma anche una religiosità profonda. Si conobbero alla corte di Napoleone e pur diversi per temperamento e carattere, si trovarono in sintonia sui valori profondi e gli ideali di vita. Si sposarono a Parigi il 18-8-1806. L’affetto tra loro divenne col tempo sempre più puro e più forte, perché fondato su fede e carità. Non avendo avuto il dono dei figli, i due gareggiarono nel farsi apostoli di carità, adottando i poveri di Torino. Carlo e Giulia riconoscevano in ogni uomo, soprattutto nei più miseri l’immagine di Dio che ha dato a ciascuno un destino di felicità. La loro esperienza di Dio Provvidenza e Misericordia li portò ad aprirsi alla realtà del tempo e a realizzare innumerevoli opere socio-caritative, destinate a incidere nella vita della città di Torino: ospedali, scuole, laboratori, centri d’accoglienza, asili infantili, strumenti per promozione umana e crescita cristiana. Giulia si dedicò alle carceri e attuò la prima vera riforma carceraria, basata sulla rieducazione e redenzione della persona: per questo visitava le carcerate e intesseva con loro rapporti personali. Fondò la Congregazione delle “Figlie di Gesù buon Pastore”, per giovani provenienti da ambienti degradati ed ex detenute, con la missione di educare le ragazze a rischio. Carlo si dedicò all’educazione preventiva, all’istruzione e alla formazione di bambini e giovani. Ricoprì per 22 anni cariche politiche rivelando, come sindaco di Torino, grande capacità di governo ed equilibrio straordinario nell’affrontare situazioni difficili. I piccoli ebbero il posto preminente nel cuore di Carlo e Giulia: per loro istituirono le “stanze di ricovero”, cioè i primi asili d’infanzia del Piemonte, accogliendo “nella loro casa” i figli di operai poveri che altrimenti avrebbero trascorso i primi anni della loro vita per la strada, esposti a tutti i pericoli. Per essi nel 1834 fondarono l’Istituto “Suore di S. Anna”, affinché continuassero tale missione a servizio delle nuove generazioni. Durante il colera che colpì la città di Torino nel 1835, i marchesi di Barolo si dedicarono a soccorrerne le vittime, avendone poi ripercussioni sulla loro salute. Carlo morì il 4-9-1838 a Chiari, tra le braccia della sua sposa. Ella gli sopravvisse fino al gennaio 1864, portando a compimento la missione intrapresa a servizio dei più poveri. Era l’Amore di Dio l’unica luce che brillava nella loro vita e continua a brillare anche oggi, a quasi due secoli di distanza! E’ in corso il processo di beatificazione di entrambi.

     

     

     

     

     

     

     

    Condividi questa!

    Informazioni sull'autore

    Potrebbe piacerti anche

    Nessun commento

    È possibile postare il commento di prima risposta.

    Lascia un commento

    Please enter your name. Please enter an valid email address. Please enter a message.

    WP2Social Auto Publish Powered By : XYZScripts.com