Venerdì 20 gennaio 2023

     

    2a settimana tempo ordinario  

     

    Aforisma del giorno di N. Gomez Dàvila

    Quanto più una cosa è importante, tanto meno importa il numero dei suoi difensori. Se per difendere una nazione c’è bisogno di un esercito, per difendere un’idea basta un solo uomo.

     

    Preghiera del giorno dalla liturgia delle ore

    Cristo, sapienza eterna, donaci di gustare la tua dolce amicizia. Angelo del consiglio, guida e proteggi il popolo che spera nel tuo nome. Sii tu la nostra forza, la roccia che ci salva dagli assalti del male. A te la gloria e il regno, la potenza e l’onore, nei secoli dei secoli. Amen.

     

    Santi del giorno

    S. Fabiano e Sebastiano

    Sebastiano era membro delle guardie dell’imperatore di Roma e cristiano dalla nascita. Grazie al suo servizio, poteva portare conforto ai cristiani destinati al supplizio. Ma fu denunciato e condannato al supplizio delle frecce, per aver tradito la fiducia dell’imperatore Diocleziano.

    Ne uscì vivo ma non illeso: dopo le cure, si ripresentò a Diocleziano per rimproverarlo di quanto commesso contro i cristiani. A quel punto, fu frustato a morte e il corpo venne gettato nella Cloaca Massima. Le sue spoglie ritrovate furono deposte nelle catacombe della via Appia. 

    Fabiano, papa per 14 anni (236-250), consolidò e sviluppò la Chiesa. Divise Roma in 7 diaconie per l’assistenza dei poveri. Con lui la figura del vescovo di Roma assunse tale prestigio da destare preoccupazione nell’imperatore Decio, sotto il quale subì il martirio. Fu sepolto nel cimitero di Callisto.

     

    Parola di dio del giorno Marco 3,13-19

    In quel tempo, Gesù salì sul monte, chiamò a sé quelli che voleva ed essi andarono da lui. Ne costituì Dodici – che chiamò apostoli –, perché stessero con lui e per mandarli a predicare con il potere di scacciare i demoni.

    Costituì dunque i Dodici: Simone, al quale impose il nome di Pietro, poi Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni fratello di Giacomo, ai quali diede il nome di Boanèrghes, cioè “figli del tuono”; e Andrea, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Tommaso, Giacomo, figlio di Alfeo, Taddeo, Simone il Cananeo e Giuda Iscariota, il quale poi lo tradì.

     

    Riflessione del giorno di Mons. Ravasi Mattutino

    Lontano dai rumori nel riconquistato silenzio posso ascoltare le farfalle che mi volano per la testa. È necessaria molta attenzione e persino del raccoglimento perché il loro battere d’ali è quasi impercettibile. Un respiro un po’ più forte basta a coprirle.

    Il miglior commento a questa frase è nella storia raccontata dal libro Lo scafandro e la farfalla (Ponte alle Grazie 1997). Nel 1995, a 43 anni, il giornalista francese Jean-Dominique Bauby ebbe un ictus. Si risvegliò dal coma venti giorni dopo con la sindrome detta locked-in: il corpo aveva cessato di rispondere ai comandi, tranne la palpebra sinistra.

    Da allora, per più di un anno, egli riuscì a dettare il libro citato: con un battito di ciglio, fermava il suo interlocutore sulla lettera dell’alfabeto che gli veniva presentata. Dieci giorni dopo la pubblicazione del volume, Bauby morì. Era il marzo 1997 e in quello stesso anno il regista Julian Schnabel realizzò una versione cinematografica dell’opera, premiata a Cannes.

    Noi che abbiamo tutti i sensi vigili e il cervello in piena funzione spesso perdiamo un’infinità di eventi, di dati, di meraviglie che ci circondano. Lasciamo che irrompa il brusio di fondo delle città, di internet, della televisione a tener occupati orecchio, occhio e mente. Il battere d’ali delle farfalle, cioè il segreto profondo della realtà, ci è ignoto.

    Fermi come siamo sulla superficie delle cose, distratti dal rumore e dal clamore, non conosciamo più il linguaggio del silenzio, della meditazione, della contemplazione. Sono, allora, quelli che consideriamo “disabili” a mostrarci che cosa significhi la vita autentica e profonda.

     

    Intenzione di preghiera per il giorno

    Preghiamo per i nostri ragazzi perché lascino entrare nella loro vita la voce di Dio che li chiama alla fede

     

    Don’t Forget! Africa News

    Ogni giorno in varie parti del mondo, ma soprattutto in Africa, l’avanzata del Jihadismo provoca la morte di un numero crescente di cristiani (e non) colpevoli solo di avere un’altra fede rispetto a quella professata da questi disumani terroristi. Non lasciamo soli i nostri fratelli cristiani così duramente colpiti e ricordiamoli nella nostra preghiera.

    Burkina Faso

    15-1-2023: uomini armati hanno sferrato un feroce attacco contro la popolazione indifesa a Bourasso, nei pressi di Dédougou, capoluogo della provincia di Kossi, regione di Boucle du Mouhoun, in Burkina Faso.

    Il bilancio –provvisorio- delle vittime fornito da parte dell’amministrazione regionale è di 22 morti e di un numero imprecisato di feriti, mentre fonti locali, contattate da Aiuto alla Chiesa che Soffre, riferiscono di oltre 30 morti.

    Il governatore, in un comunicato, ha parlato di “minaccia terroristica”. L’episodio è avvenuto nella notte tra il 3 e 4 luglio. Tra le vittime molti cristiani ma anche fedeli di religioni tradizionali africane.

    Repubblica Democratica del Congo

    È stata rivendicata dai jihadisti dell’Iscap, ramo del Daesh in Africa centrale, la strage di cristiani avvenuta domenica 15-01-2023 in una chiesa pentecostale nella Repubblica democratica del Congo, dove l’esplosione di un ordigno durante la Messa ha ucciso almeno 17 persone.

    Lo riferisce il “Site” che monitora il jihadismo sul web. Il Daesh parla di combattenti che hanno fatto esplodere un ordigno, con “decine di cristiani uccisi e feriti”, e minaccia altri attacchi. Il governo congolese ha condannato “con forza” l’attentato e il portavoce militare Antony Mualushayi ha detto che “l’atto terroristico” è avvenuto a Kasindi, città al confine con l’Uganda, nella provincia Nord Kivu.

    Nigeria

    «Condanniamo quest’omicidio barbarico, crudele e senza cuore. Le forze di sicurezza devono fare il possibile per assicurare i colpevoli alla giustizia. Ai criminali non deve essere permessa libertà di movimento che li incoraggia a commettere sempre più crimini».

    Lo afferma Lucius Iwejuru Ugorji, arcivescovo di Owerri e presidente della Conferenza episcopale Nigeriana, citando il brutale assassinio di padre Isaac Achi della parrocchia SS. Pietro e Paolo, a Kafin-Koro, avvenuto domenica 15-01-2023 nella diocesi di Minna in Nigeria, nel Niger State.

    Padre Achi è morto bruciato vivo nel sonno da banditi che hanno dato fuoco alla casa parrocchiale. Il suo assistente P. Collins Chimuanya Omeh, ferito con colpi d’arma da fuoco è in ospedale in gravi condizioni.

     

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