martedì 22 dicembre ’20

     

    nell’immagine una fotografia di Olmo Fattorini

     

    IVa Settimana di Avvento

     

    Antifona novena di Natale

    O Re delle Genti, da loro bramato e pietra angolare che riunisci tutti in uno: vieni e salva l’uomo che hai plasmato dal fango”.

     

    Iniziamo la Giornata Pregando

    Dio, Padre buono, tu hai rilevato la gratuità e la potenza del tuo amore, scegliendo il grembo della Vergine Maria per rivestire di carne mortale il Verbo della vita: concedi anche a noi di accoglierlo e generarlo nello spirito con l’ascolto della tua parola, nell’obbedienza della fede. Amen

     

    .

    FRANCESCA SAVERIO CABRINI

    Nata a S. Angelo Lodigiano nel 1850, rimasta orfana di padre e madre, Francesca voleva chiudersi in convento, ma non fu accettata a causa della sua malferma salute. Prese allora ad accudire a un orfanotrofio, affidatole dal parroco di Codogno. La giovane maestra, fece molto di più: invogliò alcune compagne a unirsi a lei, costituendo il nucleo delle missionarie del S. Cuore, sotto la protezione di S. Francesco Saverio. Portò il carisma negli USA, tra gli italiani emigrati: per questo divenne la patrona dei migranti. Morì a Chicago nel 1917.

     

    Ascoltiamo la Parola di Dio (Lc 1,46-55)

    Maria disse: «L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l’umiltà della sua serva. D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente e Santo è il suo nome; di generazione in generazione la sua misericordia per quelli che lo temono. Ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato i ricchi a mani vuote. Ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua misericordia, come aveva detto ai nostri padri, AD Abramo e la sua discendenza per sempre»

     

    Riflessione Per Il Giorno (Papa Benedetto XVI)

    C’è ancora una seconda parola nel racconto di Natale sulla quale voglio riflettere insieme a voi: l’inno di lode che gli angeli intonano dopo il messaggio circa il neonato Salvatore: “Gloria a Dio nel più alto dei cieli e sulla terra pace agli uomini del suo compiacimento”. Dio è glorioso. Dio è luce pura, splendore della verità e dell’amore. Egli è buono. È il vero bene, il bene per eccellenza. Gli angeli che lo circondano trasmettono in primo luogo semplicemente la gioia per la percezione della gloria di Dio. Il loro canto è un’irradiazione della gioia che li riempie. Nelle loro parole sentiamo, per così dire, qualcosa dei suoni melodiosi del cielo. Là non è sottesa alcuna domanda sullo scopo, c’è semplicemente il dato di essere colmi della felicità proveniente dalla percezione del puro splendore della verità e dell’amore di Dio. Da questa gioia vogliamo lasciarci toccare: esiste la verità. Esiste la pura bontà. Esiste la luce pura. Dio è buono ed Egli è il potere supremo al di sopra di tutti i poteri. Di questo fatto dovremmo semplicemente gioire in questa notte, insieme agli angeli e ai pastori.

     

    Intenzione del giorno

    Preghiamo per tutti coloro che passeranno il Natale lontani da casa per lavoro, malattia o abbandono

     

    Don’t Forget! “1000 quadri più belli del mondo”

    ANTONIO BALESTRA: ADORAZIONE DEI PASTORI 1707 – olio su tela - 564 x 261 cm – Chiesa S. Zaccaria Venezia

    ANTONIO BALESTRA: ADORAZIONE DEI PASTORI 1707 – olio su tela – 564 x 261 cm – Chiesa S. Zaccaria Venezia

     

     

    Il noto pittore barocco di Verona ANTONIO BALESTRA (1666–1740) sviluppa il racconto della nascita di Gesù in orizzontale su una tela lunga più del doppio dell’altezza, dove sia il cielo (=gli angeli che adorano il Figlio di Dio inginocchiati sulle nubi a dx del quadro) sia la terra (rappresentata dai pastori e dalla povera gente a sx del quadro) sono collocati sullo stesso piano a far da corona al centro non solo del quadro, ma anche del tempo e del cosmo, cioè alla nascita di Gesù. Il significato di questa scelta è chiaro e il pittore traduce in immagini commoventi e intense le stupende parole del prologo di Giovanni: “E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi vedemmo la sua gloria, gloria come di unigenito dal Padre, pieno di grazia e di verità” (1,14). Non solo: tutta la luce del quadro proviene da un solo punto: dal neonato così luminoso che si fatica a coglierne le fattezze; una luce così intensa da far rimanere al buio persino gli angeli che non ne sono raggiunti. Una luce così abbagliante da obbligare i pastori a proteggersi la vista come si fa col sole del meriggio: “Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo” (1,9). Stupore, gioia, contemplazione sono i sentimenti sia degli angeli che degli uomini e sono anche quelli di ogni Natale, compreso quello di questo difficile anno 2020. Un quadro meraviglioso che ci restituisce in modo commovente il vero spirito natalizio.    

     

     

     

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