sabato 1 luglio ’17

    XII settimana del tempo ordinario

     

    nell’immagine un quadro di  Jan Gossaert 

     

    Proverbio del Giorno

    «Mentre nuoti non dimenticare i vestiti lasciati sulla riva (Arabia)»

     

    Iniziamo la giornata pregando

    O Dio onnipotente ed eterno, che hai costituito il tuo Figlio unigenito Redentore del mondo, e hai voluto essere placato dal suo Sangue, concedici, Te ne preghiamo, di venerare con culto solenne il prezzo della nostra salvezza e, per sua virtù, essere difesi dai mali presenti in terra, in modo da allietarci eternamente del suo frutto in cielo. Per lo stesso Signore nostro Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con Te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen

     

    PREZIOSISSIMO SANGUE DI GESU’

    Il sangue versato da Gesù per l’umanità fu oggetto di culto sin dai primi secoli dell’era cristiana, ma la devozione si accrebbe dall’XI sec collegata alla devozione eucaristica. La festa venne introdotta a Roma nel 1849; papa Pio X fissò la data del 1º luglio.

     

    Oggi si ricordano anche il B. ANTONIO ROSMINI (1797 – 1855) S. ARONNE e S. ESTER

     

     

    Ascoltiamo la Parola di Dio del giorno

    Gesù, quando ebbe preso l’aceto, disse: È consumato! E chinato il capo rese lo spirito. Allora i Giudei, dato che era la Parasceve, affinché i corpi non rimanessero in croce durante il sabato (e un gran sabato era quello!), chiesero a Pilato che si rompessero loro le gambe e fossero tolti. Vennero quindi i soldati, e ruppero le gambe ai due che erano stato crocifissi con lui. Ma giunti da Gesù, videro che era già morto, e non gli ruppero le gambe, ma uno dei soldati gli aperse il fianco con la lancia, e subito ne uscì sangue e acqua. E chi vide lo attesta: e la sua testimonianza è vera. (Gv 19,30-35)

     

    Riflessione per il Giorno

    Il Sangue, è nella Bibbia un importante elemento di vita. “La vita di una creatura risiede nel sangue” (Levitico 17,11). E’ in questo versetto biblico che si comprende l’assoluta importanza che esso comporta nella vita sia degli esseri umani che degli animali. L’Antico Testamento si sofferma diverse volte sull’argomento del sangue, ribadendone la preziosità. Dio comanda di non versare il sangue, cioè di non spargerlo uccidendo l’altro, di non berlo e di non mangiare carni animali che contengano ancora residui di sangue; perché il sangue è vita, è sacro. (Deut 12,23).  E’ alla sua importanza nell’Antico Testamento, che si affianca l’importanza del sangue di colui che ha voluto assumere la nostra natura umana: Gesù. Il Sangue di Cristo è la più grande e perfetta rivelazione dell’Amore del Padre e la sua effusione è sorgente della Chiesa, che rinasce nutrendosi del Sangue Divino, e, attraverso di esso, è riscatto per l’uomo peccatore a cui viene donata la salvezza.

     

    Intenzione del giorno

    Preghiamo per tutti i cristiani che hanno effuso il loro sangue per amore di Gesù e del loro prossimo

     

    Don’t Forget

    LUGLIO è il 7° mese dell’anno, ha 31 giorni e si colloca nella 2.a metà dell’anno civile. Il nome deriva da Giulio Cesare, nato attorno alla metà del mese. In precedenza, nel calendario di Romolo, era il 5° mese con il nome di Quintile (quintilis), nome latino del numero cinque. Venne cambiato in Iulius da Marco Antonio. Nati a luglio: Giulio Cesare, Francesco Petrarca, Franz Kafka, Giuseppe Garibaldi, Amedeo Modigliani, Rembrandt, Gino Bartali, Nelson Mandela, Ernest Hemingway…

     

    179 Quadro della serie: “i 1.000 quadri più belli del mondo”

    JACOPO ROBUSTI – TINTORETTO: CROCIFISSIONE 1565 – Olio su tela – 518 x 1224 cm Scuola grande di S. Rocco – Venezia

     

    La Crocifissione di Gesù è un gigantesco dipinto di 12 x 5 metri, realizzato dal Tintoretto (1518 – 1594) e collocato nella Sala dell’Albergo della Scuola Grande di San Rocco a Venezia. La scena del dipinto si svolge sullo sfondo di un cielo torvo, percorso da bagliori e gonfio di nubi minacciose, che dà all’osservatore la sensazione di una sciagura imminente, dove compaiono: Gesù Cristo crocifisso che si protende in avanti. La figura, circondata da un alone luminoso, è sola, lontana da tutti. Le braccia spalancate di Gesù sembrano abbracciare il mondo e irraggiare insieme dolore e luce: sono l’unica linea orizzontale che rompe la piramide centrale e contrastano in modo significativo con le braccia abbandonate delle pie donne. Maria Vergine, con S. Giovanni e le pie donne, sotto la croce, piangono attorno a Maria straziata dal dolore. Due ladroni stanno per essere issati in croce: a sinistra, il buon ladrone è sollevato con delle funi da alcuni aguzzini; a destra, il cattivo ladrone viene disteso per essere legato alla croce. Fra i soldati e gli aguzzini, spettatori o intenti a varie mansioni, si notano: un gruppo, a destra, vicino al terrapieno, scava la buca che dovrà sostenere la terza croce; due soldati, in basso a destra, rintanati in un fosso si giocano a dadi la veste di Cristo; uomini a cavallo guardano indifferenti o compiaciuti la scena. L’opera, brulicante di personaggi, sembra caotica, come se il dramma della morte si propagasse non solo intorno a Gesù, ma anche in mezzo a noi che osserviamo il dipinto. In realtà intorno alla croce di Cristo, fulcro dell’opera, le figure sono collocate a gruppi, quasi a formare una grande ruota della quale la scala e le croci dei due ladroni costituiscono i raggi. Gli episodi e i dettagli sparsi alla rinfusa non sono né secondari né irrilevanti. Tintoretto sa di dover rappresentare contenuti dottrinali complessi, ma non ricorre a intellettualismi complicati: egli vuole soprattutto presentare al fedele la storia della Redenzione e lo fa coinvolgendolo emotivamente. Così facendo si adegua al nuovo clima religioso richiesto e suggerito dal Concilio di Trento (1545 – 1563): attraverso le storie dei misteri della Redenzione (martirio di Gesù, inizio del ritorno al cielo e della redenzione umana), il popolo viene aiutato a ricordare e meditare i contenuti della fede. Lo spettatore (fedele) è chiamato, di volta in volta, a seguire le scene, a contemplare in silenzio, a parlare con Dio.

    La luce definisce le figure ritagliandole da un fondo scuro ed impastato, che ben si accorda con la penombra della Sala dell’Albergo. In effetti Tintoretto prima di dipingere le sue opere studiava a fondo il luogo dove sarebbero state collocate, cercando di comprendere al meglio il gioco delle luci e delle ombre per ottenere effetti sempre più intensi ed emozionanti.

     

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