venerdì 18 dicembre ’20

     

     

    nell’immagine un dipinto di Abbott Mcneill Whistler

     

     IIIa Settimana di Avvento

     

    Novena di Natale

    “O Signore, guida della casa d’Israele, che sei apparso a Mosè nel fuoco del roveto e sul monte Sinai ci hai dato la legge: vieni a liberarci con braccio potente”.

     

    Iniziamo la Giornata Pregando (Orazione)

    Signore Gesù Cristo, che sei morto in croce, per salvare dal male chi crede in te, liberaci dalle opere della carne: fornicazione, impurità, libertinaggio, idolatria, stregonerie, inimicizie, discordia, gelosia, dissensi, divisioni, fazioni, invidie, ubriachezze, orge e cose del genere. Donaci i frutti dello Spirito: amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé, perché possiamo camminare secondo lo Spirito ed ereditare il tuo regno. Amen

     

    GRAZIANO (GAZIANO) DI TOURS VESCOVO

    Gregorio di Tours (m. 594) racconta che nell’anno 250 furono inviati da Roma 7 vescovi per evangelizzare la Gallia. Fra loro figura Catianus che avrebbe retto la sede di Tours per 50 anni.

     

    Ascoltiamo la Parola di Dio del Giorno (Mt 1,18-24)

    Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto. Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati». Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: «Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio: a lui sarà dato il nome di Emmanuele», che significa «Dio con noi». Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore e prese con sé la sua sposa.

     

    Riflessione del giorno (Don Luigi Giussani: Il Natale)

    Nella sua concreta umanità Gesù non poteva vivere se non in una casa dove c’era un letto, dove c’erano tavoli e sedie, dove c’erano un padre e una madre: la casa di Nazareth, una presenza integralmente umana in cui c’è Dio, la Bibbia la chiama «dimora» o «casa di Dio». E noi sappiamo quanto gli uomini del nostro tempo cerchino anche inconsapevolmente un luogo in cui riposare e vivere rapporti in pace, cioè riscattati dalla menzogna, dalla violenza e dal nulla in cui tutto tenderebbe altrimenti a finire. Il Natale è la buona notizia che questo luogo c’è, non nel cielo di un sogno, ma nella terra di una realtà carnale. Negare la «possibilità» che questo sia vero in nome di un preconcetto non è da uomini ragionevoli. Se, infatti, la ragione può intravedere la possibilità di un significato dell’infinita fatica del vivere, è più dignitoso per l’uomo cercare questo significato o rinunciarvi, preferendo quella che Pasternak chiamava «la sterile armonia del prevedibile», cioè la vita annoiata? C’è un verso di Rainer Maria Rilke da cui parto spesso per meditare: «E tutto cospira a tacere di noi / un po’ come si tace / un’onta, forse, un po’ come si tace / una speranza ineffabile». Se l’uomo guarda a sé stesso, ha vergogna e noia, ha vergogna fino alla noia, eppure non può negare l’evidenza di un impeto irriducibile che costituisce il suo cuore come tensione a una pienezza, a una perfezione o soddisfazione. Io credo che Dio si sia mosso proprio per essere risposta a questa realistica percezione, all’uomo che ha vergogna o noia di sé stesso.

     

    Intenzione del giorno

    Preghiamo per chi ha perduto la casa, il lavoro, la salute, gli affetti…

     

    Don’t forget!

    Il ricordo e il grazie a…

    Marco Zanetti

    Morto il 25 marzo 2020

    Con la famiglia anche la boxe bergamasca piange Marco Zanetti che si è spento il 25 marzo nella sua abitazione, in località Rasica, a Osio Sopra amorevolmente assistito dalla moglie Maria, dai figli Milena e Silvio. Ha vissuto 83 anni, di cui una settantina dedicati al pugilato. Marco era il terzo, tra fratelli e sorelle, dei sette figli di Maria e Giovanni che alla frazione Giardino, a Osio Sotto, gestivano una trattoria, attività portata avanti nel segno della tradizione, prima dai figli, attualmente da nipoti. Aveva 14 anni Marco, quando aveva cominciato a lavorare a Milano: faceva il garzone, in un noto panificio ubicato in Corso Europa. Nel capoluogo lombardo è sbocciato l’amore per il pugilato. Ha frequentato la palestra, si è tolto la soddisfazione di fare da sparring al grande Duilio Loi, per tentare la carriera salendo più volte sul ring da dilettante. Lo ricorda con affetto un altro personaggio storico della boxe bergamasca, Egidio Bugada – maestro della Bergamo Boxe– che sottolinea: «Marco è stato un buon pugile, ben tarchiato, peso attorno ai 63 kg, ha alternato da dilettante combattimenti tra pesi leggeri e welter, ha imboccato la strada del professionismo e qualche soddisfazione se l’è pure tolta».  A 40 anni ha gettato la spugna, ma solo sul ring in quanto nella sua trattoria, la Rasica collocata al confine tra Osio Sopra e Osio Sotto, aveva allestito una palestra in cui ha allenato le giovani leve. Ha desistito sei anni fa, nel momento in cui si è purtroppo fatto strada l’Alzheimer, e recenti complicazioni gli sono state fatali.

     

     

     

     

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